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Design economy italiana: un settore in ascesa

Il settore del design made in Italy è tra quelli che negli ultimi tempi stanno facendo registrare performance di rilievo. Si tratta di un comparto che ha saputo raccogliere favorevolmente il testimone della storica tradizione italiana in un’ottica di innovazione, sostenibilità, qualità, estetica e creatività. Termini quanto mai attuali quando si parla di made in Italy e di lavoro: in effetti la design economy presenta anche notevoli potenzialità occupazionali nell’immediato futuro, attraendo professionisti qualificati. In questo articolo mostriamo prima di tutto alcuni numeri del settore, recentemente fotografato dalla Fondazione Symbola. Quindi ci concentriamo sul profilo del capitale umano, con particolare attenzione alle filiere formative.

 

Alcuni numeri della design economy

Secondo quanto emerge dal rapporto della Fondazione Symbola sull’economia del design, l’Italia è infatti tra i leader continentali per fatturato delle imprese di design, con:

  • 4,4 miliardi euro
  • 29.000 imprese
  • 47.274 addetti

A portare il sorriso sul volto del settore sono soprattutto le tendenze in atto. In 5 anni, infatti:

  • il fatturato delle aziende della design economy è cresciuto del 12,3%
  • gli occupati di settore sono cresciuti del 5,4%

La design economy può dunque essere considerata a tutti gli effetti un fiore all’occhiello del Made in Italy: nel nostro Paese le competenze degli operatori del design sono infatti sempre al passo con le evoluzioni del mercato e con gli sviluppi tecnologici, grazie a un sistema di formazione che, tra scuole, istituti di formazione e corsi di laurea, è in grado di aprire a moltissimi giovani una finestra su un panorama occupazionale di grande fascino.

Detto in altri termini, professioni come quella del web designer o dell’architetto d’interni possono rappresentare un buon approdo per i giovani creativi interessati a lavorare in un settore in forte crescita.

 

Alcuni numeri sul sistema formativo in materia di design

Ma vediamo brevemente qual è la situazione dal punto di vista della formazione. In Italia, nel 2015 sono stati ben 7.940 gli studenti che hanno conseguito il titolo di studio presso istituti di design riconosciuti dal MIUR. Anche in questo caso il dato è in forte crescita (+7% rispetto al 2014), soprattutto in Lombardia, Piemonte e Lazio, regioni che da sole formano oltre i due terzi dei designer italiani.

Gli enti in grado di attivare corsi per la formazione di professionisti legati al design sono nel nostro Paese ben 89, così ripartiti:

  • 29 Università
  • 20 Accademie di Belle Arti
  • 20 Accademie legalmente riconosciute
  • 14 Istituti autorizzati al rilascio di titolo AFAM
  •   6 Istituti Superiori per le Industrie Artistiche (ISIA)

Senza dubbio un grande ventaglio di luoghi deputati a offrire opportunità formative cui indirizzare i giovani studenti delle scuole superiori, i quali saranno poi in grado di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro che, in termini di fabbisogni formativi, è fortemente alla ricerca di professionisti specializzati nelle seguenti aree del design:

  • Product
  • Fashion
  • Space
  • Communication
  • Service & Strategic
  • Digital

Ed ecco, proprio nell’ultimo punto appena citato, un altro dei valori aggiunti dell’economia del design: la sua apertura verso la cosiddetta digital economy e il mondo dell’ICT (un settore a sua volta in rapida crescita), in un rapporto virtuoso che metta in comunicazione i due ambiti puntando alla condivisione di competenze e capacità: i designer sono infatti chiamati sempre più spesso a progettare spazi virtuali oltreché fisici, e questo vuol dire nuove competenze e professionalità per nuove frontiere da valicare.

 

L’articolo originale è su Orizzonte Scuola

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