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Ho pedalato e continuerò a pedalare con in cuore il sindacato

Il 19 marzo, data scelta non a caso per questo consiglio generale, e il 27 marzo continuano a costituire 2 date tragiche nel nostro calendario sindacale.

La nostra generazione non è ancora riuscita a spiegare né a sé stessa né a quelle successive come mai tra tutti i paesi del mondo occidentale, solo in Italia si sia potuta dispiegare una lunga scia di sangue contro chi voleva costruire tutele più moderne e inclusive per le persone al lavoro. 

Marco Biagi 22 anni fa ed Ezio Tarantelli 39 anni fa hanno ingiustamente pagato il coraggio di idee illuminanti dentro il solco culturale e sindacale della Cisl e della Fim, orientate ad estendere e qualificare il ventaglio dei diritti e delle tutele fruibili per chi lavora. 

Li ricordiamo oggi, insieme a Massimo D’Antona e al metalmeccanico Guido Rossa, figure che non dobbiamo regalare ad altri, convinti che il loro sogno ha bisogno ancora di tutta la nostra azione e impegno, in un’epoca nella quale purtroppo siamo costretti ad assistere ad un arretramento del dibattito sindacale, se è vero che primarie organizzazioni sindacali si dichiarano oggi pronte a referendum abrogativi per cancellare le riforme del lavoro che questo Paese ha provato a mettere in campo. 

La mia relazione sarà essenziale. Oggi è il giorno della Fim che sa andare avanti a testa alta. Oggi è il giorno di un nuovo segretario generale e di un rinnovato gruppo dirigente.

Ho rassegnato con serenità le dimissioni da segretario generale, consapevole e convinto che una serie di condizioni hanno indicato in questo come il tempo giusto per il rinnovamento dei vertici della nostra organizzazione. 

La lunga stagione contrattuale che la Fim ha di fronte, l’orizzonte congressuale del 2025, il sereno stato di salute organizzativa e politica che la Fim vive, la mia carta d’identità e, non lo nascondo, un certo affaticamento, costituiscono i fattori che ho voluto con coscienza considerare, nella convinzione che i tempi e gli impegni che la Fim vive sono ben più importanti delle traiettorie dei singoli dirigenti e delle aspettative personali.

Sta scritto infatti nel Qoelet: “Tutto ha il suo momento e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo”. 

Capire quando è il tempo giusto per esercitare al meglio la responsabilità anche nel lasciare il proprio ruolo, è una dote politica che deve appartenere ad ogni dirigente sindacale.

Non è questo il giorno dei resoconti, dei dati, dei cruscotti, non ho qui bilanci da presentare. Sarà il tempo a saper meglio evidenziare e a far emergere con chiarezza il segno e il possibile patrimonio sindacale di questi quasi 4 anni di mia segreteria generale.

Vi sono tuttavia alcune evidenze che hanno costituito e caratterizzato la vita sindacale della Fim in questi primi anni ’20.

Anzitutto la ritrovata capacità di sviluppare un confronto dentro gli organismi, tra le strutture ed i dirigenti di merito, articolato, dialettico ma rispettoso e trasparente, orientato ad una coesione e unità che io ho perseguito da subito e che insieme abbiamo saputo ricreare. 

Essere coesi è una condizione importante non per stare comodi, ma per far correre l’organizzazione dentro le sfide contrattuali, vertenziali e sindacali che sempre più la Fim deve e vuole vivere da protagonista. 

Per alimentare la coesione occorre ogni giorno provare a prendere decisioni come abbiamo fatto, guardando al bene per l’organizzazione e non al rafforzamento della tranquillità politica del suo segretario generale.

La rotta sindacale di questi anni ha portato la Fim ad essere maggiormente concentrata sulla contrattazione a tutti i livelli, esaltando quella aziendale e dando sostanza e qualità a quella nazionale. In epoca di alta inflazione siamo non a caso l’unica categoria della Cisl ad aver già negoziato per tutti i lavoratori di tutti i comparti aumenti salariali molto significativi, artigiani compresi. Non sono pochi i metalmeccanici che sulla base dei 2 livelli contrattuali stanno incrementando il loro potere di acquisto.

Contrattare bene è e resta il nostro primo mestiere.

In categoria abbiamo fatto accordi e scioperi unitari quando ne vedevamo il merito, e sempre nel nome del merito abbiamo fatto accordi separati o non aderito da soli a scioperi proclamati da altri. Non abbiamo mai scelto per convenienza.

Ci siamo impegnati a sostenere e irrobustire la capacità e la consistenza organizzativa della Fim, investendo laddove soprattutto serve, ovvero nei territori, puntando su nuovo tesseramento e rinnovi Rsu. Sono orgoglioso di aver condotto, senza dover mai alzare la voce, una operazione verità sui dati del tesseramento di cui la Fim beneficerà moltissimo nei prossimi anni in epoca di prossima certificazione della rappresentanza.

Siamo stati protagonisti del sempre più intenso dibattito sindacale sul cambiamento del lavoro e sui nuovi bisogni dei lavoratori che sempre più vedono il settore metalmeccanico coinvolto. 

E’ un tempo nuovo per il lavoro. I metalmeccanici cercano nel lavoro elementi nuovi.

Siete fortunati voi giovani che oggi cominciate a fare i sindacalisti, perché avete l’occasione di generare nuove soluzioni contrattuali partendo da un foglio bianco sul quale scrivere nuove pagine sindacali.

La Fim di questi anni ha continuato a voler essere un sindacato innovativo e volto a leggere il nuovo che il lavoro esprime, ma senza sensazionalismo, semplicemente cercando di coniugare visione strategica profonda con i piedi ben piantati nell’azione sindacale in azienda.

Abbiamo partecipato al dibattito e alla iniziativa confederale convinti delle grandi opzioni e sfide importanti che la Cisl di questi anni sta esprimendo sul piano sindacale. Crediamo, caro Gigi e cara Daniela, di aver contribuito decisamente sia a qualificare la proposta Cisl sia a sostenerla organizzativamente con tutta la nostra solidità. La Fim non deve mai vivere la dimensione confederale come una fatica o una semplice palestra dialettica. Vivere la Cisl è indispensabile per irrobustire la nostra azione sindacale e per crescere nell’organizzazione e con i servizi. Alla Cisl chiediamo semplicemente altrettanta reciprocità. Cara Cisl, è conveniente per te investire ora e nel futuro nei metalmeccanici se vuoi arrivare il prima possibile a quel sindacato nuovo a cui aspiri.

Ma vi sono anche aspetti sui quali la gestione di questi anni è stata non all’altezza o sufficientemente adeguata.

La Fim ha nel dna il fatto di essere un sindacato ad alta caratura politica, e in questi anni non sono stato in grado di alimentare adeguatamente questa dimensione.

Inoltre credo che avrei dovuto spingere di più la Fim ad affrontare ed investire verso una non più rinviabile forte innovazione organizzativa. Mettere i delegati al centro, come abbiamo provato a fare in questi anni, significa dover innovare, digitalizzare, cambiare più profondamente gli strumenti e le agibilità a loro disposizione.

Molte altre iniziative avrei dovuto mettere in campo. Mi scuso per quanto non fatto. Una cosa mi dà più rammarico di tutte: i tanti lavoratori ancora intrappolati nelle crisi aziendali irrisolte e tra loro, permettetemelo da figlio di siderurgico, i metalmeccanici delle Acciaierie di Piombino e dell’ex Ilva che ancora non hanno visto salvi i loro posti di lavoro.

Ma la rotta sindacale è tracciata, la sfida di fare bene e al meglio la Fim ha aumentato di interesse in questi anni stante i cambiamenti in corso, destinati a rottamare modelli di sindacato populisti e capaci solo di indicare problemi in modo generico e con le lenti del passato.

Oggi qui termina la mia esperienza di dirigente sindacale, convinto che sindacalista si resta per sempre. E siccome non si sa che cosa appende al chiodo un sindacalista quando termina, oggi semplicemente scendo di sella. 

Mi troverete su tutte le salite e le fatiche sindacali che la Fim saprà affrontare a tifare e a incoraggiarvi, con passione e rispetto come solo gli straordinari tifosi del ciclismo sanno fare. Ore ed ore ad aspettare che arrivi il proprio beniamino, ma qualsiasi sia la sua posizione e la sua forma lo si incoraggia sempre, mai si tifa contro. Vi incoraggerò a distanza nella lunga e durissima salita che affronterete con il rinnovo del contratto nazionale, convinto che solo il coraggio della Fim potrà portarlo bene a termine, ed esulterò con voi quando vi vedrò tagliare il traguardo.

Cari sindacalisti della Fim, 

Spostate in avanti gli orizzonti della Fim nelle nuove sfide

Siate internazionali, andate in Europa, oggi vero e proprio cortile di casa, ad aprire la mente e gli orizzonti sindacali

Continuate a testimoniare un sindacato di senso e non solo conveniente

Continuate ad esercitare il vostro ruolo con autonomia e libertà  

Coltivate tra di voi il confronto vivo e non il conformismo

Incentivate la lealtà verso l’organizzazione e non la fedeltà verso il gruppo dirigente

Sappiate attorniarvi di gente più brava di voi, ne gioverete, e non di gente ubbidiente

Ha detto infatti Steve Jobs: “Assumere persone intelligenti e dargli ordini non ha alcun senso. Noi assumiamo persone intelligenti affinché siano loro a dirci cosa fare”

Siate umili quando dovete crescere di ruolo, siate generosi quando siete all’apice

Non dimenticatevi di chi vi ha sostenuto nel momento del bisogno, anche se caduto in disgrazia

Non siate solo responsabili, siate inquieti

Combattete l’accidia e la routine sindacale, siate curiosi e veri e propri esploratori sociali

Infondete ai nuovi sindacalisti motivazioni e non solo competenze

Date tutto, abbiate il coraggio di mettere l’organizzazione davanti a voi stessi e sappiate fare un passo di lato o indietro quando avete dato tutto

Ricordatevi che non si diventa dirigenti sindacali solo perché si è segretari generali di qualcosa, si diventa dirigenti veri nella dialettica, nel confronto, nelle decisioni, nelle esperienze, nei problemi, nel metterci la faccia, nel fare sintesi, nel nuovo e anche nel rischio.

E ricordatevi sempre che la Fim è più grande di ogni suo segretario generale

Ora e sempre W i metalmeccanici e W la Fim

*Stralci della relazione al Consiglio Generale della FIM CISL del 19/03/2024 in occasione del passaggio delle consegne da Roberto Benaglia a Ferdinando Uliano a Segretario Generale dell’organizzazione.

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