L’ISTITUZIONE REGIONE IN DISCUSSIONE
di Raffaele Morese
E’ l’inizio di una escalation autonomista-separatista o l’apice di una velleità che ripiegherà – nel migliore dei casi - nel rivendicazionismo istituzionale? Il risultato di questo inedito referendum consultivo lombardo veneto ci consegna un interrogativo, a mio avviso, a risposta apertissima.Il pensiero corre subito a Barcellona dove si sta consumando una vicenda che si trascina da anni, che ha trovato di volta in volta soluzioni di tregua non di pacificazione, dove le ragioni di gretta convenienza si intrecciano con sentimenti profondi di identità territoriale.
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LETTERA APERTA A CGIL, CISL, UIL
di Pierre Carniti
Cari amici e compagni,
la recente sortita di Di Maio, con la inconcepibile minaccia rivolta soprattutto al sindacalismo confederale, minaccia che comprende il proposito di riformarlo autoritariamente se mai lui dovesse arrivare a Palazzo Chigi, è sicuramente indicativa dei limiti del dirigente "pentastellato". Sia della sua cultura costituzionale, come della sua consapevolezza circa il ruolo essenziale dell'autonomia dei gruppi intermedi nell'assicurare l'indispensabile vitalità democratica, nelle società complesse e fortemente strutturate.
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DOVE VA LA GERMANIA? INTERVISTA AD ANGELO BOLAFFI
di Pier Luigi Mele
Professore, vorrei cominciare questa nostra Intervista citando una frase del suo libro, fatto insieme all’economista Pierluigi Ciocca, sulla Germania: “Il vero segreto dell’odierna leadership tedesca, quello che potremmo chiamare il fondamento della sua capacità egemonica, non è di natura economica, (…) ma è in primo luogo di natura spirituale e culturale (…) una sorta di miracolo etico-politico, un “miracolo democratico””. Le chiedo: dopo queste elezioni con tutto il loro portato di novità pesanti, la Germania avrà ancora questa leadership? Insomma che immagine di Germania esce fuori da queste elezioni.
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“GERMANIA, BASTA, GLI STRANIERI TI FANNO RICCA”
di Nicola Cacace
È sempre più attuale l’urlo del presidente tedesco Helmut Kohl al Bundestag, nel 1992, “Germania, basta, gli stranieri ti fanno ricca”, all’indomani di un vile atto di aggressione contro abitazioni di famiglie di immigrati turchi: “Quegli ottusi xenofobi, quei tedeschi che gridano fuori gli stranieri, dovrebbero sapere che senza il lavoro di sei milioni di stranieri difficilmente i cittadini tedeschi potrebbero continuare a godere del loro benessere….ogni anno gli immigrati contribuiscono al 9% del Pil e versano alle casse dello Stato 25 miliardi di marchi…senza di loro chiuderebbero campi, ospedali, fabbriche, servizi essenziali per le famiglie, e le città sarebbero prive dei servizi di pulizia e di sicurezza”
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POCHI PROGRESSI NEL CONTRASTO ALLO SVANTAGGIO SOCIALE DEI MINORI
di Mario Conclave
1.In base alla Raccomandazione europea del 20 febbraio 2013, Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale, l’European Social Policy Network (ESPN) ha recentemente pubblicato il Rapporto riguardante gli interventi effettuati, dopo l’emanazione del provvedimento, nell’ambito dell’Unione Europea per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale infantile. La rilevazione riguada paesi EU e non.
2. Tale provvedimento, parte dalla considerazione, tra le altre, che nella maggioranza dei paesi dell'UE, i minori sono più esposti alla povertà o all'esclusione sociale rispetto al resto della popolazione. Inoltre quelli che crescono in tali condizioni hanno meno possibilità di avere successo negli studi, di godere di buona salute e di realizzare pienamente il loro potenziale da adulti.
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MEGLIO L’EUROPA CONFEDERATA CHE FEDERATA
di Giuseppe Vitaletti*
1. Il dibattito tra un’Europa federale (come gli Stati Uniti) e l’Europa come Confederazione (da definire) è già partito da un pezzo, anche sulla grande stampa. Vediamo, in concreto, che caratteristiche può avere una Confederazione.
La Confederazione europea, in luogo della Federazione, è quella che deve prendere campo. Essa si basa innanzitutto su politiche della difesa ed estere maggiormente unificate. Alcune settimane fa il Consiglio Europeo ha dato il via libera per la prima volta ad un Fondo Comune per Difesa, da rendersi operativo al più presto. Sono anche mature posizioni maggiormente convergenti in politica estera. Se si vuole abbandonare la folle politica estera anti-araba, seguita finora da Francia ed Inghilterra, e ci si vuole avvicinare alla Russia, come è negli auspici informali di Germania e Italia, c’è ora una possibilità: seguire più Teheran, filosovietica, che l’Arabia Saudita.
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L’EDITORIA ITALIANA: CRESCONO GLI EDITORI, CALANO I LETTORI
di Livio Santoro
Tra i diversi ambiti produttivi che in Italia hanno subito la crisi economica a partire dal 2007, c’è senza dubbio anche il settore dell’editoria, un comparto che più di altri ha purtroppo sofferto in maniera consistente negli ultimi anni: nonostante le recenti performance positive dell’industria culturale italiana nel suo complesso, l’editoria sembra purtroppo che arranchi ancora, dimostrando un tenore di vita tutt’altro che effervescente e delle prospettive di crescita non molto incoraggianti. Come puntualmente avviene, anche quest’anno l’Associazione Italiana Editori (AIE) ha elaborato un rapporto sui numeri che caratterizzano il settore nel nostro Paese: nel 2017 sembrano esserci segnali vagamente positivi, anche se i fasti (nemmeno troppo rosei) del periodo pre-crisi sono ancora lontani.
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DESIGN ECONOMY ITALIANA: UN SETTORE IN ASCESA
di redazione WeCanBlog
Il settore del design made in Italy è tra quelli che negli ultimi tempi stanno facendo registrare performance di rilievo. Si tratta di un comparto che ha saputo raccogliere favorevolmente il testimone della storica tradizione italiana in un’ottica di innovazione, sostenibilità, qualità, estetica e creatività. Termini quanto mai attuali quando si parla di made in Italy e di lavoro: in effetti la design economy presenta anche notevoli potenzialità occupazionali nell’immediato futuro, attraendo professionisti qualificati. In questo articolo mostriamo prima di tutto alcuni numeri del settore, recentemente fotografato dalla Fondazione Symbola. Quindi ci concentriamo sul profilo del capitale umano, con particolare attenzione alle filiere formative.
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LA CINA E LA RAI
di Stefano Balassone
Può sembrare strano, ma ce lo chiediamo lo stesso: la Via della Seta ovvero la rotta strategica dello sviluppo cinese, riguarda strutturalmente la informazione Rai a partire dal variopinto assetto di testate e testatine? Probabilmente sì, perché: Punto 1: La “via della seta”, alla faccia di chi vedeva la Cina totalmente assorbita dal rapporto con gli USA dirimpettai nel Pacifico, allude al suo sbarco nel bel mezzo del Mediterraneo, con tanto di riferimento al medio evo delle carovane che, a staffetta, dall’estremo oriente giungevano, ad alimentare di merci, i traffici delle repubbliche marinare italiane. Insomma, se la Cina sarà come in molta parte già è, la potenza economicamente più espansiva, noi, molo nel mediterraneo, ne intermedieremo, come al tempo di Dante, il rapporto con l’Europa. Una svolta epocale, un mare di opportunità. Ad accorgersene!
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UNO STUDIO SULLE MAFIE DI MEZZO TRA LEGALE E ILLEGALE
di Ferruccio Pelos
Lo scorso venerdì 20 ottobre, alla Libreria Binaria – Centro Commensale del Gruppo Abele a Torino sono stati presentati e discussi i risultati della ricerca pubblicata nel volume Le mafie di mezzo. Mercati e reti criminali a Roma e nel Lazio(Donzelli Editore 2017), curata da Vittorio Martone sociologo già PhD presso l’Università di Napoli Federico II e componente del LARCO (Laboratorio di Analisi e Ricerca sulla Criminalità Organizzata – Università di Torino). Con l’Autore ha discusso il prof. Rocco Sciarrone dell’Università di Torino. Maria José Fava, referente di Libera per il Piemonte, ha coordinato il dibattito. Sciarrone, direttore del LARCO, ha anche coordinato i progetti di ricerca da cui scaturisce il libro di Martone.
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