Il lavoro sommerso continua ad essere diffuso in Europa, sebbene l’ampiezza e la percezione del problema siano diversi in ogni Paese. Circa un cittadino europeo su dieci (11%) ammette di aver acquistato nell’anno precedente beni o servizi ottenuti da lavoro sommerso,mentre il 4% ammette di aver ricevuto personalmente pagamenti in nero come corrispettivo per lavori svolti. Inoltre una persona su trenta (3%) è stata pagata parzialmente in contanti (“fuori busta”) dal proprio datore di lavoro.Il 50% indica come motivo principale del lavoro sommerso i vantaggi per entrambe le parti, il 21% invoca la difficoltà di trovare un lavoro regolare, il 16% la percezione che le tasse siano troppo alte e il 15% l’assenza di altri redditi. Gli europei dei Paesi meridionali indicano con maggior frequenza la difficoltà di trovare un lavoro regolare (41%) o l’assenza di altre fonti di reddito (26%). I beni e i servizi per i quali è più frequente il ricorso al sommerso sono riparazioni e ristrutturazioni dell’abitazione (29%), riparazioni di automobili (22%), pulizie domestiche (15%) e alimentazione (12%). Il lavoro sommerso degli europei riguarda principalmente riparazioni e ristrutturazioni dell’abitazione (19%), giardinaggio (14%), pulizie (13%) e servizi di baby-sitting (12%).
I risultati dell’indagine sono disponibili on-line:
http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb_special_419_400_en.htm#402