Il Presidente della Repubblica non perde occasione per ricordare all’uomo della strada, ma anche ai potenti del Paese che ci vuole coesione sociale, senso di responsabilità, visione lunga per l’immediato ma anche per il futuro dell’Italia. Ricorda a tutti che “il nemico è il virus”. Temo che sia preso sul serio più dall’ultimo degli italiani, che dai molti che hanno ruoli decisionali e di visibilità importati.
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di Papa Francesco
Voi manifestate una sensibilità e una preoccupazione speciali per identificare le questioni cruciali che ci interpellano. L’avete fatto da una prospettiva particolare: l’economia, che è il vostro ambito di ricerca, di studio e di lavoro. Sapete che urge una diversa narrazione economica, urge prendere atto responsabilmente del fatto che «l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista»[1] e colpisce nostra sorella terra, tanto gravemente maltrattata e spogliata, e insieme i più poveri e gli esclusi. Vanno insieme: tu spogli la terra e ci sono tanti poveri esclusi. Essi sono i primi danneggiati… e anche i primi dimenticati.
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di Manlio Vendittelli
Calma e gesso.
Stiamo subendo il secondo assalto e abbiamo rafforzato in modo troppo leggero le nostre trincee (già debolissime in partenza) … ”e pur bisogna andar!”.
Fuori dalla metafora della guerra sappiamo che il ragionamento sulle misure da prendere in tempi di pandemia riguarda elementi semplici negli enunciati ma che si articolano su situazioni sociali e individuali molto complesse che implicano abitudini, morale, organizzazione sociale ed economica nella formazione della ricchezza, nonché i rapporti funzionali e strutturali tra individui nella famiglia, nel lavoro, nelle relazioni generali.
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Luci ed ombre di un modello di sanita'
di Gianfranco Refosco
Il 21 febbraio scorso, in provincia di Padova, è deceduto il primo paziente italiano ammalato di Covid19. La pandemia si è diffusa nel nostro Paese quasi contemporaneamente in Veneto e in Lombardia. Immediatamente, in Veneto, ci si è sentiti investiti da un’emergenza imprevista e dai risvolti pericolosi per la popolazione.
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di Maurizio Benetti
L'ultimo numero di CongiunturaRef è dedicato al tema "Pandemia e disuguaglianza". Immediato è stato per me il richiamo alla recente lettura del libro "La grande livellatrice" di W. Scheidel (Mulino 2019) in cui l'autore esamina i fattori e gli avvenimenti che nella storia dell'umanità hanno determinato una riduzione della disuguaglianza. Scheidel individua quattro cavalieri neri, quattro tipologie di shock violenti, che nel corso dei millenni hanno avuto un effetto riduttivo sulle diseguaglianze di reddito e di ricchezza: guerra con mobilitazione generale della popolazione, rivoluzione trasformativa, crollo dello Stato, pandemie.
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La pandemia, occasione di riabilitazione nella politica penale
La prima ondata di diffusione del COVID 19, con le indicazioni preventive generali, ha trovato anche il sistema carcerario impreparato. E le condizioni strutturali della detenzione hanno favorito preoccupazioni per il rischio di contagio e le reazioni.
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di Claudio Chiarle
In tema di lavoro e produttività riproporre, da parte del Presidente di Confindustria, le vetuste gabbie salariali, concordate nel 1945 tra le organizzazioni sindacali e datoriali in un Paese devastato dalla seconda guerra mondiale, è avere una visione industriale del Paese e della società a dir poco novecentesca, indefinibile, sicuramente fuori dal tempo presente.
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di Giuseppantonio Cela
La modifica all’art.14 del D.lgs n.124/2004 stabilisce una nuova disposizione, esercitabile esclusivamente da parte degli ispettori del lavoro (la formulazione è: appartenenti all’Ispettorato Nazionale del Lavoro), in tutte le ipotesi di violazioni non assistite da sanzioni penali o amministrative. Trattasi di provvedimento immediatamente esecutivo, che, in caso di inottemperanza, comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa da 500 a 3000 euro, senza possibilità di ricorrere alla diffida, anche quale iter agevolativo a favore del datore di lavoro.
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In principio i francesi li chiamavano arabi, appellativo che assume connotazioni peggiorative alla fine degli anni 70, producendo ingiurie come bicot o bougnoule. Poi gli arabi diventano islamici, o peggio islamo-fascisti se non prendono le debite distanze pubbliche dagli atti terroristici compiuti in nome di Allah. Dopo l’11 settembre il secondo epiteto si diffonde.
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