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NEWSLETTER APPROFONDIMENTI n.273-4 del 23 MARZO 2021 


 LA GIUSTA GARANZIA PER I GIOVANI E' INTEGRARE STUDIO E LAVORO

 

Cari Ministri Bianchi e Orlando

di Raffaele Morese

Il contributo essenziale e puntuale di Patrizio Bianchi, che apre questo corposo dossier sul rapporto tra giovani e futuro del lavoro, mi sollecita a inviarvi questa lettera aperta. Siete due persone che hanno dimostrato, negli incarichi istituzionali che avete ricoperto sino ad oggi, di saper governare con logiche sistemiche. Purtroppo, molto spesso i Governi che vi hanno preceduto hanno privilegiato le convenienze più immediate, ricavando, comunque, poco o niente di quello che si aspettavano in termini di consenso.  

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Investire in educazione, per tutta la vita

di Patrizio Bianchi

Il lavoro cambia e quindi deve cambiare anche il sistema educativo. La scuola del '900 era sequenziale, cioè un anno dopo l'altro, le elementari, le medie, le superiori, con una netta separazione fra licei e istituti tecnici e professionali. Dopodiché vi era una università per le professioni liberali, o un percorso di inserimento lavorativo che poteva anche prevedere spazi di formazione ma limitati e rinchiusi dentro un lavoro che a sua volta era irregimentato jn schemi fissi e modelli rigidi.

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Per il rilancio della formazione in uno sviluppo sostenibile

di Andrea Gandini, Gaetano Sateriale

Mario Draghi già al meeting di Rimini disse che il miglior investimento che l’Italia può fare per il suo rilancio è quello dell'inserimento dei giovani al lavoro. E il debito sarà tanto più “buono” quanto più cresceranno i giovani occupati e la produttività del lavoro, in modo da ripagarci i debiti (ingenti) che stiamo per fare. 

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Unire le forze vitali della società sull’investimento nel sapere

di Vincenzo Colla

Il Covid ha drammaticamente evidenziato le difficoltà dei nostri giovani ad inserirsi stabilmente nel mercato del lavoro, confermando tutte le problematiche emerse negli anni relativamente a contratti poveri, tutele mancanti e stipendi poco dignitosi. Non a caso i giovani, insieme alle donne, sono stati i primi ad essere espulsi dal mondo del lavoro affaticato dalla pandemia. 

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Affermare il diritto/dovere di imparare lavorando

di Pierangelo Albini

La pandemia mette anche le nuove generazioni di fronte ad una esperienza difficile e incerta nei suoi esiti. Avvertiamo la delicatezza del momento e sentiamo la necessità di dare ai giovani nuove opportunità per il loro, ma anche il nostro, futuro. Vale sia per quelli che oggi stanno studiando - magari in DAD – per quelli che, invece, cercano lavoro in una contingenza non favorevole ma, soprattutto, vale per quei 2 milioni di NEET che non studiano, non lavorano e nemmeno cercano.

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Riavvicinare giovani e lavoro con la fine della pandemia

di Roberto Benaglia

Tra le diverse e forti turbolenze che la crisi pandemica ha portato nel mercato del lavoro italiano, quella relativa al rapporto tra giovani e lavoro rischia di diventare quella più critica, anche per le debolezze croniche dell’occupazione giovanile nel nostro Paese. 

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La proliferazione degli ITS chiave di volta dell’occupabilità

di Andrea Gavosto

Nel discorso inaugurale alle Camere il premier Draghi ha promesso investimenti per potenziare gli Istituti tecnici superiori (ITS), che offrono ai diplomati delle scuole secondarie una formazione di tipo professionalizzante. Gli ITS rappresentano oggi l’unica alternativa per chi voglia continuare gli studi dopo la maturità con un taglio non accademico, sviluppando competenze immediatamente spendibili sul mercato del lavoro. 

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L’alleanza pubblico-privato per l’orientamento degli studenti

di Marino Lizza

Serve più orientamento a sostegno delle scelte di studio dei ragazzi? 
Sembra una domanda retorica, ma non lo è. Ad osservare i fatti l’interrogativo non solo pare fondato, ma si può addirittura azzardare una risposta: no!
Se un Paese avanzato come il nostro nel 2021 fa sostanzialmente a meno di progettare, organizzare, realizzare e monitorare processi strutturati di orientamento scolastico e formativo, vuol dire che non lo ritiene, se non una necessità, quantomeno una priorità.

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Le competenze dei giovani e il futuro del lavoro

di Alessandro Rosina

La giovinezza rappresenta la fase progettuale di ogni nuova generazione. Dalla capacità, quindi, di realizzare progetti di vita e professionali solidi dipende la solidità e la prosperità di una comunità, di un territorio, di un paese.

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Apprendere è stare sui “confini”, luogo di innovazione

di Cristina Zucchermaglio

In una fase come l’attuale, densa di grandi trasformazioni socio-economiche, le scuole e le università, non possono ancora ingenuamente pensare di «insegnare» solo competenze generali che poi andranno trasferite e/o applicate nei contesti lavorativi (secondo una visione sequenziale in cui prima c’è la fase dello studio e poi la fase del lavoro). 

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Dare "sostenibilità" all’accompagnamento al lavoro

di Pier Giovanni Bresciani

1 - Un breve richiamo preliminare 

Con il termine accompagnamento si tende a connotare in modo sempre più omogeneo, pur nella diversità dei contesti territoriali, settoriali e degli orientamenti politico-istituzionali, il tipo di funzione che si ritiene che i sistemi di istruzione e formazione, quelli socio-sanitari, e quelli del lavoro e dell’occupazione (e quindi i loro operatori) siano chiamati a svolgere a supporto dei destinatari (cittadini, clienti/utenti, a seconda degli approcci), allo scopo di perseguire efficacemente la propria mission istituzionale ed i propri obiettivi professionali.

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Diritto allo Studio, Diritto al Credito

di Marco Morganti 

Gli europei tra i 24 e i 35 anni di età dotati di laurea sono 36 su 100. In paesi come la Francia e la Germania la media sale oltre il 50%; in Italia scende al 26%. Il nostro paese, penultimo assoluto nella classifica UE della valorizzazione del capitale umano, risulta invece di gran lunga primo per incidenza di studenti fuori corso e per diffusione della cosiddetta gig economy, l’economia dei lavoretti in nero nella quale tanti ragazzi perdono la strada della laurea.

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Il piano francese da 100 miliardi, tutti da spendere nel 2021

di Andrea Gandini e Bruno Zannoni

Il governo francese ha presentato nel settembre scorso il proprio Piano (da 100 miliardi di euro) per rilanciare l’economia che verrà finanziato al 40% dal Recovery Fund della UE, il doppio del piano di ripresa avviato dopo la crisi finanziaria del 2008. Esso prevede che l’indebitamento aggiuntivo venga assorbito a partire dal 2025 attraverso la crescita. Sono escluse nuove tasse e anzi se ne prevede la riduzione sulle imprese per oltre 10 miliardi all’anno.

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Il PNRR tedesco e le politiche del lavoro per i giovani

di Matteo Foschi

Sebbene il Next Generation-EU sia stato approvato durante la presidenza tedesca del consiglio europeo, l‘elaborazione di un piano nazionale per l’utilizzazione delle risorse economiche previste non è stata particolarmente al centro della discussione politica degli ultimi mesi.

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L'esperienza ferrarese in tema di “inserimento dei giovani”

di CDS

L' “esperienza ferrarese” (come siamo ormai abituati a intitolare i nostri appunti in merito alla nostra attività per l'inserimento al lavoro dei giovani) ha senso di essere divulgata se il racconto “qualitativo” che ne viene fatto è accompagnato da dati quantitativi che ne dimostrino sia la concretezza dei risultati conseguiti, sia la sua possibile replicabilità anche in altri analoghi contesti territoriali, economici, formativi.

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Focus su Giovani e Lavoro

di CDS

Uno schema per approfondimenti mirati sul lavoro dei giovani.
Il dibattito ricorrente, soprattutto nei momenti di stagnazione dell’economia, intorno alle difficoltà nell’assicurare ai giovani una soddisfacente disponibilità di posti di lavoro si arena inevitabilmente sulla considerazione che se i posti di lavoro sono a rischio per i già occupati (candidati al ruolo di disoccupati, almeno temporanei), resta ben poco da spartire per gli inoccupati (candidati al ruolo di “neet” o di occupati “precari” a tempo indeterminato, cioè indefinibile).

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