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NEWSLETTER n.246 del 26 NOVEMBRE 2019 


 '' LA RIVOLUZIONE NECESSARIA: PIU' LAVORO, MENO ASSISTENZA ''

Il valore del lavoro, per un nuovo equilibrio socio-economico

di Raffaele Morese

Senza accorgercene, passo dopo passo, si è affermata in Italia una verità tanto banale quanto pesante: sulle spalle di una minoranza che lavora (il 45% dice Luca Ricolfi nel suo utilissimo e chiarissimo “La società signorile di massa”, Ed. la nave di teseo) campa l’intera popolazione italiana. Anzi più precisamente: su quella minoranza e sul debito pubblico si regge l’equilibrio socio-economico del nostro Paese. Detto in altre parole, se non c’è lavoro legale e dignitoso, c’è assistenza. Tertium non datur.    

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Proposte anti-declino per rilanciare l’economia

di Romano Prodi

L’economia mondiale non va certo a gonfie vele ma, se teniamo conto delle incertezze e degli errori della politica, le cose vanno forse un po’ meglio di quanto non si potesse prevedere. L’arrivo di una crisi sistemica è stato per ora solo evitato da decisioni che, negli Stati Uniti, in Cina ed in Europa, hanno fornito un temporaneo paracadute all’economia, ma non ne hanno certo preparato un robusto cammino di crescita.

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Gli anni 20 del 2000**

di Francesco Occhetta

La premessa. Quello che stiamo vivendo è un tempo che chiede di non dividerci tra credenti e non credenti, ma tra uomini morali e non; tra chi promuove il bene di tutti e sa calcolare le conseguenze delle sue scelte e chi si divide per privilegiare interessi di parte; tra chi rilancia un sogno e chi semina paura, tra chi ha programmi inclusivi e chi propaganda slogan esclusivi e identitari; tra chi usa parole di speranza o chi preferisce usare parole di odio.

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Europa, occorre una politica post-crescita

di Gael Giraud

Assieme a tutte le donne e a tutti gli uomini che rifiutano di essere le prossime vittime del neo-liberismo, dobbiamo non solo cambiare le nostre modalità di vita quotidiana, ma anche esigere e attuare delle politiche globali, macro-economiche, che siano all’altezza dei disastri planetari in corso. E per far questo è necessario liberarci dai dogmi: da tutte quelle favole inventate, a partire da John Locke, dalle élite finanziarie occidentali: la “mano invisibile” del mercato, la concordanza miracolosa dell’egoistico interesse personale con l’interesse generale, la deificazione dei mercati finanziari, la necessità di aumentare il Pil per vivere in pace...

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Il lavoro come chiave della cittadinanza (**)

di Giorgio Gori

Buongiorno a tutti e grazie per questa occasione di confronto. 
Oggi avevo pensato di parlarvi “da sindaco”, per condividere con voi le difficoltà di un ruolo costantemente in trincea e per raccontarvi come tanti sindaci democratici siano riusciti – in una fase politica decisamente non favorevole – a vincere le ultime elezioni amministrative.
Di come queste affermazioni siano nate dalla concretezza e dalla prossimità. Soprattutto, dalla capacità di tenere insieme, ciascuno nella sua città, crescita e inclusione sociale, innovazione e solidarietà, apertura e appartenenza. Ma mi fermo qui.

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La politica vera si fa fuori dai partiti*. Intervista a F.Barca (**)

di Alberto Pizzoli

Fabrizio Barca, il suo nome compare tra gli ospiti della tre giorni organizzata dal Pd a Bologna, dal 15 al 17 novembre, “Tutta un’altra storia”. Cosa proporrà al suo ex partito?

Dalle parole di Zingaretti e Cuperlo che ho sentito, il Pd si mette in una posizione di ascolto della cultura politica e delle organizzazioni di cittadinanza, e quindi anche del Forum disuguaglianze e diversità. Quello che serve sono radicalità e capacità di costruire ponti. Noi ci permettiamo di essere radicali, nel senso che le nostre proposte danno potere alle persone. In questo modo tutto assume vita.

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Le ragioni per continuare a preoccuparsi delle disuguaglianze*

di Elena Granaglia**

Il tema del contrasto alle disuguaglianze continua a suscitare perplessità nel nostro paese. Perché occuparsi delle disuguaglianze quando queste sarebbero sostanzialmente stabili? I veri problemi non sono forse povertà, impoverimento e bassa crescita anziché ciò che capita nella parte medio-alta e alta della distribuzione? Se così, di questi problemi dovremmo occuparci, nella consapevolezza delle differenze fra le politiche contro la povertà/l’impoverimento e a favore della crescita, da un lato e le politiche contro le disuguaglianze, dall’altro. Paradigmatico, al riguardo, è l’articolo di Borga su Il Foglio del 26 agosto c.a.

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Cambia, cresce, merita. Un nuovo Sud, in una nuova Europa*

di 

Perché oggi è così urgente rivolgere l’attenzione al nostro Mezzogiorno? Perché la questione meridionale rappresenta il campo obbligato da attraversare per pensare lo sviluppo del nostro paese.

L’ultimo tentativo di chiudere il divario tra Mezzogiorno e Centro-Nord risale all’intervento straordinario degli anni ’50-70 che ebbe il merito di costruire infrastrutture fondamentali per il Sud – strade e autostrade, ferrovie, porti, reti elettriche, dighe e acquedotti, scuole, ospedali – e di accelerarne l’industrializzazione. Il divario in termini di Pil pro-capite calò di 10 punti percentuali nell’arco di venti anni e la crescita del Meridione potenziò il “miracolo economico” italiano.

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Contro la recessione un Patto per il Lavoro a tre livelli*

di Leonello Tronti**

La recessione dell’economia italiana per ora è stata solo tecnica, ma quella vera è alle porte: tra i grandi paesi europei, l’Italia è stata la sola a presentare nella seconda metà del 2018 la terza recessione dal 2008. Ecco perché, seppure in una situazione di crescente difficoltà dell’economia mondiale e di quella europea, è assolutamente indispensabile che il Paese inverta la rotta e ritorni a crescere.

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La Cgil alla prova della svolta green (*)

di Andrea Ranieri (**)

Le grandi entusiasmanti manifestazioni del 27 settembre in tutto il mondo hanno diviso, com’era giusto il mondo politico e quello dell’informazione. «Gretini» comincia a chiamare i giovani manifestanti la stampa di destra che inizia a ragionare – si fa per dire – su quale super ricco e super potente ci stia dietro, accompagnando l’onda di un senso comune abbastanza diffuso che tende a disconoscere e ridurre alla misura dell’utile e dell’interesse qualsiasi azione dettata dalla solidarietà e dalla generosità.

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