Il contratto a termine costi di più dell' indeterminato
di Raffaele Morese
In queste settimane si registra una persistente polemica attorno all’incremento occupazionale di circa un milione di posti di lavoro coincidente con la ripresa produttiva che, faticosamente, sta cercando di riportarci alle posizioni pre-crisi. Molti argomenti sono il frutto della volontà di alcuni partiti di ridurre al minimo l’impatto positivo che questa tendenza potrebbe avere sull’opinione pubblica nella già avviata campagna elettorale, a favore dei partiti di Governo. Meglio non tenerne conto. L’accusa principale – su cui vale la pena soffermarci - è che la quota sempre più consistente di questo incremento è formata da contratti a tempo determinato e che quindi la precarietà resta il segno distintivo del nuovo ciclo produttivo.
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Nel “Giorno della Memoria” di Sergio Mattarella
Rivolgo un saluto ai presidenti del Senato, della Camera dei Deputati e della Corte costituzionale, ai membri del governo, a tutti i presenti, a coloro che ci ascoltano attraverso la tv. Un saluto particolare ai superstiti dei campi di sterminio, alla senatrice Segre, ai ragazzi. Il 27 gennaio del 1945 le truppe russe varcavano i cancelli di Auschwitz, spalancando, davanti al mondo attonito, le porte dell'abisso. Quei corpi ammassati, i volti dei pochi sopravvissuti dallo sguardo spento e atterrito, i resti delle baracche, delle camere a gas, dei forni crematori erano il simbolo estremo della scellerata ideologia nazista.
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Programmi elettorali e pensioni
di Maurizio Benetti
Abbondano le promesse nei programmi elettorali più o meno dettagliati. A leggerli non pare di essere in un paese con un debito pubblico superiore al 130%, soggetto ai vincoli di finanza pubblica europea e con la prospettiva di un venir meno della protezione della BCE che tanti miliardi ci ha fatto risparmiare sugli interessi sul debito. Facili e munifici nelle promesse, i programmi sorvolano sulle risorse necessarie a mantenerle. Anche senza considerare i vincoli europei, vedi Salvini, c’è comunque un mercato finanziario internazionale cui assicurare la sostenibilità del debito pubblico, senza la quale, vincoli europei o meno, si rischia parecchio.
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Spesa previdenziale: una discussione su cifre ballerine
di Lorenzo Borga, Gabriele Guzzi
Quanto ci costano le pensioni?
Le pensioni sono un tema caldo delle ultime settimane e continueranno a esserlo per tutta la campagna elettorale. Se in gran parte le polemiche si sono concentrate sull’età di pensionamento (vedi il fact-checking de lavoce.info), forti diversità di vedute sono emerse anche sulla sostenibilità della spesa previdenziale e sul bilancio Inps. I due temi sono strettamente legati, se è vero che saldi negativi nel bilancio dell’Istituto possono essere interpretati come sintomi di una spesa pensionistica insostenibile. Sul tema si affrontano posizioni diametralmente opposte: c’è chi denuncia un buco di 88 miliardi (Federico Fubini sul Corriere della sera) e chi invece (Roberto Pizzuti) sottolinea come il saldo dell’Inps sia addirittura in positivo. Dove sta la verità?
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Come si elude la contribuzione e si indebolisce la previdenza
di Antonino Sgroi
La ricognizione dei modelli utilizzati dai datori di lavoro per sottrarsi, totalmente o parzialmente, agli obblighi fissati dal sistema di sicurezza sociale evidenzia un progressivo e costante spostamento dal lavoro non dichiarato o nero al lavoro dichiarato. Lavoro dichiarato la cui forma giuridica però non corrisponde al concreto dipanarsi del rapporto di lavoro. Il modello “lavoro non dichiarato” è per lo più utilizzato da settori quali l’agricoltura, l’edilizia e in parte il turismo. In questi settori, allorché si tratta di lavori stagionali, tipici dell’agricoltura o di alcuni settori dell’attività turistica, o di lavori edili in favore di privati, il datore di lavoro trova economicamente più conveniente, a fronte di un rischio connesso all’attività di vigilanza oltremodo basso, utilizzare lavoratori a nero.
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Per non far cadere nel dimenticatoio lo IUS SOLI
di Fabio Fonzo
C’è o ci può essere un rapporto ovvero un link (per essere più attuali) fra ius soli, età pensionabile, diritti individuali e di welfare, oneri sociali e via enumerando? Forse sì, ma molto dipende a chi si rivolge la domanda. Intanto ognuno si ricorderà che mentre alla vigilia dello scioglimento delle Camere quello del riconoscimento della cittadinanza italiana ai nati in Italia da genitori stranieri ed ivi residenti era il tema pressoché esclusivo del dibattito politico, ora, in piena campagna elettorale, nessuno ne parla più, perché dovrà essere prerogativa e responsabilità del nuovo Parlamento. E le altre iniziative legislative e di rilievo politico no?
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Nuovo tassello contro la corruzione nel pubblico e nel privato
di Giuseppantonio Cela
Nella complessa azione di prevenzione, opportunamente adottata per contrastare l’attività corruttiva, si inserisce un più incisivo intervento di tutela a favore dei dipendenti che segnalano condotte illecite, di cui siano venuti a conoscenza per ragioni di lavoro. L’iniziativa non è da sottovalutare, in considerazione dell’osservatorio privilegiato dei soggetti di cui trattasi, nè deve apparire superfluo registrare come il diffuso fenomeno corruttivo - deprecabile sotto il profilo etico e non estraneo alla crisi economica – richieda per il suo sradicamento anche la sensibilizzazione e il coinvolgimento collettivi. Tutto questo non è ignorato nell’iter posto in essere, in particolare a partire dalla legge 6/11/2012 n. 190 con l’introduzione di un sistema organico di prevenzione e contrasto alla corruzione sia a livello nazionale che locale o decentrato.
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Il progetto Migrempower per integrare migranti e rifugiati
di Mario Conclave
Attualmente migranti e richiedenti asilo rappresentano una grande sfida per l'intera Europa. L’integrazione dei migranti e il flusso di rifugiati sono diventati oggetto di un costante dibattito nei vari paesi europei. Quando non motivata da atteggiamenti xenofobi di netta contrarietà, la discussione si è incentrata su come promuovere approcci, politiche, teorie e pratiche di integrazione. La convivenza civile e il rispetto reciproco devono essere costruiti attraverso interventi mirati nei sistemi di informazione, formazione e di supporto all’inserimento sociale e lavorativo.
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Il lavoro nero e la maschera del bracciale
di Roberto Mania
Abbasso i braccialetti di Amazon, viva il lavoro nero d’Italia. Paradossale sì, ma fino ad un certo punto. Perché il coro dell’indignazione è giustamente salito in via preventiva (e in campagna elettorale) contro il brevetto riconosciuto negli Stati Uniti alla multinazionale di Jeff Bezos mentre un silenzio pressoché assordante (della politica, in primis) accompagna da sempre i numeri che l’Istat periodicamente comunica sul lavoro sommerso (recentemente sono stati ripresi da una ricerca del Censis-Confcooperative), dove la violazione dei diritti è effettiva, giorno dopo giorno, notte dopo notte, e coinvolge quasi tre milioni di lavoratori, uomini e donne, giovani e anziani.
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IG Metall fa accordo storico: più soldi e meno ore di lavoro
di Gianni Alioti
Il Baden-Württemberg è il primo Land nel quale la IG Metall, dopo aver intensificato la lotta la scorsa settimana con azioni di sciopero di 24 ore (culminate nella giornata di venerdì 2 febbraio con la fermata di 300mila lavoratori del settore automotive), firma l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo. L’adesione totale agli scioperi di avvertimento di gennaio in 275 aziende e negli scioperi della scorsa settimana, che hanno coinvolto oltre un milione e 500mila lavoratori, hanno fatto cambiare idea all’unione degli industriali “Gesamtmetall” (la Federmeccanica tedesca), fino a ieri refrattaria ad ogni concessione, specie in tema di orari di lavoro. Il suo presidente, Rainer Dulger, la settimana scorsa aveva dichiarato: “Quello che non vogliamo sono le aziende ferme per un lungo periodo e le strade piene di bandiere rosse”.
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Il Kairòs di Pierre Carniti
di Francesco Lauria
E’ un grande onore e comporta una certa responsabilità intervenire per parlare di Pierre Carniti davanti a molti protagonisti sindacali che con lui, o comunque durante la sua guida della Fim e della Cisl, hanno condiviso battaglie e impegno.
Il libro che ha “celebrato” gli ottanta anni di Carniti, uscito esattamente un anno fa, nel dicembre 2016, riporta, tra i vari sottotitoli: “una vita senza rimpianti, Pierre Carniti e il suo tempo”.
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Il Papa e la nuova America Latina. Intervista a M. De Giuseppe
di Pierluigi Mele
Quali sono le sfide della nuova America Latina alla Chiesa di Papa Francesco?
Il Continente Latinoamericano sta vivendo un delicato periodo di transizione politica ed economica. Tra sfide vecchie e nuove, qual è il ruolo, geopolitico, di un Papa figlio di quella terra ancora, per dirla con lo scrittore Edoardo Galeano, dalle “venas abiertas” (le vene aperte)? Ne parliamo, in questa intervista, con lo storico milanese, esperto di America Latina, Massimo De Giuseppe. De Giuseppe insegna Storia Contemporanea all’Università “IULM” di Milano.
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