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Il divario tra lordo e netto è da malditesta

I metalmeccanici dopo una lunghissima e difficile trattativa con Federmeccanica, iniziata nel maggio del 2024,  hanno firmato unitariamente l’ipotesi di contratto nazionale 2025-2028 ora al vaglio dei lavoratori.

La trattativa è stata resa complicata anche dal fatto che la clausola di salvaguardia presente nel CCNL precedente aveva portato gli aumenti contrattuali definiti nel contratto 2021/24, pari a 112 €, a 310,92 €, per l’impennata inflazionistica del 2022/23.

L’aumento contrattuale ottenuto con il nuovo rinnovo è di 205,32 € per il livello medio C3 (da erogare in 4 tranches fino al 2028 di cui una già erogata a giugno 2025). L’aumento retributivo corrisponde a una crescita del 9,64% superiore al tasso di inflazione Ipca previsto pari al 7,2%.

Sempre in tema economico il nuovo contratto prevede l’aumento del flexible benefits annuale da 200 a 250 €.

I nuovo CCNL non prevede naturalmente solo miglioramenti economici ma conquista importanti diritti normativi e introduce riduzioni di orario per i turni disagiati.  Sarà utile e importante tornare su questi punti una volta che i lavoratori avranno dato il loro assenso all’ipotesi di accordo.

Da sottolineare la firma unitaria di Fiom, Fim e Uilm che segue la firma unitaria di altri contratti del settore privato (meno nel pubblico impiego). Quello che non riescono a fare le Confederazioni per fortuna lo fanno le categorie, se non l’l’unità, almeno le lotte unitarie.

Il contenuto dell’accordo del CCNL metalmeccanico ci da una dimostrazione di quanto l’unità di azione a livello confederale sarebbe utile e necessaria. I sindacati metalmeccanici hanno ottenuto un buon risultato in termini di incremento economico, in una situazione difficile per il settore e per l’economia nel suo complesso. Un amento di 205,32 €  medi fino al 2028, pari al 9,64%, superiore al tasso di inflazione Ipca previsto.

Hanno dato una risposta a quanto osservato da Banca d’Italia nell’audizione sul D.d.l. bilancio, che la difesa delle retribuzioni va fatta in primo luogo dalle parti sociali, dal sindacato e dalle imprese.

Tuttavia, Banca d’Italia non può ignorare che il sistema fiscale italiano, in particolare l’Irpef, un problema grave lo pone ed è un problema che non può certo essere affrontato dai sindacati di categoria, ma che compete alle Confederazioni, al Parlamento e al Governo.

L’attuale Irpef, costruita nel tempo dai vari governi precedenti al governo Meloni, ma anche peggiorata nella struttura dai provvedimenti operati da questo governo, taglieggia pesantemente gli aumenti contrattuali. Che il problema esista d’altronde, ne è prova la norma presente nell’art. 4 del D.d.l. Bilancio che prevede appunto la riduzione della tassazione sugli aumenti contrattuali.

Norma a mio avviso sbagliata come concezione, perché introduce nuove differenziazioni e nuove complicazioni in un’Irpef già destrutturata, e che comunque così come è formulata non affronta che in minima parte i problemi esistenti.

Vediamo dal punto di vista fiscale cosa succede agli aumenti stabiliti dall’ipotesi di accordo con l’attuale Irpef e con le modifiche previste nel D.d.l. bilancio (riduzione dell’aliquota del 35% e tassazione al 5% degli incrementi retributivi nel 2026 fino a una retribuzione di 28.000  €).   

Per la quota erogata nel 2025 si applica l’Irpef 2025 con le sue aliquote e i suoi scaglioni. Per quella del 2026 entra in gioco la riduzione dell’aliquota del 35% e, per le retribuzioni fino a 28.000 euro, gli amenti del CCNL sono tassati al 5% in sostituzione di Irpef nazionale e addizionali. Le ultime due quote, nel 2027 e 28 sono tassate normalmente dall’Irpef con l’aliquota del 35% ridotta al 33%.

Bisogna quindi individuare quanti e quali metalmeccanici godono della possibilità di usufruire della norma prevista nell’art. 4 del D.d.l. bilancio, ossia hanno una retribuzione inferiore a 28.000 euro.

Nella norma non è chiaro se il riferimento è alla retribuzione lorda o imponibile, non si capisce nemmeno dalla Relazione tecnica. L’UPB indica la retribuzione imponibile, in attesa di un chiarimento da parte delle Finanze prendo per buona questa ipotesi ma indicherò cosa succederebbe nel caso contrario.

Quanti sono i metalmeccanici con retribuzione utili per usufruire della norma ? Non ci sono dati Inps o Istat per livello, ci dobbiamo rifare all’indagine Federmeccanica, l’ultima risale al 2022. 

Nella tabella seguente riporto i dati Federmeccanica 2022 e le retribuzioni per livello portate al 2025 applicando nel 2023/34 gli incrementi di contabilità nazionale della retribuzione per ULD del settore (rispettivamente 3,0% e 3,7%) e per il 2025 un incremento dell’1,6% limitato all’inflazione.

Retribuzioni nel settore metalmeccanico

 Federmec. 2022 (1)          2025Contrib. 9,19 %Contrib. 9,49 %%  dip.
D122.504,724.404,622.161,822.088,61,0
D226.331,928.555,025.930,825.845,111,8
C127.073,929.359,626.661,526.573,40,9
C229.262,631.733,128.816,828.721,619,2
C333.256,036.063,732.749,432.641,224,9
B136.833,239.942,836.272,136.152,29,1
B243.414,747.079,942.753,342.612,013,9
B352.777,357.233,051.973,251.801,510,5
A167.509,473.208,866.480,966.261,38,8
Media37.918,341.119,637.340,737.217,3
  1. Retribuzioni 2022 aumentate del 3% nel 2023, del 3,7% nel 2024

dell’1,6% nel 2025

L’imponibile 2025 che può essere preso a riferimento ai fini dell’applicazione della norma fiscale sugli aumenti contrattuali è indicato nella terza e quarta colonna della tabella a seconda che il contributo del lavoratore sia pari al 9,19% o al 9,49%. Come si vede in ogni caso possono godere del beneficio fiscale previsto dalla norma solo i lavoratori metalmeccanici delle qualifiche D1, D2 e C1 che costituiscono, secondo l’indagine Federmeccanica, il 13,7% dei lavoratori del settore.

Ora su questa percentuale possiamo sollevare molti interrogativi a partire dalla rappresentatività dell’indagine Federmeccanica rispetto al settore.

È possibile che chi risponde ai questionari siano le aziende più strutturate con retribuzioni più elevate e che l’universo complessivo abbia retribuzioni medie più basse. Ma bisogna dire che la retribuzione media che risulta dall’indagine Federmeccanica è pari a circa il 90% di quella risultante dai dati di Contabilità Nazionale del settore dato che non considera voci come straordinari e turni. Mi pare quindi un utile indicatore di riferimento.

Semmai il problema è che se l’amministrazione finanziaria desse l’interpretazione che il limite di 28.000 euro è relativo al lordo e non all’imponibile, verrebbero esclusi anche i livelli D2 e C1 e solo l’1% dei metalmeccanici godrebbe del beneficio fiscale.

Chiarito questo punto vediamo cosa succede agli aumenti retributivi dei metalmeccanici. Gli aumenti contrattuali sono soggetti al duplice effetto delle aliquote formali Irpef e della diminuzione delle detrazioni decrescenti. Questo duplice effetto è rappresentato dalle aliquote marginali effettive (AME) che, applicate all’aumento contrattuale ci dicano quanto è il peso del fisco su quell’aumento.

A fronte di tre aliquote formali corrispondenti ai tre scaglioni, abbiamo oggi 6 AME per effetto delle detrazioni per tipologia di lavoro e delle detrazioni aggiuntive. Nella tabella seguente sono riportati i loro valori per il 2025 e per il 2026 e gli anni seguenti.

Aliquote Irpef formali e marginali nel 2025 / 2026 e seguenti
Scaglioni IrpefAliquote  formaliAME Scaglioni AME
fino a 28.0012317,7da 8.500 a 15.000
27,35da 15.000 a 20.000
32,15da 20.000 a 28.000
da 28.000 a 50.000
35 / 33   
43,68 / 41,68da 28.000 a 32.000
56,18 / 54,68da 32.000 a 40.000
43,68 / 41,68da 40.000 a 50.000 
oltre 50.0004343oltre 50.000

Naturalmente nel 2026 ai lavoratori che rientrano nel limite dei 28.000 euro non si applicano questi valori, ma l’imposta sostitutiva di Irpef nazionale e addizionali del 5%

Nelle tabelle successive sono riportati i valori per livello delle quattro tranches contrattuali lorde e nette. I Valori netti sono ottenuti applicando: una contribuzione del 9,19% (i valori netti sono un po’ inferiori se la contribuzione è del 9,49%); le aliquote AME indicate in tabella; le addizionali regionali e comunali medie nazionali; nel 2026 per i livelli più bassi l’imposta sostitutiva di Irpef nazionale e addizionali del 5%.

I valori medi nazionali delle addizionali sono ricavati dalle dichiarazioni dei redditi dei dipendenti del 2023. Sono dati medi, per alcuni sono maggiori per altri sono inferiori alla realtà.

Tranches contrattuali lorde e nette

 01/06/202501/06/2026
 aumento lordoContrib.AMEAddiz. Irpefaumento nettoaumento lordoContrib.AMEAddiz. Irpefaumento netto
D122,369,1932,152,2013,3342,919,195,0        37,02 
D224,799,1932,152,2014,7847,599,195,0        41,06 
C125,339,1932,152,3015,0848,619,195,0        41,94 
C225,869,1943,682,3012,6949,649,1941,682,30       25,25 
C327,709,1956,182,3010,4453,179,1954,182,30       21,01 
B129,699,1956,182,4011,1756,999,1954,182,40       22,47 
B231,859,1943,682,4015,6061,149,1941,682,40       31,05 
B335,569,1943,02,5017,6068,259,1943,02,50       33,78 
A136,419,1943,02,6017,9969,899,1943,02,60       34,53 












01/06/202701/06/2028

aumento lordoContrib.AMEAddiz. Irpefaumento nettoaumento lordoContrib.AMEAddiz. Irpefaumento netto
D148,089,1932,152,20       28,66 52,359,1932,152,20       31,21 
D253,339,1932,152,20       31,79 58,069,1932,152,20       34,61 
C154,479,1932,152,30       32,42 59,39,1932,152,30       35,30 
C255,649,1941,682,30       28,31 60,579,1941,682,30       30,81 
C359,589,1954,182,30       23,55 64,879,1954,182,30       25,64 
B163,869,1954,182,40       25,18 69,539,1954,182,40       27,42 
B268,519,1941,682,40       34,79 74,599,1941,682,40       37,88 
B376,499,1943,02,50       37,86 83,289,1943,02,50       41,22 
A178,329,1943,02,60       38,69 85,279,1943,02,60       42,12 

Nella tabella successiva un riassunto delle quattro tranches con un confronto tra lordo e netto e il loro rapporto percentuale. Salvo che per i primi tre livelli, ossia come detto per il 13,7% dei lavoratori del settore, per gli altri si può affermare tranquillamente che siamo di fronte ad un autentico taglieggiamento, se non, per i C3 e B1, ad una autentica “rapina”, considerando il livello delle loro retribuzioni. 

Un prelievo del genere dovremmo aspettarcelo solo per redditi molto più elevati, ma è quello che offre l’Irpef attuale.

CCNL Metalmeccanico. Aumenti

retributivi lordi e netti

 Aumenti lordiAumenti netti% netto su lordo%  dip.
D1165,7110,2266,51,0
D2183,77122,2466,511,8
C1187,71124,7466,50,9
C2191,7197,0650,619,2
C3205,3280,6439,324,9
B1220,0786,2339,29,1
B2236,09119,3150,513,9
B3263,58130,4549,510,5
A1269,89133,3349,48,8

Questi dati ci  indicano non solo che la misura posta nel D.d.l. bilancio non affronta il problema, ma che non è più rinviabile una profonda riforma dell’Irpef che riveda non solo aliquote e scaglioni, ma che ponga mano alle detrazioni decrescenti che determinano la numerosità e l’altezza spropositata delle aliquote marginali e determinano differenze non giustificabili tra dipendenti e pensionati.

Non sono interventi parziali, fatti passare per riforme, che possono risolvere il problema. È un tema che riguarda non solo il governo, ma anche l’opposizione e le confederazioni. Il rischio è che in questa situazione possa passare l’idea che allora la tassa piatta (la flat tax) convenga anche ai dipendenti, ma questo sarebbe la fine dello stato sociale.

È necessario invece spingere per ottenere una riforma dell’Irpef che mantenga il principio costituzionale della progressività e che riporti dentro l’imponibile buona parte dei redditi che ne sono stati fatti uscire. È necessario inoltre, per difendere lo stato sociale, che tutti i redditi partecipino al suo finanziamento.

In questo modo sarà possibile che i prossimi rinnovi contrattuali non vedano i loro aumenti retributivi nuovamente taglieggiati e che ad alzare i calici per brindare non siano soprattutto al Mef, ministero dell’Economia e delle Finanze, per le entrate assicurate dai nuovi contratti.

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NEWSLETTER NUOVI LAVORI – DIRETTORE RESPONSABILE: PierLuigi Mele – COMITATO DI REDAZIONE: Maurizio BENETTI, Cecilia BRIGHI, Giuseppantonio CELA, Mario CONCLAVE, Luigi DELLE CAVE, Andrea GANDINI, Erika HANKO, Marino LIZZA, Vittorio MARTONE, Pier Luigi MELE, Raffaele MORESE, Gabriele OLINI, Antonio TURSILLI – Lucia VALENTE – Manlio VENDITTELLI – EDITORE: Associazione Nuovi Lavori – PERIODICO QUINDICINALE, registrazione del Tribunale di Roma n.228 del 16.06.2008

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