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Con questo numero la Redazione di Nuovi Lavori vi augura buone vacanze.
Il 15 settembre riprenderanno le pubblicazioni.

NEWSLETTER APPROFONDIMENTI n.260 del 14 LUGLIO 2020 


La ''e'' che ci potrà cambiare in meglio la vita

 

La priorita’ delle priorita’

di Raffaele Morese

“Lei ha paura di quello che può succedere in autunno sul piano sociale ed economico?”; risposta di Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo: “Non paura, terrore.” (Corriere della sera, 09/07/2020) Per come lo conosco, Sassoli non è tipo emotivo e né pessimista. Se lo dice, è perché la situazione dell’economia mondiale – assediata dal covid 19 – è veramente critica. E l’Europa non sta meglio, sempre in bilico tra stagnazione e recessione. Per non parlare dell’Italia che, se va bene, chiuderà a -12% di PIL il 2020 e sarà difficile non replicarlo nel prossimo anno. 

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Sviluppo, università, tecnologia

di Manlio Vendittelli*

Sviluppo, università, tecnologia: titolo troppo importante per parlare di formazione a distanza, più comunemente rattrappita nella dizione e.learning? Non credo. Tutti sappiamo (anche se molti faticano a riconoscerlo) che dobbiamo cambiare i paradigmi dello sviluppo, e con questi cambiare molte categorie e termini consolidati: territorio in ecosistemaeconomia di settore in economia circolaresviluppo come crescita del PIL in sviluppo sistemico. Queste variazioni potrebbero orientare il patrimonio degli investimenti e del lavoro verso lidi in cui gli squilibri (almeno i principali) potrebbero tendere verso un ri-equilibrio sistemico e sociale dello sviluppo e della ri-organizzazione (da parte dell’uomo) del rapporto uomo-natura.

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Progettare il lavoro, nuova frontiera per il sindacato

di  Federico Butera

Le cose che io mi sono preparato a dire riguardano la vostra responsabilità e la vostra azione e quindi io sono un po’ imbarazzato perché non vorrei che le cose che dirò possano sembrare lezioni di un professore a chi è nella battaglia quotidiana, nella responsabilità e nella complessità quotidiana. Il quadro che io presenterò è un quadro tra i più complessi che ci sia mai stato di fronte a noi: un cambiamento radicale di sistema produttivo. Su questi argomenti su cui sto studiando e lavorando, credo che il sindacato abbia un ruolo importante. Quindi chiedo perdono in anticipo nel presentare come fattibili delle cose che invece avranno dei percorsi complicati.  

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I dottorati di Comunità

di Pietro Polimeni e Manlio Vendittelli

L’ abbandono delle aree interne e delle zone “non produttive” in Italia, come in Europa, è un annoso tema che spesso è stato ed è motivo di conflitto ideologico tra i romantici dello sviluppo locale e i moderni sostenitori della società capitalistica globale.

Sotto la pressante spinta di quest’ultimi, il modello neocapitalistico di sviluppo si è velocemente propagato in tutto il Paese, concentrando ricchezze nelle mani di pochi e lasciando ai più macerie territoriali, ambientali  e umane. Per le aree deboli (di montagna, rurali diffuse, piccoli borghi storici, soprattutto del mezzogiorno d’Italia, isole minori, ecc.) non c’è stato scampo: negli ultimi 20 anni si è così completata l’emorragica sparizione fisica e sociale di intere comunità. È inutile dire che sono stati complici attivi i molti terremoti e fenomeni di dissesto (idrogeologico ecc.), causati spesso dalla neo-fragilità dei territori svuotati dalle cure che li avevano plasmati e oggi destinati, per povertà incipiente,  all’incuria e all’abbandono.

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Università e innovazione didattica al tempo di Covid-19

di Paolo Frignani

In questo scenario di crisi socio-economica che stiamo attraversando, il futuro nelle sue trame si prospetta come qualcosa di profondamente diverso da quello che potevamo, sulla base della nostra esperienza ipotizzare prima di questa pandemia provocata dal coronavirus Covid 19.

Siamo giunti ad un punto di riflessione tale che ci ha fatto prendere coscienza del punto di rottura per cui ogni cosa non sarà più come fino ad oggi la conoscevamo. 

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Porte

di Guido Mignolli

Muri alti. Barriere resistenti fra comunità locali e conoscenza. Muri invalicabili per le normali abilità, che rischiano di divenire sempre più resistenti e di aumentare l’isolamento delle aree. Provare ad aprire porte nei muri spessi è la soluzione possibile. Porte che diano valori ai muri, tramutandoli da limiti a protezioni, da intralcio per lo sviluppo a garanti della sostenibilità dello stesso.

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Ecosistema della formazione per l’integrazione dei saperi

di Pietro Currò

La condizione, che in alcun modo può essere evasa dalla società per partecipare alla formazione del futuro (prossimo e lontano), è agire nella cultura della conoscenza con la consapevolezza degli attuali processi a servizio del conoscere e del formare, collocando in rete conoscenza e formazione e partecipando così alle nuove forme del rapporto spazio-tempore dei saperi e dell’operare.

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Cooperazione, integrazione dei saperi, new learning

di Maurizio Imperio

Se la cooperazione tra popoli viene vista come un'attività di aiuti tecnico-economici a una realtà sociale in difficoltà, ma sottesa da un rapporto di scambio e reciproco arricchimento culturale, il passaggio all'uso dei metodi della formazione a distanza è breve e quasi scontato.
Parlo di metodi e non di tecnologie, perché se l’obiettivo è quello della cooperazione inter-scientifica e inter-territoriale tra luoghi del sapere verso visioni innovative e multiculturali dei percorsi di formazione, allora i due veri temi da affrontare sono quelli di una nuova (almeno in parte) pedagogia e della metodologia. È chiaro che pedagogia e metodologia hanno bisogno di strumenti e mezzi tecnologici su cui marciare e quindi, chi meglio dell’informatica riesce a unire in tempo reale i diversi luoghi di residenza del sapere e delle persone (docenti e discenti) che vogliono costruire il comune percorso della formazione e dello sviluppo su basi multi e pluri-culturali?

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Insegnare apprendere con le tecnologie nell’epoca del Covid

di Giovanni Ganino

Insegnare e apprendere con le nuove tecnologie in ambito scolastico e universitario è un tema attuale ma controverso. Le parole di una delle più note ricercatrici nell’ambito delle tecnologie educative, Diane Laurillard, bene sintetizzano la situazione italiana: “l’educazione è sul punto di essere trasformata dalle tecnologie per apprendere, ma è rimasta su quel punto da qualche decennio a questa parte”. 

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Le nuove figure professionali per e-learning

di Paolo Frignani

La formazione a distanza nella sua massima espressione di e Learning non è, e non deve diventare, un surrogato della formazione tradizionale in presenza, ma essere una metodologia innovativa.  Per questa ragione accanto alle tecnologie di aula virtuale vista come riproduzione a distanza dell’aula tradizionale (docente/contenuto/studente), come chat, video-audio conferenze e altre metodologie tipiche della FAD sincrona, che richiedono la presenza contemporanea di docenti, tutor e studenti in rete, è importante implementare strumenti di interazione asincrona per garantire un e-learning come bene rinveniente e innovativo al fine di ...

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