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Leggiamo sempre meno, specie i giovani

Il 23 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, evento che, sotto il patrocinio dell’ UNESCO, promuove nel mondo l’abitudine salutare alla lettura e alla scrittura. In un momento come quello attuale, in cui in Italia da più parti si denuncia il dilagare di un fenomeno quale l’ analfabetismo funzionale (l’incapacità di comprendere ed elaborare in maniera adeguata testi scritti), manifestazioni come la Giornata Mondiale del Libro dimostrano tutta la loro attualità e importanza: c’è infatti bisogno di simili iniziative per spronare alla lettura in un’Italia oramai agli ultimi posti in Occidente. Dando una scorsa ai dati riguardanti il settore dell’editoria in Italia, ci si rende infatti conto che non ce la passiamo proprio bene nella confidenza coi libri.

Quanti sono i lettori in Italia?

In Italia i lettori sono davvero pochissimi in relazione alla popolazione totale. Secondo l’ultima rilevazione disponibile dell’Istat, nel 2016 la quota di lettori (ossia coloro che, con più di 6 anni, hanno letto almeno un libro per motivi non scolastici durante l’anno)è del 40,5%. Una percentuale senza dubbio molto scarsa che ci fa toccare il punto più basso dal 2001 a questa parte. In particolare, è sconfortante notare come negli ultimi 5 anni questa percentuale sia in costante diminuzione: dal 46,1% del 2012 al 40,5% del 2016. Il calo dell’ultimo anno è stato trascinato, in particolare, dai lettori più giovani. Nella fascia d’età 15-17 anni, infatti, si è passati dal 53,9% di lettori del 2015 al 47,1% del 2016. Simile sorte è toccata agli appartenenti alla fascia d’età che va dai 20 ai 24 anni: qui si è passati dal 48,9% di lettori del 2015 al 44,7% del 2016. 

Se poi si guarda cosa succede in Italia rispetto al resto dei Paesi occidentali, la situazione sembra davvero penalizzante. Il nostro Paese è agli ultimi posti per quota di lettori sul totale della popolazione, molto lontano, con il suo 40,5%, dai Paesi nord e centro europei ma anche dalla Spagna. A titolo di esempio, si prendano questi numeri riportati dal Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2017 curato dall’AIE – Associazione Italiana Editori:

  • Norvegia: 90%
  • Francia: 84%
  • Canada: 83%
  • Stati Uniti d’America: 73%
  • Germania: 68,7%
  • Spagna: 62,2%

Chi sono i lettori in Italia

Tornando ai dati della rilevazione Istat, si nota che dal punto di vista del genere, sono le donne le maggiori consumatrici di libri, e questa è una tendenza ormai consolidata dal punto di vista storico. Una tendenza, inoltre, in continuo aumento. Il divario con gli uomini, infatti, cresce fin dal 1988. Secondo quanto evidenzia l’ISTAT, nel 2016 sono le ragazze tra gli 11 e i 19 anni (il 58,7% ha letto almeno un libro) il pubblico più appassionato alla lettura. Prendendo in considerazione altre variabili che influenzano l’abitudine alla lettura, scopriamo che i lettori crescono al crescere del titolo di studi. Le laureate e i laureati toccano punte del 73,6%, seguiti da chi ha il diploma (48,9%) e dalla licenza media (23,9%). Se andiamo poi a guardare cosa succede dal punto di vista territoriale, scopriamo che in Italia si legge soprattutto nelle Regioni dell’Arco Alpino (oltre 50%), mentre nel Mezzogiorno la quota di lettori cala drasticamente, soprattutto in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, Regioni in cui non si supera mai quota 30%.

Il mercato e l’economia del libro in Italia

Ma quali sono i dati che caratterizzano il mercato interno dell’editoria italiana? Qual è il giro d’affari che i libri muovono? E quali sono le tendenze negli ultimi anni? Da questo punto di vista possiamo fare riferimento a quanto sintetizzato dalla già citata AIE nel suo rapporto Il mercato del libro in Italia nel 2017. Vediamo innanzitutto quanto vale il mercato italiano del libro. Stando a quanto suggerisce il rapporto, il valore delle vendite del mercato editoriale in Italia sarebbe pari a 1,485 miliardi di euro, valore in aumento nell’ultimo periodo, anche grazie all’espansione della quota dedicata agli e-book. In particolare, i dati degli ultimi 5 anni (quelli riferiti al 2016 e al 2017 sono stime e, a differenza degli altri, contengono anche la quota di Amazon, assente negli anni precedenti) passano dai 1,270 miliardi di euro del 2013 ai 1,485 miliardi del 2017. 

Nel 2017 i canali di vendita privilegiati continuano a essere lelibrerie, 69,6% del valore delle vendite totali, considerando sia quelle indipendenti e/o familiari che di catena, ma è evidente un aumento della quota dei canali online, che si attestano sul 21,3%. Un dato che ci rende la misura di quanto avvenuto negli ultimi anni se confrontato con quello del 2010, quando il valore totale delle vendite delle librerie (indipendenti e di catena) era pari al 78,6%, mentre quello dei canali online al 5,1%. Come le librerie, in calo anche la Grande Distribuzione Organizzata, passata da un valore pari al 16,3% nel 2010 al 9,1% del 2017.

Case editrici e libri pubblicati in Italia

Ma quanti libri sono stati pubblicati in Italia nel 2017? E quante sono le case editrici attive? In totale, l’AIE riporta un dato assoluto pari a 66.757 volumi pubblicati, così suddivisi nelle 3 grandi macrocategorie:

  • Libri per bambini e ragazzi: 9.923
  • Libri di narrativa italiana e straniera: 19.860
  • Altre pubblicazioni: 36.974

Un dato, quello totale, circa 5 volte superiore rispetto a quello relativo al 1980, quando furono pubblicati in Italia 13.203 volumi. Per fotografare la situazione delle case editrici, torniamo ancora una volta a citare i dati Istat. Questi ci dicono che in Italia, nel 2016, sono presenti 1.505 case editrici attive, oltre la metà delle quali è di piccole dimensioni:

  • Piccoli editori: 825 unità
  • Medi editori: 476 unità
  • Grandi editori: 204 unità

Va da sé che, pur essendo un quarto dei piccoli editori, i grandi editori hanno pubblicato nel 2016 la quota di gran lunga maggiore di libri (76,1%), seguiti dai medi (18,4%) e dai piccoli (5,5).

Autore: We Can JobPer approfondimenti su formazione e lavoro visita il sito Wecanjob.it

 

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