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NEWSLETTER APPROFONDIMENTI n.286 del 09 NOVEMBRE 2021 


 ''ROMA-GLASGOW, UN ALTRO CLIMA''

 

Ci salviamo con cooperazione serrata e investimenti pazienti

di Raffaele Morese

Chi se ne intende seriamente – come Oxfam o Legambiente - non è soddisfatto, anche se ammette che ci sono passi in avanti del G20 e del COP 26, specie sulla riforestazione (1000 miliardi di alberi da piantare). Chi teme per il proprio futuro – come Greta Thunberg e le schiere sempre più folte di giovani manifestanti pacificamente al grido “i grandi siamo noi” – vede ancora il baratro avanti a sé e punta l’indice contro la politica sorda, parolaia e inconcludente. Ne ha fatto le spese anche Obama. 

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Non bisogna chiedere alla politica, bisogna essere la politica

di 

Dopo questa lunga parentesi istituzionale di Roma e Glasgow con tutti i dati scritti, propagandati, forzati, adattati, edulcorati…e dopo aver sentito i telegiornali annunciare la grande mobilitazione di giovani ambientalisti a fronte di pochi capi di stato che promettono, molti che promettono ciò che non è sufficiente e altri che non promettono affatto, possiamo dire che ....

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Un compito da far tremare i polsi

di Emilio Rossi*

Nelle ultime settimane si sono tenute due conferenze molto attese: il G20 a Roma, in cui le questioni climatiche sono state tra i temi più dibattuti, e il meeting CoP26 (Conference of the Parties), il ventiseiesimo annuale della “UN Climate Change Conference” che si chiuderà il 12 novembre e al quale partecipano circa 120 leader mondiali nel tentativo di dare una risposta congiunta al problema del cambiamento climatico. 

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Lo scenario e' immenso, come le luci e le ombre

di Cinzia Del Rio*

I Vertici del G20 generalmente non si concludono con decisioni o misure stringenti, epocali, che abbiano un impatto diretto ed immediato sulla vita delle persone, ma sono occasioni di confronto politico che hanno l’obiettivo di indicare una strada condivisa su alcune priorità di azione a livello globale. 

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Il possibile, l’impossibile e il necessario

di Cecilia Brighi

Il G20 italiano: si è svolto nel bel mezzo della pandemia da Covid19, nel quadro di una profonda crisi del multilateralismo che vede l’influenza negativa e crescente di due grandi potenze politiche ed economiche, il cui tratto distintivo è soprattutto la mancanza di democrazia: Cina e Russia. Ma anche l’India è intervenuta con tutta la zavorra del suo governo nazionalista e conservatore.

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Il G20 non spegne il fuoco che brucia la casa di tutti

di Emilia Romano*

La casa brucia, l’acqua per spegnere il fuoco è disponibile, ma perdiamo tempo prezioso.
La pandemia di SARS-Cov-2 - Siamo in grado di fermarla perché abbiamo il vaccino, disponibile globalmente nelle quantità necessarie. Eppure rimandiamo l’intervento in tutti quei Paesi dove le difficoltà economiche rappresentano uno scoglio all’acquisto ed esitiamo a fare un investimento utile a garantire la salute di tutti, in occidente e nel resto del mondo.

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L' unica via per salvare il pianeta*

di Antonio Gutteres**

È difficile non scorgere i segnali di allarme: le temperature stanno raggiungendo dovunque nuovi massimi; la biodiversità è al contrario in picchiata verso nuovi minimi; gli oceani si stanno riscaldando e acidificando e soffocano a causa della plastica. Le temperature in aumento renderanno vaste parti del pianeta prive di vita per Î'umanità entro la fine del secolo.

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Mille miliardi di alberi, una svolta

di Stefano Mancuso*

Non avrei scommesso un centesimo sulla possibilità che il G20 prendesse delle decisioni in grado di incidere significativamente sul futuro del clima del pianeta. Con gioia devo ammettere di aver avuto torto. Invece delle solite liste di buone ma vaghe intenzioni, questa volta è riportata nero su bianco una soluzione fondamentale che darà risultati importanti nella lotta al riscaldamento globale: piantare mille miliardi di alberi entro il 2030. 

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Yunus:”L’economia globale esca dalla sua comfort zone”

di Enzo Manes*

Economista, attivista, banchiere, premio Nobel. Muhammad Yunus è una delle personalità più note dello scenario legato al Terzo settore e al non profit internazionale, e questo soprattutto per aver aiutato milioni di persone ad emanciparsi dalla povertà grazie al concetto di “microcredito”. 

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In bocca al lupo, alla natura*

di Antonio Romano**

Il 4 novembre 1869 viene pubblicato il primo numero della rivista scientifica “Nature”

Nell’Ottocento ci si rivolgeva alla Natura chiamandola con la lettera maiuscola. Non era deferenza, ma un modo per cucire un rapporto molto sfaccettato. In Leopardi, ad esempio, essa è una sacerdotessa custode del tempo, austera e severa.

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