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Newsletter NL n.205 del 21/11/2017

 NEWSLETTER INFORMAZIONI

SULLE PENSIONI, GLI ONORI E GLI ONERI IN BALLO PER IL SINDACATO

di Raffaele Morese

“Dal Governo niente. Sciopero? Solo il Parlamento può evitarlo” così titolava il Corriere della Sera del 19 novembre scorso. Virgolettava un’affermazione di Susanna Camusso, contenuta nell’intervista concessa a valle dell’ultimo incontro con il Governo (ne è previsto un altro il 20), dal quale la Segretaria Generale della CGIL era uscita del tutto insoddisfatta. Non voglio entrare nel merito del giudizio espresso sulle proposte del Governo relative alle pensioni. E’ legittimo che un’organizzazione possa non condividere le soluzioni che le vengono indicate dalla controparte, anche quando si chiama Governo e per di più di centro sinistra. E’ da tempo che tutto il sindacato italiano si è affrancato dalla suggestione del “Governo amico”.

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IO PREMIO NOBEL VI DICO: LE DISEGUAGLIANZE SONO TROPPE 

di Joseph Stiglitz

L’aumento del divario tra ricchi e poveri non è un fenomeno inevitabile, ma la conseguenza di scelte politiche il cui scopo era proprio quello.

Il mondo è sempre più diseguale ed è ormai evidente che non solo esistono elevati livelli di disuguaglianza nella maggior parte dei paesi, ma che queste disparità sono in aumento. Oggi, esse sono molto più pronunciate di quanto non lo fossero 30 o 40 anni fa. È anche chiaro che non esistono eguali opportunità per tutti: le prospettive di vita dei figli di genitori ricchi e istruiti sono molto migliori di quelle di chi ha genitori poveri e meno istruiti.

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IL MEZZOGIORNO FUORI DALLA CRISI, PAROLA DI SVIMEZ

di Giuseppe Bianchi

Il Mezzogiorno è uscito dalla recessione. Con questa premessa inizia la narrazione del Rapporto Svimez. Si parla di un Mezzogiorno reattivo che nel corso del 2016 ha contribuito alla crescita del paese con una quota superiore al suo peso produttivo. Un Mezzogiorno presente, partecipe, lontano dall’immagine coltivata da alcuni ambienti di “vuoto a perdere”. Ma ora bisogna non disperdere questi segnali positivi, come peraltro avvenuto in altre stagioni. Occorre sostenere, accelerarli, affrontando i nodi strutturali irrisolti, le emergenze sociali incombenti.

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IL LAVORO. LIBERO, CREATIVO, PARTECIPATIVO, SOLIDALE

di Mons. Filippo Santoro

La questione urgente del lavoro

Il lavoro era e rimane un’esperienza umana fondamentale che coinvolge integralmente la persona e la comunità. Esso dice prima di tutto quanto amore c’è nel mondo: si lavora per vivere con dignità, per dar vita a una famiglia e far crescere i figli, per contribuire allo sviluppo della propria comunità.Il lavoro umano è un’esperienza dove coesistono realizzazione di sé e fatica,  contratto e dono, individualità  e collettività, ferialità e festa. Esso richiede passione, creatività, vitalità, energia, senso di responsabilità perché nelle imprese, nelle botteghe, negli studi professionali, negli uffici pubblici, la differenza, alla fine, la fanno le persone.

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UNA COMUNITÀ EDUCANTE PER L’INFANZIA A RISCHIO NELLA SCUOLA

di Mario Conclave

1. L’ottava edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, presentata da Save The Children il 14 novembre scorso[i], aggiorna ed arricchisce le analisi sull’infanzia, con particolare riferimento alla scuola, integrando fonti statistiche e testimonianze, prendendo come riferimento la Scuola di Barbiana.

2. In primo luogo l’affermazione perentoria: il tracciato del ciclo della crisi economica iniziata nel 2007, con il calo occupazionale, il taglio dei trasferimenti pubblici, ha delineato l’aggravio - non corretto da interventi adeguati - delle condizioni di vita dell’infanzia.

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AL VIA GLI SGRAVI PER CONCILIARE I TEMPI DI VITA E DI LAVORO

di Giuseppantonio Cela

Ha visto la luce, a distanza di oltre due anni dalla previsione nell’ambito della riforma Jobs act, il decreto interministeriale che riconosce un sistema di benefici contributivi a favore dei datori di lavoro, che realizzino misure mirate alla conciliazione tra vita professionale e privata. Il ritardo è inesorabilmente legato alla disponibilità della copertura finanziaria, peraltro già determinata a suo tempo mediante il D.Lgs n. 80 del 2015 relativamente al triennio 2016/2018 e in parte già utilizzata nel primo anno per taluni interventi direttamente previsti dal predetto decreto. Il tema specifico è stato ampiamente trattato nella Newsletter N.L. n. 150/2015 “Un ulteriore tassello nel cammino del jobs act: la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.

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UNA PICCOLA GRANDE ESPERIENZA

di Enzo Mattina

I 176.000 migranti accolti nel nostro Paese nel 2016, che hanno assorbito una spesa pubblica di 3,3 miliardi di Euro, rappresentano un sovraccarico di responsabilità civile ed economica che una vasta parte dei nostri concittadini considera non alla portata delle nostre possibilità. Tanto più se lo si condisce con forti dosi di intolleranza, sospetto, vero e proprio razzismo, alimentate da correnti di pensiero e politiche dilaganti in Europa e fuori.
Senza concedere nulla a tanta regressione culturale e civica, dobbiamo avere l’onestà di riconoscere che un’accoglienza esclusivamente passiva, che, a fronte della messa a disposizione di un ricovero e di un piatto di cibo, impone l’ozio e l’emarginazione sociale, finisce per essere fonte di turbamento e, piaccia o meno, di rigetto.

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GLI AGGIUSTAMENTI NON FANNO CONSENSO

di Fabio Fonzo

Ogni anno in questo periodo, allorchè il Parlamento si accinge a licenziare la Legge di stabilità, si vive una specie di attesa messianica in attesa di soluzioni dei problemi di sempre della spesa pubblica italiana.
Primo, fra questi problemi. è quello della Spesa pensionistica. Ed infatti quasi ogni Governo si intesta una “Riforma” che, alla prova dei fatti, tale non è.

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IL MERCATO DEL LAVORO ARRANCA TRA INNOVAZIONE E CRISI ECONOMICA

di Stefano Barbarini

L’11a Commissione Lavoro e previdenza sociale del Senato lo scorso mese ha concluso le attività relative all’indagine conoscitiva “Impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale”[1], che utilizza principalmente dati comparativi di fonte OCSE.
L’indagine verte su un tema ormai costantemente al centro del dibattito pubblico, ovvero il rapporto tra tecnologia e lavoro. Più nello specifico, la nuova rivoluzione industriale in atto (industria 4.0) appare caratterizzata da tecnologie sempre più disponibili e a basso costo, sia per le imprese che per le persone, destinate ad evolvere con ritmi e contenuti imprevedibili. Questo comporta una naturale e legittima paura legata alla distruzione del lavoro come conseguenza all'introduzione di nuovi strumenti di produzione di beni e servizi e nuovi processi ad alto contenuto tecnologico.

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EXPOTRAINING: LA FORMAZIONE CONTINUA AL PRIMO POSTO 

di Luigi Delle Cave

Formarsi conviene. Aggiornarsi ancora di più. Per quanto in Italia il tema della formazione continua resti ancora un tasto dolente, si rafforza la convinzione che investire nell’acquisizione di conoscenze e competenze in linea con le esigenze del mercato, sia una strategia “vincente” per aprire canali di ingresso nel mondo del lavoro. E anche tra coloro, soprattutto giovani, che utilizzano la leva della formazione per accrescere la propria occupabilità, si fa sempre più insistente l’aspettativa trovare un lavoro all’interno di un’organizzazione che metta a disposizione dei propri dipendenti programmi formativi ad hoc, in scia alla logica del life long learning.

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PUBBLICA UTILITÀ: ALLEANZA PUBBLICO-PRIVATO PER LA SOSTENIBILITA'

di Redazione WeCanBlog

Nel 2015 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha fissato 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030, che la comunità internazionale dovrebbe seguire per indirizzare il proprio sviluppo verso un futuro egualitario e sostenibile. Un futuro in cui non ci siano più discriminazioni di genere, in cui il divario tra poveri e ricchi possa essere ridotto significativamente e in cui il rispetto per l’ambiente, con il giusto utilizzo delle risorse disponibili, diventi davvero una priorità di tutti.

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STORIA DI UN “AVVOCATO DI STRADA” CONTRO IL CAPORALATO

di PierLuigi Mele

Nel foggiano la piaga criminale del caporalato frutta, secondo alcune stime, circa 38 milioni di Euro all’anno. Una cifra da capogiro. I moderni schiavi sono immigrati, donne e uomini, anche italiani. In Capitanata esistono 6-7 ghetti, sono luoghi ad alta concentrazione di persone, generalmente si attestano ad una presenza minima di circa 2-300 persone in modo stanziale, che hanno un incremento costante di persone fino a raggiungere il momento di presenza massima, nei mesi estivi, verso luglio con presenze che arrivano anche a 5.000 persone.

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