L’Unione Europea resta a metà del guado. Sulla base delle decisioni assunte finora, non è più quell’istituzione che di fronte alle difficoltà di questo o quel Paese fa il ragioniere burbero e punitivo, ma non è neanche quel medico pietoso che molti in Italia pretenderebbero che fosse. E’ un bicchiere mezzo pieno. La logica sovranista non ha fatto breccia nelle riunioni delle scorse settimane. Quella solidaristica non si è dispiegata come la gravità della situazione pandemica richiedeva. Ma il pendolo si è spostato e questo è un risultato di non poco conto.
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di Gabriele Olini
LO SCENARIO EUROPEO E INTERNAZIONALE. Si è detto in un precedente intervento per Nuovi Lavori che l’economia italiana si trova in una situazione di blocco cardiaco. Lo stesso si può dire anche per gli altri paesi, nostri partner più o meno vicini. Lo hanno confermato le stime dell’andamento del PIL nel primo trimestre del 2020, che ovunque sono le peggiori del dopoguerra; nonostante che, in fondo, a parte la Cina, la crisi da Coronavirus è esplosa solo alla fine del trimestre, nel mese di marzo.
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di Thomas Fricke**
Meno abitata, più vecchia e con buona approssimazione, pure più povera. Certamente meno dinamica “perché una popolazione che invecchia perde anche dinamismo”. È la fotografia dell’Italia in cui tra venti, trent’anni si ritroveranno, da adulti, i bambini di oggi, “che vivranno più a lungo, ma saranno circondati da anziani”, spiega Massimo Livi Bacci.
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di Giuseppe De Rita**
Nel versetto biblico l'espressione “lento all'ira" è accoppiata al "ricco di misericordia". Il testo che segue rende conto soprattutto della prima espressione, essendo alimentato da un continuato sconcerto per la gestione della travolgente crisi sanitaria degli ultimi mesi; ma è cosa buona e giusta fare mente e raccoglimento sulla misericordia che ha alitato sulle centinaia e centinaia di persone che hanno perso vita, speranze e affetti per fronteggiare la pandemia con le loro specifiche professionalità e con la loro tensione al bene collettivo e alla coesione sociale.
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di Fabio Tamburini
«Lavoriamo a un modello sostenibile per l'intero Paese, basato sui nostri punti di forza: la capacità di esportare del sistema imprenditoriale e il livello elevato di risparmio degli italiani. Sono convinto che le condizioni ci siano. Utilizziamo questa discontinuità straordinaria per superare i nodi irrisolti del sistema».
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di Veronica De Romanis
Nel Def approvato dal governo, il debito pubblico in rapporto al Pil è previsto salire al 155,7 per cento, circa 20 puntI in più dell’ attuale livello. Questo incremento è il risultato di un maggiore numeratore (più spese e meno entrate) e di un minore denominatore ascrivibile a un crollo del prodotto interno lordo stimato all'8 per cento. In questa fase di emergenza è normale spendere. Fare debito è non solo possibile (le regole fiscali europee sono state sospese) ma è anche desiderabile. Persino Mario Draghi lo ha raccomandato. Anche perché buona parte di questo debito - 220 miliardi - verrà acquistato dalla Bce.
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di Roberto Petrini
L'Italia, secondo il governo, registrerà a fine anno una caduta del Pil dell'8%, per l'Fmi del 9,1%. È vero che siamo in un drammatico "mal comune", con l'Europa che perde oltre 7 punti di Pil, ma viene il dubbio se noi avremo la forza di rialzarci.Lucrezia Reichlin, economista e docente alla London Business School, lei che ne pensa?
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di Dario Di Vico
«Un sostegno temporaneo, con ingresso in minoranza nel capitale, può aiutare le imprese che si sono indebitate per la pandemia e patrimonializzare»
Il nuovo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sin dalle prime uscite ha messo in guardia le imprese dallo statalismo e dal rischio di vivere nell' economia del Debito. Da economista e presidente di Assonime, Innocenzo Cipolletta, condivide questa posizione?
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di Mauro Magatti**
In queste prime settimane la ribalta è stata tutta per la politica e gli stati nazionali. Nella fase dell’emergenza, gli interventi straordinari di finanza pubblica sono stati (e continueranno a essere) essenziali per contenere le conseguenze economico-sociali del lockdown. Un quadro a cui manca ancora il tassello fondamentale dell’Europa. Sappiamo però che queste risoluzioni di urgenza peseranno sul nostro futuro. Sul piano economico, secondo le stime, il debito italiano schizzerà oltre il 150% del Pil.
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Viaggio nell’ universo del lavoro pubblico
di Sabino Cassese *
“Ancora oggi la burocrazia compromette l’efficienza della pubblica amministrazione e costituisce un freno alla crescita economica e sociale del Paese” ha detto il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte, cioè la persona a cui, in ultima istanza, fa capo la burocrazia, il 19 aprile scorso a «ll Giornale», Dichiarazioni di analogo tenore hanno fatto in passato altri titolari di quella carica, come Romano Prodi e Matteo Renzi.
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di Vito Leccese**
È fuor di dubbio che il livello molto alto di persone collocate in smart working, per necessità di contenimento della diffusione della epidemia, ha determinato una rottura con il passato, modificando completamente il tradizionale modo di concepire il lavoro soprattutto nella Pubblica amministrazione. L’auspicio è che non si disperdano le esperienze, come quella del lavoro agile, che possono realmente contribuire a spingere finalmente la Pubblica amministrazione verso i lidi della innovazione e della modernità.
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di Paolo Iacci
Con questa battuta al vetriolo come incipit ho letto nei giorni scorsi della guerra degli asparagi in corso tra Francia e Germania. Lo spargelzeit, la stagione degli asparagi, normalmente in Germania funzionava così: da metà aprile a fine giugno arrivavano dall'Europa dell'est decine di migliaia di lavoratori stagionali che spesse volte guadagnavano abbastanza da poter campare poi a casa loro per molti mesi a seguire.
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