Prevenzione in casa.
Se si vive in un’area a rischio si possono adottare una serie di azioni preventive a seguito di accertamenti preliminari soprattutto in occasione di ristrutturazione delle abitazioni.
Vi sono varie categorie di interventi.
• gli interventi dry-proof, finalizzati ad impedire o minimizzare l’ingresso dell’acqua negli edifici; tra questi:
a) il rinforzo e “l’ancoraggio” dei muri ancorati per evitare il loro collassamento o fenomeni di “galleggiamento”;
b) realizzare recinzioni, porte e finestre che possono essere a contatto con l’acqua a tenuta stagna o protette con barriere mobili;
c) ancorare cisterne e serbatoi muniti di valvole per impedire l’entrata dell’acqua o l’uscita dei materiali in esse contenuti;
d) realizzare i pozzi di luce ubicati a quote superiori rispetto alla situazione per evitare che l’acqua penetri negli scantinati.
Tutto ciò migliora la difesa dei propri beni e permette di avere più tempo per allontanarsi e per mettere al sicuro mobili ed oggetti di valore (5).
• Gli interventi wet-proof, mirati ad aumentare la resistenza una volta che l’acqua sia entrata; tra questi vi possono essere:
a) la costruzione di rilevati di dimensioni ridotte (10-20 cm) possono evitare, in determinate circostanze, che le acque penetrino all’interno di un edificio;
b) elevare le apparecchiature, come quelle elettriche, su piedistalli o piattaforme o istallarle ai piani superiori;
c) proteggere le apparecchiature con sistemi di ancoraggio o di tenuta stagna;
d) realizzare possibilità di fuga nelle case in cui vi è il pericolo di allagamento attraverso uscite di sicurezza poste ad un livello più elevato (per esempio grandi finestre o balconi).
PREVENZIONE “FUORI CASA”
• Gli interventi estensivi per contribuire alla riduzione del rischio, come ad esempio la riduzione delle superfici impermeabili (ad esempio i parcheggi possono essere realizzati con blocchetti “autobloccanti” permeabili al posto di superfici compatte di cemento o asfalto), la realizzazione di reti di drenaggio adeguate; o, come in Olanda, promuovendo green roof, tetti giardini per aumentare le superfici di ritenzione d’acqua).
• La manutenzione e controllo delle reti drenanti e di scolo (ispezione e pulizia dei tombini, verifica dell’occlusione di ponti o passerelle anche su piccoli corsi d’acqua…), segnalando, se necessario, le situazioni pericolose al Comune o a qualche struttura operativa6, con sedi dislocate su tutto il territorio nazionale, di cui è composto il Servizio nazionale della Protezione Civile. Tra queste strutture vi sono: il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco quale componente fondamentale della protezione civile, le Forze Armate, le Forze di Polizia e il Corpo Forestale dello Stato, la comunità scientifica, la Croce Rossa Italiana, le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, le Organizzazioni di volontariato, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico – Cnsas-Cai.
COSA FARE IN CASO DI FRANA
E’ necessario ricordare che in caso di frana non ci sono case o muri che possano arrestarla. Soltanto un luogo più elevato può dare sicurezza. Spesso le frane si muovono in modo repentino, come le colate di fango: bisogna evitare di transitare nei pressi di aree già sottoposte a movimenti del terreno, in particolar modo durante temporali o piogge violente.
Norme di comportamento – Prima di una frana
• Contattare il proprio Comune per sapere se sono presenti aree a rischio di frana nella tua zona;
• Stando in condizioni di sicurezza, osservare il terreno nelle tue vicinanze per rilevare la presenza di piccole frane o di piccole variazioni del terreno: in alcuni casi, piccole modifiche della morfologia possono essere considerate precursori di eventi franosi; in alcuni casi, prima delle frane sono visibili sui manufatti alcune lesioni e fratturazioni; alcuni muri tendono a ruotare o traslare;
• ascoltare i media, radio o televisione8, collegarsi ai social network per apprendere dell’emissione di eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avverse. Anche durante e dopo l’evento è importante ascoltare la radio o guardare la televisione per conoscere l’evoluzione degli eventi;
• Allontanarsi dai corsi d’acqua o dalle incisioni torrentizie nelle quali vi può essere la possibilità di scorrimento di colate rapide di fango.
DURANTE UNA FRANA
• Se la frana viene verso di voi o se è sotto di voi, allontanarsi il più velocemente possibile, cercando di raggiungere un posto più elevato o stabile;
• Se non è possibile scappare, rannicchiarsi il più possibile su te stesso e proteggere la testa;
• Guardare sempre verso la frana facendo attenzione a pietre o ad altri oggetti che, rimbalzando, potrebbero colpirvi;
• Non soffermarsi sotto pali o tralicci: potrebbero crollare o cadere;
• Non avvicinarsi al ciglio di una frana perché è instabile;
• Se si percorre una strada e ci si imbatte in una frana appena caduta, cercare di segnalare il pericolo alle altre automobili che potrebbero sopraggiungere.
DOPO UNA FRANA
• Allontanarsi dall’area in frana. Può esservi il rischio di altri movimenti del terreno;
• Controllare se vi sono feriti o persone intrappolate nell’area in frana, senza entrarvi direttamente. In questo caso, segnalare la presenza di queste persone ai soccorritori;
• Verificare se vi sono persone che necessitano assistenza, in particolar modo bambini, anziani e persone disabili;
• Le frane possono spesso provocare la rottura di linee elettriche, del gas e dell’acqua, insieme all’interruzione di strade e ferrovie. Segnalare eventuali interruzioni alle autorità competenti;
• Nel caso di perdita di gas da un palazzo, NON entrare per chiudere il rubinetto. Verificare se vi è un interruttore generale fuori dall’abitazione ed in questo caso chiuderlo. Segnalare la notizia ai Vigili del Fuoco o ad altro personale specializzato.
COSA FARE IN CASO DI ALLUVIONE (9)
E’ necessario ricordare che durante e dopo le alluvioni, l’acqua dei fiumi è fortemente inquinata e trasporta detriti galleggianti che possono ferire o stordire. E’ importante ascoltare la radio o guardare la televisione per apprendere eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avverse. Macchine e materiali possono ostruire temporaneamente vie o passaggi che cedono all’improvviso: se non si è in fase di preallarme e non piove, porre al sicuro la propria automobile in zone non raggiungibili dall’allagamento; le strade spesso diventano dei veri e propri fiumi in piena.
Norme di comportamento – Prima (preallarme)
• È utile avere sempre a disposizione una torcia elettrica e una radio a batterie, per sintonizzarsi sulle stazioni locali e ascoltare eventuali segnalazioni utili;
• Mettere in salvo i beni collocati in locali allagabili, solo se si è in condizioni di massima sicurezza;
• Assicurarsi che tutte le persone potenzialmente a rischio siano al corrente della situazione;
• Se si abita a un piano alto, offrire ospitalità a chi abita ai piani sottostanti e viceversa se si risiede ai piani bassi, chiedere ospitalità;
• Porre delle paratie a protezione dei locali situati al piano strada e chiudi o blocca le porte di cantine o seminterrati;
• Se non si corre il rischio di allagamento, rimanere preferibilmente in casa;
• Insegnare ai bambini il comportamento da adottare in caso di emergenza, come chiudere il gas o telefonare ai numeri di soccorso.
Durante (allarme o evento in corso)
• E’ preferibile concentrare nel momento del preallarme anche le operazioni previste nella fase di allarme o di evento in corso.
• E’ fondamentale ricordare che la differenza tra il preallarme e l’allarme o evento in corso, può essere minima e di difficile previsione: è sufficiente che la pioggia si concentri in una zona ristretta per dar luogo a fenomeni improvvisi di inondazione.
In casa
• Chiudere il gas, l’impianto di riscaldamento e quello elettrico. Prestare attenzione a non venire a contatto con la corrente elettrica con mani e piedi bagnati;
• Salire ai piani superiori senza usare l’ascensore;
• Non scendere assolutamente nelle cantine e nei garage per salvare oggetti o scorte;
• Non cercare di mettere in salvo l’ auto o i mezzi agricoli: c’è pericolo di rimanere bloccati dai detriti e di essere travolti da correnti;
• Evitare la confusione e mantienere la calma;
• Aiutare i disabili e gli anziani del tuo edificio a mettersi al sicuro;
• Non bere acqua dal rubinetto di casa: potrebbe essere inquinata.
Fuori casa
• Evitare l’uso dell’automobile se non in casi strettamente necessari;
• Se si è in auto, non tentare di raggiungere comunque la destinazione prevista, ma trovare riparo nello stabile più vicino e sicuro;
• Evitare di transitare o sostare lungo gli argini dei corsi d’acqua, sopra ponti o passerelle;
• Fare attenzione ai sottopassi: si possono allagare facilmente;
• Se si è in gita o in escursione, affidarsi a chi è del luogo: potrebbe conoscere delle aree sicure;
• Allontanarsi verso i luoghi più elevati e non andare mai verso il basso;
• Evitare di passare sotto scarpate naturali o artificiali;
• Non ripararsi sotto alberi isolati;
• Usare il telefono solo per casi di effettiva necessità per evitare sovraccarichi delle linee.
Dopo
• Raggiungere la zona sicura, prestare la massima attenzione alle indicazioni fornite dalle autorità di protezione civile, attraverso radio, TV e automezzi ben identificabili della protezione civile;
• Evitare il contatto con le acque. Sovente l’acqua può essere inquinata da petrolio, nafta o da acque di scarico. Inoltre, può essere carica elettricamente per la presenza di linee elettriche interrate;
• Evitare le zone dove vi sono ancora correnti in movimento;
• Fare attenzione alle zone dove l’acqua si è ritirata. Il fondo delle strade può essere indebolito e potrebbe collassare sotto il peso di un’ automobile;
• Gettare i cibi che sono stati in contatto con le acque dell’alluvione;
• Prestare attenzione ai servizi, alle fosse settiche, ai pozzi danneggiati. I sistemi di scarico danneggiati sono serie fonti di rischio.
Il KIT di sopravvivenza
E’ utile, inoltre, avere sempre in casa, riuniti in un punto noto a tutti i componenti della famiglia, oggetti di fondamentale importanza in caso di emergenza quali: kit di pronto soccorso e medicinali; generi alimentari non deperibili; scarpe pesanti; scorta di acqua potabile; vestiario pesante di ricambio; impermeabili leggeri o cerate;torcia elettrica con pila di riserva; radio e pile con riserva; coltello multiuso; fotocopia documenti di identità; chiavi di casa; valori (contanti, preziosi); carta e penna
FARE IL VOLONTARIO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Il Volontariato di protezione civile è componente del Servizio Nazionale (art. 6 della legge n. 225
/1992) e concorre alle attività di protezione civile in qualità di struttura operativa nazionale, con funzioni di supporto alle azioni di protezione civile adottate dalle istituzioni: previsione, prevenzione e soccorso per eventi di protezione civile. Specificamente formato e addestrato, opera mediante prestazioni personali, volontarie e gratuite, svolte da persone che aderiscono a organismi liberamente costituiti senza fini di lucro, inclusi i gruppi comunali di protezione civile. La partecipazione delle organizzazioni di volontariato al sistema pubblico di protezione civile è disciplinata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 194 del 2001.
I PIANI DI SICUREZZA
E’, infine, urgente che vengano attuati piani di sicurezza e protezione civile, che non limitino l’intervento a generici e poco comprensibili “inviti” a stare a casa o a non circolare, ma è indispensabile interdire strade, ponti, sottopassi e tutte le strutture a rischio nei periodi di massima allerta; predisporre sistemi di allarme nei centri abitati per mettere in guardia la popolazione sul pericolo imminente; avviare campagne di informazione e formazione sul rischio;realizzare esercitazioni per verificare l’efficacia dei piani di protezione civile predisposti.
Numeri d’emergenza
115 vigili del fuoco
1515 emergenze ambientali, Corpo Forestale dello Stato
5 Vedi i documenti dell’Environmental Agency – www.environment‐agency.gov.uk/subjects/flood
6 art. 11 della legge n. 225/92
8 Verifica anche su siti internet, ce ne sono molti e spesso sono a livello regionale o provinciale
9 Dal sito www.protezionecivile.gov.it/
*estratto da wwf, Il dissesto idrogeologico. Cosa può fare il cittadino in caso di frane e alluvioni, 2011