Il pontificato di Papa Francesco si distingue per uno stile pastorale aperto e concreto, che si riflette profondamente anche nella sua visione economica e sociale. L’immagine della Chiesa in uscita, dell’“ospedale da campo” e del pastore che sente “l’odore delle pecore” ispira un magistero attento ai poveri, agli scartati, alla giustizia ambientale e sociale. Al centro, c’è il rifiuto di un’economia disumana, fondata sull’individualismo e sul profitto a ogni costo.
Nell’enciclica Laudato Si’, Francesco critica duramente il modello del “trickle-down”, secondo cui la ricchezza dei pochi finirebbe per avvantaggiare tutti. Una teoria – dice – che giustifica le disuguaglianze e lascia indietro i più fragili. Di grande attualità anche l’appello, già nel 2015, ad abbandonare i combustibili fossili, poi ripreso dalla COP28.
Il cuore della proposta è l’ecologia integrale, una visione che lega ambiente, economia e relazioni umane. Il Papa denuncia il “riduzionismo antropologico” che ci ha allontanati dalla natura e dagli altri, e invita a una conversione culturale capace di restituire senso al vivere e dignità al lavoro.
Nel 2023, nella sua lettera al Festival dell’Economia Civile, ha ribadito l’importanza di un’economia basata su dono, cooperazione, fiducia e intelligenza sociale. Un’economia “illuminata”, che valorizza l’impresa generativa e promuove una cittadinanza attiva, dentro una democrazia fondata sulla sussidiarietà.
Con l’enciclica Fratelli Tutti, infine, il Papa rilancia la fraternità come chiave per affrontare le sfide globali. Il suo pensiero economico non si limita alla critica, ma avvia processi, costruisce alternative e propone un cammino concreto verso un futuro più giusto, umano e sostenibile.
*Professore di Politica Economica, Università Tor Vergata, Roma