I Paesi dell’Europa meridionale, in modo particolare Italia, Spagna e Grecia, sono stati spesso accusati di avere costituito negli ultimi decenni la porta d’ingresso della nuova immigrazione, e in modo particolare dell’immigrazione irregolare. L’autore si propone di mettere in discussione questo tipo di interpretazioni, analizzando le ragioni della formazione di un’ingente popolazione di immigrati in condizione irregolare e delle successive manovre di sanatoria. La governance dell’immigrazione nell’Europa meridionale appare un processo complesso, poco conforme alle regole formali, influenzato non solo dall’economia ma anche dall’azione di diversi attori non istituzionali, portatori di istanze e sensibilità diverse.
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