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No vax e No pass, i nuovi volti del populismo

In questi giorni il quadro politico e sociale del Paese risulta, in particolare, caratterizzato dalla mobilitazione collettiva di una parte di cittadini, rivolta a contestare la introduzione del Green Pass, da parte del governo, come strumento certificato per poter partecipare, in condizioni di maggior sicurezza, alle diverse espressioni della vita sociale (assemblee, spettacoli, manifestazioni sportive ecc.). Una scelta che si è resa necessaria perché la nostra convivenza con il virus Covid-19 è purtroppo destinata a durare nel tempo, sia per il manifestarsi di diverse varianti del virus che per i diffusi rapporti sociali, propri della nostra società globalizzata. Va precisato, come dato di partenza, che i diversi sondaggi effettuati registrano, con una certa uniformità, che il parere positivo dei cittadini italiani circa il Green Pass si aggira attorno al 70%, un dato di consenso fortemente diffuso, testimoniato anche dalle centinaia di migliaia di prenotazioni, all’annuncio dell’istituzione del Green Pass, che rendono evidente la sua accettazione come strumento necessario per una convivenza consapevole e sicura con l’attuale emergenza pandemica. Ciononostante, in diverse città del Paese si stanno effettuando manifestazioni, partecipate anche se non autorizzate, da parte di cittadini che rivendicano la libertà di fronte alla vaccinazione che considerano come una sorta di complotto sperimentale da parte di alcuni poteri forti internazionali, teso a catturare il consenso dei cittadini inconsapevoli. Tutto questo negando alla radice la funzione dei vaccini nella lotta al Covid e il ruolo primario della scienza in questa battaglia con il grande risultato di aver predisposto in tempo di record una pluralità di vaccini efficaci e sostanzialmente privi di effetti collaterali duraturi. La riprova di ciò si trova nel fatto che dei nuovi contagi 9 su 10 riguardano soggetti non vaccinati. Ciononostante, permane in tanti cittadini una certa paura di fronte a una situazione ignota, mai provata, alimentata dall’infuriare sui social di una pluralità di fake news, fino a folli similitudini con la Shoah, e che viene ampiamente strumentalizzata. Va 

 

quindi ulteriormente precisato chi non si tratta di manifestazioni spontanee, ma frutto di una precisa scelta politica che ha tra i referenti soprattutto la destra, anche estrema, che intravede in tale circostanza la possibilità di riproporre con una certa efficacia le tradizionali tesi sovraniste antieuropee e antiglobaliste. Va pure chiarito che, non a caso, questa mobilitazione avviene in occasione del Green Pass e non direttamente contro il vaccino, anche se le due posizioni risultano perfettamente coincidenti nei promotori, perché in tal modo si vuole distinguere il no pass dal no vax, quest’ultimo molto meno sostenibile a livello popolare, e perché tale distinzione consente di sostenere, come ha fatto Giorgia Meloni, che le due cose non coincidono, e quindi di trovare una scappatoia per non aderire al vaccino, pur dichiarando di averlo praticato. In ogni caso FdI e Lega promettono una dura battaglia parlamentare per garantire il rispetto di tale libertà prescindendo da qualsiasi necessità di mantenere una efficace lotta antivirus garantendo anche tutte le misure di prevenzione necessarie. In tal modo si sta riproponendo sia il carattere variamente antisistema della destra sovranista e il modo spregiudicato e incoerente della Lega, di gestire la sua partecipazione al governo Draghi nella difficile fase attuale. Con l’arrivo del semestre bianco non sarà più possibile la fine del governo e il ritorno al voto dei cittadini, per cui l’unica arma a disposizione di Draghi sarà il voto di fiducia, che da parte di interlocutori spregiudicati potrà essere usato come occasione di indebolire politicamente il governo. Nelle prossime settimane si aprirà perciò, per il governo una fase tanto delicata quanto difficile, nella quale conteranno sia l’esito delle elezioni nei maggiori comuni italiani che l’elezione del Presidente della Repubblica, per il quale lo stesso Draghi viene proposto dalla destra per lasciar libero il campo nel governo. Ridotto all’osso, questo scontro sul Green Pass assume l’aspetto di una contrapposizione tra una certa cultura dei social con la cultura democratica incarnata dalla nostra Costituzione, che probabilmente è destinato a riproporsi in futuro. Se è vero che la nostra Carta non prevede una specifica indicazione di una situazione di emergenza, è altrettanto vero che i suoi principi generali di 

 

libertà e democrazia, come sostiene unanimemente gran parte dei costituzionalisti, rendono possibili e legittime scelte impegnative, anche con criteri di obbligatorietà.  Risulta quindi doveroso aspettarsi dal governo Draghi, in questa fase delicatissima di superamento della pandemia e di necessità di forte ripresa economica e del lavoro, una regolazione del Green Pass all’altezza di queste vitali esigenze del Paese, con precise ed estese regole di obbligatorietà della vaccinazione specie per gli attori di alcuni settori strategici come la sanità e la scuola. Sarà un’occasione di rilancio della nostra cultura democratica, improntata a forte solidarietà sociale, di cui l’Italia di oggi ha particolare bisogno.

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