Gli autori ritengono che l’aumento dei lavoratori a tempo determinato nell’Unione Europea non ha contribuito a ridurre la disoccupazione. Il Paese con la più alta percentuale di lavoratori a tempo determinato risulta essere la Polonia. L’aumento di questo tipo di lavoratori deriva dall’obiettivo delle imprese di ridurre i costi fissi connessi alle risorse umane e di realizzare una struttura meno rigida per migliorare la propria performance finanziaria.L’articolo è disponibile on-line:
BIBLIO allegato di NUOVI LAVORI – DIRETTORE RESPONSABILE: -Pierluigi MELE – COMITATO DI REDAZIONE: Giuseppantonio CELA, Mario CONCLAVE, Luigi DELLE CAVE, Andrea GANDINI, Vittorio MARTONE, Pier Luigi MELE, Raffaele MORESE, Gabriele OLINI, Antonio TURSILLI – EDITORE: Associazione Nuovi Lavori – registrazione del Tribunale di Roma n.225 del 30.05.2008