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Newsletter NL n.167 del 09/02/2016

 

 

SE 80 VI SEMBRANO POCHI 

di Raffaele Morese

Nel 2014, 80 supermiliardari detenevano una ricchezza pari a quella che accumulano (si fa per dire)  3,5 miliardi di persone povere. Nel 2010 ce ne volevano 388 per eguagliare quella massa di redditi bassi e bassissimi. Della ricchezza planetaria, ne possiedono la metà e tra il 2010 e il 2014 sono passati da 1300 miliardi di dollari a 1900 complessivi. Essendo stati anni di crisi quasi generalizzata, è evidente che questo significativo incremento è avvenuto a spese degli altri terrestri. Oxfam, con il suo Rapporto “Grandi disuguaglianze crescono”, documenta questo esproprio, utilizzando anche le analisi che periodicamente fanno Credit Suisse e Forbes.

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2016, ANNO DEL LAVORO SE L’ITALIA CAMBIA PASSO

di Nicola Cacace

L’Istat ci dice che l’occupazione nel 2015 è aumentata  di 206mila unità e la disoccupazione è scesa all’11,3%. Buone notizie, anche se non siamo in grado di valutare quanto vale l’effetto anticipatore delle assunzioni, per i forti incentivi 2015 che saranno molto ridotti da questo anno e comunque si tratta di gocce in un mare di livelli occupazionali bassissimi.L’Eurostat ci dice che il nostro Paese è ultimo, dopo la Grecia, nell’occupazione dei laureati, ma non solo. L’Italia è il paese europeo che, pur essendo carente di giovani per la bassa natalità, da anni costringe ad emigrare più giovani rispetto a tutti gli altri paesi, Grecia esclusa. Contemporaneamente il Presidente Mattarella ci dice che il 2016 dovrà essere l’anno del lavoro.

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COME E' CAMBIATO IL MERCATO DEL LAVORO NEL 2015

di Ferruccio Pelos

A distanza di un anno dall’ultima lettura che effettuammo sulle statistiche dell’Istat di fine anno su OCCUPATI E DISOCCUPATI (vedi articolo “Dalla lettura di dati e indicatori s’intravede la ripresa?” di F.P. nel N. 146 della Newsletter LINK) è possibile un confronto con gli ultimi dati relativi a tutto il 2015.
La lettura può essere particolarmente interessante, in quanto nel 2015 si collocano importanti provvedimenti a favore dell’occupazione (incentivi alle assunzioni, “Jobs Act”, ecc.), con la possibilità quindi di leggerne le ricadute e gli effetti.
Dalle tabelle dell’Istat vediamo che gli occupati nel dicembre 2015 erano 22 milioni 470 mila, contro i 22 milioni 422 mila del 2014: un aumento di 48.000 mila unità in un anno.
I disoccupati nel 2015 sommano a 2 milioni 898 mila contro i 3 milioni 322 mila del 2014: ci sono quindi 424 mila disoccupati in meno.

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GARANZIA GIOVANI TRA INTERESSE CRESCENTE E PALESI DIFFICOLTA'

di Stefano Barbarini

Il programma “Garanzia Giovani”, attivo a livello europeo e finalizzato all’introduzione nel mercato del lavoro dei giovani Neet tra i 18 ed i 29 anni, continua a catalizzare, nel bene e nel male, l’attenzione della stampa e dei principali operatori del mondo del lavoro. 
Al 28 gennaio 2016,il numero degli utenti complessivamente registrati ha superato le 944 mila unità, di cui 595 mila, circa il 63%, sono stati presi in carico dai soggetti autorizzati (centri per l’impiego o enti privati accreditati), nel senso che i giovani hanno svolto almeno un colloquio di orientamento e hanno firmato un Patto di attivazione. Di questi, circa 269mila, pari al 44%, ha ricevuto una misura prevista dal piano. La più diffusa tra le misure utilizzate consiste nel tirocinio retribuito.

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I PRIMI CHIARIMENTI MINISTERIALI SULLE COLLABORAZIONI

di Giuseppantonio Cela 

Le prime indicazioni operative, dirette al personale ispettivo, in materia di collaborazioni sono contenute nella circolare ministeriale n. 3 dell’1/02/2016 del Ministero del lavoro-Direzione generale per l’attività ispettiva.
L’introduzione nell’ordinamento, attraverso il D.lgs n. 81/2015, attuativo del Jobs act, del discusso rapporto delle collaborazioni organizzate dal committente ha richiamato l’attenzione degli studiosi e degli operatori sulla natura giuridica di tali prestazioni, con riferimento alla loro ascrivibilità o meno ad una nuova tipologia contrattuale o piuttosto semplicemente a peculiari modalità di svolgimento di collaborazioni già conosciute dall’ordinamento. Pragmaticamente, c’è chi ha intravisto nella fattispecie all’esame soprattutto i contratti con gli operatori dei call center e altri similari.

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L’ELUSIONE LEGISLATIVA E' SEMPRE IN AGGUATO

di Fabio Fonzo

Uno dei rischi più frequenti connessi con le modifiche e le innovazioni legislative è quello che va sotto il nome di elusione legislativa delle nuove norme al fine o di sfuggire agli oneri imposti o di acquisire i nuovi benefici introdotti.
A questo destino non è sfuggita la norma che ha previsto l’introduzione nell’Ordinamento del Rapporto di lavoro a tempo indeterminato a benefici crescenti (art. 1, c.118 della legge n.190/2014) che ha voluto favorire  la scelta, da parte datoriale, di tale forma di rapporto di lavoro, scoraggiando il ricorso al rapporto di lavoro a tempo determinato che consente – quando non sia a sua volta elusivo – una più facile risoluzione unilaterale del rapporto stesso,  assolvendo così il datore di lavoro dall’obbligo contributivo conseguente.

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IL CONTRASTO ALLA POVERTA’ DIVENTA STRATEGIA UNIVERSALISTICA

di Mario Conclave

Il 28 gennaio scorso il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero del Lavoro, ha presentato il disegno di legge “Schema di disegno di legge di delega recante norme relative al contrasto alla povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali”.
Essendo un disegno di legge (ddl) che prevede una o più deleghe, è sottoposto dapprima ad un iter ordinario di legge e, approvato, alla presentazione da parte del governo di uno schema di decreto legislativo da varare entro sei mesi dall’approvazione della legge. Nei tempi di definizione normativa vanno considerati i successivi atti amministrativi e organizzativi. 
E’ opportuno partire dai contenuti del testo del provvedimento. Anche perché le interpretazioni applicative, anche autorevoli, soprattutto relative agli aspetti economici, non sono ancorate ad un solido impianto.

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ECO - RIFUGIATI, NON AGIRE E' VERGOGNOSO

di Vittorio  Martone 

Fino all’autunno scorso, l’allarme per una presunta invasione di migranti si è prepotentemente imposto all’opinione pubblica continentale, monopolizzando le prime pagine e divenendo prioritario nelle agende dei governi membri. Successivamente – c’era da aspettarselo – si è avuta una parziale pausa, con uno scivolamento in terza pagina di articoli, cifre e posizioni urlate, preconcette o ideologiche. 
Ora, dopo un inverno mai arrivato, la primavera anticipata è già realtà. Con essa l’inevitabile ripresa dei flussi più ingenti di migranti verso la Fortezza europea. Migranti che in buona parte fuggono da guerre e violenza. Solo lo scorso anno si sono messi in fuga 11 milioni di persone tra Siria, Afghanistan e altre regioni straziate del pianeta. Si tratta di chi ha diritto allo status di rifugiato, con percorsi di tutela e inserimento privilegiati (si fa per dire). 

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BOSS IN INCOGNITO

di Stefano Balassone

Il Boss in incognito è l’ennesima variazione della candid-camera, che consiste nell’osservare azioni e reazioni di persone inconsapevoli di quanto sta accadendo.
L’interesse dello spettatore deriva dal gioco degli equivoci (lui pensa che e invece….) e dall’elemento documentaristico, con gli “inconsapevoli” osservati da una specie di buco della serratura, solitamente ben tappato dalla facciata del quotidiano.
Così, se parli a un collega che ti han detto di addestrare e giudicare e quello invece è il padrone travestito che ti giudica, se sei sorvegliato mentre pensi di sorvegliare, se ti stai giocando l’osso del collo proprio mentre sei super tranquillo, allora si apre un abisso tra la realtà e (la tua) rappresentazione ed è lì che si infila il pubblico a leggerti nei pensieri. 

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LA ''REPUBBLICA AGGIORNATA''. INTERVISTA A STEFANO CECCANTI

di Pier Luigi Mele

In questi mesi il lavoro parlamentare si è concentrato molto sulla riforma della seconda parte della Costituzione. Una riforma, come si sa, che è stata molto osteggiata dalle opposizioni (non senza ipocrisia da parte del centrodestra). Ora la riforma del Senato è stata approvata anche a Palazzo Madama: 180 i sì, 112 i no. La trafila, però, non finisce qui, visto che la riforma dovrà, ad Aprile,nuovamente passare dalla Camera, dove non sarà più possibile proporre emendamenti. Vale a dire che si voterà solo con un “sì” o un “no”. Dopo queste ultime due approvazioni, ci sarà, nell’autunno di quest’anno, il referendum confermativo. In quale direzione sta andando, con queste riforme, il nostro Paese? Parafrasando Maurice Duverger, storico francese delle Istituzioni politiche, si dovrebbe passare da una politica dell’impotenza ad una politica delladecisione.

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