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NEWSLETTER n.202 del 10 OTTOBRE 2017

 ''SI METTERA' UN PUNTO FERMO SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO?''

Tre mosse per evitare altri disastri

di Raffaele Morese

Quello del dissesto idrogeologico e cioè delle frane, delle inondazioni, delle alluvioni, degli smottamenti è una classica questione “carsica”. Emerge nelle aperture dei telegiornali, nelle prime pagine dei giornali, nelle discussioni al bar e nei dibattiti parlamentari ogni qualvolta c’è un disastro. Si immerge nel dimenticatoio non appena l’emergenza perde attualità. E così via, evento dopo evento, durante i quali si ripetono le stesse argomentazioni.

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Una filiera di governo per smuovere l'inamovibile

di Erasmo D’Angelis

Italiasicura ha ormai alle spalle tre anni di lavoro come struttura di missione di Palazzo Chigi - nata con il Governo Renzi e confermata dal governo Gentiloni - per il contrasto al dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche.  La piena sintonia con i ministeri guidati da Gianluca Galletti (Ambiente), Graziano Delrio (Infrastrutture) e Claudio De Vicenti (Coesione e Sud), con la Protezione Civile guidata nel 2014 da Franco Gabrielli e poi da Fabrizio Curcio, con i Presidenti delle Regioni che operano da Commissari di governo e le loro strutture, con il team di professionisti di Invitalia, è un metodo di lavoro integrato che consideriamo un piccolo e utile segnale nella follia della frammentazione della pubblica amministrazione.

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Un “servizio pubblico” per la manutenzione del territorio

di Claudio Falasca

Poco meno di un mese fa, il 9 e 10 settembre a Livorno, nonostante il preavviso della protezione civile e l'emanazione da parte della stessa di un'allerta arancione, la scarsa manutenzione del territorio e soprattutto di un torrente, ha creato un allagamento consistente. Ingenti le perdite di vite umane, sproporzionate all'evento e gravi danni ad abitazioni e cose. A gennaio, sempre del 2017, una pesante alluvione ha colpito Calabria e Sicilia.

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Italia, un paese dai piedi d'argilla

di Rosella Muroni

Un Paese dai piedi di argilla. Ancora una volta, l’ondata di maltempo  che si è abbattuta  sull’Italia, e ancor prima il terremoto che ha devastato  il centro della Penisola, ha messo in luce la debolezza e la fragilità del nostro  paese, alimentate di anno in anno anche dai cambiamenti climatici. L’esondazione del Tanaro in Piemonte, le forti piogge in Sicilia, in Calabria e a Livorno, i continui smottamenti registrati in diverse zone di Genova con 200 sfollati parlano chiaro. Non è più concesso perdere tempo, l’Italia deve invertire la rotta e diventare uno Stato dai piedi forti e saldi.

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Una “Cabina di regia” per velocizzare gli interventi

di Antonio Graniero

Ho ascoltato con molto interesse quanto è stato detto finora da chi mi ha preceduto negli interventi. Dato il tempo a disposizione, tenterò, seppur sinteticamente, di illustrare come il tema dell’Alternanza è sentito all’interno della Fondazione e più in generale tra i Consulenti del Lavoro che attraverso essa operano, con un focus particolare su quali azioni sarebbe necessario intraprendere.
L’Alternanza è un tema fondamentale: è il primo vero approccio per i giovani con il mercato del lavoro e, pertanto, impone a tutti gli attori della rete dei servizi per il lavoro un’attenzione particolare. Attenzione che, tutto sommato, rispetto a qualche anno fa è evidente. Gli interventi che abbiamo ascoltato fino ad ora testimoniano come esistano delle buone pratiche da cui si dovrebbero trarre gli elementi per azioni più diffuse.

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Intese che vanno oltre l'emergenza

di CGIL CISL UIL Liguria

Sono riportati gli accordi intercorsi tra Regione Liguria e Cgil, 
Cisl, Uil e altre organizzazioni di rappresentanza del 3 luglio 2017  sulle linee di indirizzo per la redazione dei disciplinari di gara per  la prevenzione e la sistemazione del dissesto idrogeologico, e dell' 8  settembre 2017 per le linee guida per la formazione di un elenco di  imprese per l'affidamento dei lavori in materia di dissesto idrogeologico.

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Sostenibilità ambientale

di Gaetano Borelli

Questo libro è il frutto del lavoro molto intenso di 75 persone, suddivise equamente fra i due generi. Alcune appartengono a Istituzioni che fanno capo al mondo accademico, diversi docenti e ricercatori di diverse Università italiane, al mondo dell’impresa, al mondo della ricerca, al mondo delle associazioni di categoria, a ricercatori presenti nei Ministeri e per nire a persone che hanno fatto parte di queste Istituzioni e che adesso sono in pensione.

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Il dissesto idrogeologico, atteso ma non imprevedibile

di Matteo Berti

Lo stato del dissesto in Italia

L’Italia è uno dei Paesi europei più esposti al rischio frane. Secondo un recente studio del Joint Research Center della Commissione Europea (Van Den Eeckhaut and Hervas, 2012) i database nazionali e regionali di 22 Stati membri contengono informazioni su oltre 630.000 fenomeni franosi. Di questi, il 75% si trova in Italia. Per gli addetti al settore questa non è una sorpresa.

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Il Sistema Informativo Nazionale Ambientale

di Bernardo De Bernardinis

Il dissesto idrogeologico costituisce un tema di particolare rilevanza per l’Italia a causa degli impatti sulla popolazione, sulle infrastrutture lineari di comunicazione e sul tessuto economico e produttivo. L’Italia, per la sua conformazione geologica, geomorfologica e idrografica, è naturalmente predisposta ai fenomeni di dissesto. Dal secondo dopoguerra, l’intensa urbanizzazione, avvenuta senza tenere in debito conto le aree del Paese in cui avrebbero potuto manifestarsi eventi idrogeologici ed idraulici pericolosi e potenzialmente dannosi, ha portato a un considerevole aumento degli elementi esposti e vulnerabili e quindi del rischio.

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Frane e alluvioni, cosa deve fare il cittadino

di WWF

Se si vive in un’area a rischio si possono adottare una serie di azioni preventive a seguito di accertamenti preliminari soprattutto in occasione di ristrutturazione delle abitazioni. Vi sono varie categorie di interventi:

•          gli interventi dry-proof, finalizzati ad impedire o minimizzare l’ingresso dell’acqua negli edifici; tra questi:

a) il rinforzo e “l’ancoraggio” dei muri  ancorati per evitare il loro collassamento o fenomeni di “galleggiamento”;

b) realizzare recinzioni, porte e finestre che possono essere a contatto con l’acqua a tenuta stagna o protette con barriere mobili;

c) ancorare cisterne e serbatoi muniti di valvole per impedire l’entrata dell’acqua o l’uscita dei materiali in esse contenuti;

d) realizzare i pozzi di luce ubicati a quote superiori rispetto alla situazione per evitare che l’acqua penetri negli scantinati.

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