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La contrattazione per uno sviluppo sostenibile

Per CGIL, CISL e UIL la contrattazione è lo strumento prioritario per rivendicare un cambiamento radicale del modello di sviluppo verso una società equa, rispettosa dei limiti del pianeta e dei diritti umani e del lavoro, che affronti con la dovuta urgenza l’emergenza climatica, la riconversione ecologica del sistema produttivo mirando alla piena occupazione. Questo documento vuole indicare alcune linee di azione per una contrattazione sui temi della tutela degli ecosistemi e della biodiversità, sull’emergenza climatica, la giusta transizione, l’economia circolare, la green economy e le città sostenibili, nella convinzione che dare priorità a questi temi sia essenziale per garantire lo sviluppo sostenibile. Il tema della sostenibilità e della giusta transizione dovrà essere parte integrante delle nostre piattaforme confederali e di categoria, insieme con gli obiettivi di sviluppo sostenibile previste nell’Agenda Onu 2030. Con questo documento CGIL, CISL e UIL propongono l’apertura di un tavolo di confronto con le associazioni imprenditoriali (a cominciare da Confindustria), con le Istituzioni e le imprese, per garantire e riaffermare il diritto alla salute e l’accesso alle risorse per tutti. Richiedono adeguati investimenti in ricerca e sviluppo, formazione e pianificazione per lo sviluppo sostenibile e la creazione di nuova occupazione stabile, sostenibile e di qualità. Promuovono e rafforzano a tutti i livelli alleanze con la società civile, per affrontare una giusta transizione con la partecipazione democratica delle comunità e di tutti i portatori di interesse nella definizione dei piani per la transizione.

 La contrattazione, specialmente di livello confederale, dovrà occuparsi: • della realizzazione, adeguamento e potenziamento di acquedotti, reti idriche e irrigue, impianti di depurazione e fognari, a partire da quegli interventi necessari per uscire dalle infrazioni comminateci dall’Europa; • della promozione di piani, per la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico e sismico, per l’adattamento al cambiamento climatico; • del potenziamento degli enti preposti alla tutela del suolo e del patrimonio naturale; • della realizzazione di un piano nazionale dei rifiuti che pianifichi l’intero ciclo nel rispetto della gerarchia comunitaria partendo dalla prevenzione fino agli impianti per il riuso e lo smaltimento; • delle bonifiche dei SIN e delle aree inquinate di competenza delle Regioni e degli Enti Locali; • della decontaminazione d dello smaltimento in sicurezza dell’amianto; • del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima; • della strategia per la decarbonizzazione al 2050 e di un Piano e misure per la giusta transizione; • della definizione, a tutti i livelli, di piani per l’efficientamento energetico degli edifici; • di piani della qualità dell’aria; • di piani per la mobilità sostenibile, urbana e extraurbana; • di infrastrutture elettriche per la mobilità; • dell’elettrificazione dei porti; • della promozione delle comunità energetiche; • della lotta alla povertà energetica. 

CGIL, CISL e UIL vogliono inoltre sviluppare la contrattazione per città “in crescita sostenibile”, dando centralità al tema della qualità urbana e del benessere sociale e occupazionale, attraverso la promozione di una pianificazione urbana che consenta di prevenire i rischi ed i danni dei cambiamenti climatici e che contrasti l’ulteriore diffusione insediativa, favorendo la resilienza e l’adattamento delle città. Un ruolo centrale assume l’interlocuzione con gli enti locali, che dovranno essere sollecitati alla predisposizione di una mappatura sul consumo di suolo e degli immobili (aree ed edifici) dismesse, abbandonate e sottoutilizzate, da inserire nei programmi di riqualificazione. CGIL, CISL, UIL si impegneranno nella promozione di un piano pluriennale per le città, un programma per l’edilizia pubblica e sociale che affronti l’emergenza abitativa, una strategia nazionale per la rigenerazione urbana. Deve essere varata una legge che contrasti il consumo di suolo, cosi come dovrà essere adottato definitivamente il Piano per la mobilità urbana sostenibile e la Strategia nazionale per il verde urbano. Il Paese è da molto tempo su un sentiero basso di crescita della produttività. Le analisi e le scelte fatte, a oggi, non si sono dimostrate efficaci ed efficienti per la crescita della produttività di sistema.

È necessario passare “dalla produttività del lavoro alla produttività delle risorse” e l’economia circolare può rappresentare l’obiettivo unificante delle diverse strategie. A livello confederale si possono portare avanti contrattazioni di sito con i soggetti proprietari o gestori di distretti industriali, aree industriali, consorzi industriali, edifici scolastici, ospedali, aeroporti, centri commerciali, ecc. 

La contrattazione delle categorie è fondamentale per il cambiamento del sistema produttivo. Attraverso la contrattazione dell’organizzazione del lavoro si possono promuovere:

 • processi produttivi basati sull’economia circolare, a partire dalla ri/progettazione dei prodotti; • un usopiù efficiente dei materiali e dell’energia; • gli appalti verdi nel settore pubblico; • la riduzione delle emissioni inquinanti; • la riduzione dell’impronta idrica e di carbonio; • i sistemi irrigui di precisione; • l’uso delle migliori tecnologie disponibili (BAT); • la sostituzione dei materiali ad alte emissioni con materiali di minor impatto sul clima; • l’utilizzo di materiali edilizi eco-compatibili; • la riduzione degli imballaggi, degli scarti di produzione e dei rifiuti; • la sinergia con altre imprese, in particolare del territorio, per simbiosi industriali e riduzione del trasporto dei semilavorati; • il trasporto delle merci con modalità sostenibili; • l’utilizzo di tecnologie digitali.

La contrattazione può legare il premio di produttività e di partecipazione alla competitività acquisita dall’azienda grazie all’uso efficiente delle risorse, incoraggiare l’investimento di una quota degli utili aziendali in opere e interventi ambientali e sociali per il territorio, valorizzare temi come il consumo sostenibile e il welfare. Si può contrattare, per esempio: • la mobilità sostenibile nel percorso casa-lavoro, incentivando l’uso dei mezzi di trasporto pubblico e lo spostamento a piedi e in bici; • un servizio mensa sostenibile, che utilizzi prodotti biologici e di filiera corta e un uso ridotto della carne; • l’eliminazione della plastica monouso introducendo distributori di acqua e borracce ai dipendenti.

Capitolo importante della contrattazione è quello della formazione continua e della riqualificazione del personale per adeguare le competenze alle nuove esigenze produttive legate alla riconversione ecologica, utilizzando a tale scopo anche strumenti bilaterali (fondi interprofessionali, scuole edili). Andrà sviluppata meglio la contrattazione per far fronte all’innalzamento delle temperature che, soprattutto per i lavori all’aperto e in luoghi chiusi non adeguatamente raffrescati, provocano un aumento degli infortuni, delle malattie professionali e dei rischi. I CCNL dovranno diffondere la figura del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, la salute e l’ambiente (RLSSA) e valutare la possibilità di introdurre un referente dei lavoratori per la sostenibilità e un mobility manager. Altro caposaldo per contrattare la sostenibilità è la previdenza complementare: i rappresentanti dei lavoratori nei fondi complementari dovranno indirizzare gli investimenti in modo responsabile e sostenibile e investire diversamente nella riqualificazione del territorio e nella transizione ecologica.

*Stralcio dal documento unitario del 30/09/2019 

 

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