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LETTERA APERTA AL PD

L’ 8 e il 9 giugno andremo a votare per il nuovo Parlamento europeo. In gioco vi è il successo della definitiva integrazione politica e istituzionale dell’Europa. 

Il voto sarà per i singoli partiti e non per le coalizioni. Nella consapevolezza che soltanto uniti si vince e che ovviamente divisi si può competere ma si perde, resta l’esigenza che le forze politiche che si identificano nella prospettiva di un’Europa federale sappiano delineare un insieme di politiche convergenti. Questa prospettiva è opposta a quella delle forze sovraniste, che vogliono far prevalere sempre e comunque le prerogative dei singoli Stati dell’Unione.  Invece, l’europeismo è l’unica, vera patria possibile.

Per questo, indipendentemente dalle singole opzioni politiche dei firmatari, ci rivolgiamo soprattutto al PD, in quanto principale forza politica dello schieramento di centro sinistra, perchè non si limiti a generici appelli volontaristici, ma esponga proposte chiare, capaci di coinvolgere le diverse anime del riformismo italiano e recuperare al voto la crescente quota di disaffezione registrata nelle più vicine elezioni. Quest’ultima va considerata la priorità assoluta in questa fase.

Si deve, innanzitutto, sottolineare la volontà di mettere subito in cantiere la  costruzione di un’Europa che sia una compiuta comunità di cittadini, definendo una struttura statuale federale, nella quale si decide a maggioranza; dove il Governo dell’Europa sia eletto dal Parlamento europeo; che abbia un  bilancio più consistente per una “governance” economica dell’Unione accanto a quella monetaria; che si attuino politiche economiche, industriali, sociali, emigratorie comuni; che si doti di una politica estera unica oltre ad un sistema comune di difesa e un esercito europeo. 

Una Europa federale è necessaria anche a seguito dei mutamenti geopolitici internazionali che impongono di dare risposta in modo sostenibile e inclusivo alle nuove sfide sociali, emigratorie, economiche, ambientali, tecnologiche. Risposte essenziali per riconquistare anche la pace tra i popoli. Senza un’Europa autorevole, nessun Paese europeo potrà sentirsi sicuro sia di mantenere l’attuale e la futura prosperità, sia di partecipare alla costruzione di una pace e una sicurezza globali. 

Il processo di formazione di una forte identità europea può essere meglio condiviso, quanto più si valorizzerà il comune patrimonio culturale e si ridimensioneranno le diseguaglianze sociali, economiche, territoriali e di genere.  L’area di azione ha confini vasti, tocca decisivi e delicati aspetti della vita civile e politica dei 450 milioni di europee ed europei. Ma su tutti spicca la questione fiscale, come garante di un welfare pubblico dignitoso e di un benessere diffuso. Per questo, occorre realizzare  un radicale azzeramento della concorrenza fiscale tra i Paesi, sia nei confronti dei singoli cittadini che delle imprese. 

In questo contesto, il sistema fiscale italiano, si deve europeizzare, perdere la sua impronta novecentesca e diventare capace di intercettare i cambiamenti nella distribuzione della ricchezza, per non mettere a rischio la tenuta dello Stato sociale e produrre un progressivo svuotamento della norma costituzionale sulla progressività del prelievo. Di conseguenza, non basta la lotta all’elusione e all’evasione fiscali e contributive. Contrariamente a quanto avvenuto negli ultimi 20 anni, va ristabilita un’alleanza tra ceti medi e le aree più povere del Paese, facendo perno soprattutto sul conflitto d’interesse e sull’intercettazione delle tante forme di rendite cresciute negli ultimi decenni.

Infine, l’Europa deve mettere al centro delle sue politiche anche il complesso tema del lavoro e della sua dignità. Va affrontato il cambiamento epocale della sua qualità per effetto della transizione ambientale ed energetica, della informatizzazione crescente delle attività produttive e della diffusione dell’Intelligenza artificiale. Non sappiamo ancora dove approderà questo mutamento. Ma, da un lato, l’intervento di politica economica e industriale dell’Europa deve diventare strutturale, sia per non snaturare gli apparati produttivi dei vari Paesi, sia per sostenere politiche nazionali di formazione continua e di qualità che evitino nuove sacche di disoccupazione ed esclusione. Dall’altro lato, impone una molteplicità di problematiche: il lavoro povero polarizzato con il lavoro altamente qualificato; il lavoro sempre più integrato con i sistemi di apprendimento nell’intero arco della vita lavorativa; la riduzione del tempo di lavoro in un nuovo equilibrio con il tempo di vita; il lavoro penalizzato dallo squilibrio produttivo e di servizi pubblici tra i territori (specie tra Nord e Sud dell’Italia);   il lavoro e il tempo del pensionamento, passivo ma anche attivo, in continua evoluzione in rapporto all’aumento dell’età media.

Prima ancora dell’iniziativa legislativa, spetta soprattutto alla contrattazione collettiva e alle parti sociali europee e al dialogo sociale nei singoli Stati trovare le soluzioni più idonee perché la dignità delle persone e il loro pieno coinvolgimento nell’attività produttiva e di servizi sia costantemente assicurato in modo da mantenere alta la solidarietà tra lavoratori e lavoratrici europee. Il sindacalismo confederale europeo, sostenuto da quelli nazionali, deve scegliere di lottare per una nuova stagione di riformismo strutturale. 

Per tutto ciò, riteniamo che sarebbe utile e significativo che il PD organizzasse iniziative programmatiche che individuino le priorità che qualificheranno la prossima campagna elettorale. Deve essere un confronto diffuso, con le modalità e nelle sedi più appropriate, per assicurare una partecipazione reale delle persone.

Franco Aloia, Aldo Amoretti, Pier Vittorio Antoniazzi, Sandro Antoniazzi, Emilio Bartezzaghi,  Maurizio Benetti, Giorgio Benvenuto, Salvatore Biondo, Cecilia Brighi, Duccio Campagnoli, Domenico Carrieri, Pinuccia Cazzaniga, Mario Colombo, Mario Conclave, Giuseppe D’Ercole, Emilio Gabaglio, Giovanni Guerisoli, Franco Liso, Marino Lizza, Franco Lotito, Luigi Marelli, Renato Matteucci, Enzo Mattina, Pierluigi Mele, Raffaele Morese, Giorgio Panizzi, Luciano Pero, Sandro Roazzi, Gaetano Sateriale, Cosmano Spagnolo, Carole Tarantelli, Tiziano Treu, Leonello Tronti, Manlio Vendittelli, Silvano Veronese, Luigi Viviani.

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