Presentato a Roma il 18 aprile scorso, il XIV Rapporto di Antigone offre analisi e riflessioni utili sulle condizioni della detenzioni in Italia. Il rapporto non si limita ad analizzare i dati offerti dall’amministrazione penitenziaria, ma si arricchisce di dati reperiti tramite visite proprie dell’associazione nelle carceri italiane, costituendo un proprio osservatorio consultabile on line[i].
Sovraffollamento. I dati presentati quest’anno rilevano la ripresa del fenomeno di sovraffollamento delle carceri. Il numero dei detenuti nelle carceri italiane ha superato al 31 marzo 2018 le 58 mila unità confermando la tendenza all’incremento[ii]. Dopo una prima fase di diminuzione a seguito degli interventi conseguenti alla sentenza della Corte di Giustizia europea, la crescita negli ultimi due anni è stata di 6 mila unità. E il peso della recidiva continua a farsi sentire.
Condizione giuridica. Non tutte le persone in detenzione sono destinatari di condanna definitiva (solo 38mila) ovvero hanno una condanna non definitiva (10164). In attesa di primo giudizio vi sono 9.712 persone[iii]. Il 34% dei detenuti è in custodia cautelare e dunque in attesa di una sentenza definitiva, un dato in leggero calo rispetto all’anno precedente. Tra gli stranieri la percentuale è più alta, il 39%.
Reati.Le persone sono detenute prevalentemente per reati contro il patrimonio (24,9%), seguiti da reati contro la persona (17,7%) e da quelli previsti relativi alle norme sugli stupefacenti (15,2%). Tra gli stranieri i reati contro la persona sono inferiori rispetto agli italiani; sono maggiori quelli per violazione della legge sulle droghe.
Donne. Le donne sono 2.402, pari al 4,12% della popolazione carceraria. Questa percentuale è rimasta pressoché stabile (piccoli gli oscillamenti: 5,43% al 31 dicembre 1992; 3,83% al 31 dicembre 1998).
I reati delle donne sono in prevalenza quelli contro il patrimonio, la persona e in materia di stupefacenti; seguono quelli contro l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica e la pubblica amministrazione. Al 31 dicembre 2017 su 7.106 detenuti per associazione di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.) 134 erano donne. Su 97 donne detenute per reati di prostituzione, 86 erano straniere.
Rispetto agli uomini sono più ricorrenti i reati contro il patrimonio e quelli per violazione delle norme sugli stupefacenti; sono leggermente più frequenti anche i reati contro la persona, minori mentre lo sono quasi tutte le altre tipologie di reati.
Le donne straniere sono 904, pari al 4,5%. I reati ricorrenti sono in una frequenza analoga a quelle italiane (patrimonio, stupefacenti)
Paesi di provenienza. Nel complesso i paesi di origine, sono Albania (13%), Marocco (18,6%), Romania (13,1%) e Tunisia (10,8%). Le donne detenute sono rumene (25%) e nigeriane (21%), bosniache (5%), marocchine (4%), brasiliane e bulgare (3%).
La disparità nell’utilizzo della custodia cautelare è ancora più evidente per gli stranieri e per le donne. Su un totale di 904 donne straniere in carcere, 523 hanno avuto una condanna, 381 sono solamente imputate, pari al 42,14%. Sono presenti negli istituti penitenziari italiani in tutto 58 madri con 70 bambini.
Gli istituti esclusivamente dedicati alle donne sono cinque (Empoli, Pozzuoli, Roma “Rebibbia”, Trani, Venezia “Giudecca”); nel resto d’Italia la loro detenzione è affidata a reparti ad hoc (52 in tutto) ricavati all’interno di carceri maschili. Negli istituti dedicati, le donne hanno sicuramente maggiori possibilità di poter condurre una vita detentiva calibrata sui loro specifici bisogni.
Lavoro.Il numero dei detenuti lavoratori è cresciuto negli anni, passando dai 10.902 (30,74%) del 1991 ai 18.404 (31,95%) del 2017, con percentuali omogenee nelle diverse aree geografiche (32,5% al Nord, 33,1% al Centro e 31% Sud e Isole)[iv].
La quasi totalità dei “lavoranti” (così vengono chiamati nel gergo penitenziario per definire chi lavora in carcere) è alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria (86,52%). Negli ultimi anni il budget per le mercedi (la forma di retribuzione dei detenuti) è quasi raddoppiato: nel 2010 era 54.215.128 euro (836,7 euro per detenuto), nel 2017 è diventato 100.016.095 euro (1.830 euro per detenuto). Comunque per permettere di lavorare a più persone si riducono le ore di lavoro individuale a brevi periodi o a poche ore settimanali. Tra i detenuti alle dipendenze dell’amministrazione l’82,15% lavorava nei servizi di istituto (la pulizia delle sezioni, la distribuzione del vitto, alcune mansioni di segreteria, la scrittura di reclami e documenti per altri detenuti), il 4,1% nelle lavorazioni, l’1,35% in colonie agricole (con 198 lavoranti in Sardegna e 18 in Toscana), il 7,2% nei gruppi che si occupano della “manutenzione ordinaria delle carceri, (eseguendo lavori di piccola carpenteria, idraulica o elettrotecnica) e il 5,1% in servizi extra murari. Nelle lavorazioni sono impegnati soprattutto detenuti del Sud e Isole (293) e del Centro (296) rispetto a quelli del Nord (66).
Anche le attività interne non sempre vengono gestite dall’Amministrazione penitenziaria: delle 222 attività, 138 sono gestite da soggetti esterni. Tali rapporti con soggetti esterni sono utili a finalizzare le attività lavorative a sbocchi professionali sul mercato esterno. In tale direzione è andato il potenziamento delle commesse per lavori di sartoria e tessitoria (biancheria per caserme e detenuti), di falegnameria (armadi e sgabelli), lavorazione metalli, tipografie, calzaturifici (in particolare a Sulmona e a Pescara si producono calzature destinate al corpo di polizia penitenziaria).
Il numero dei detenuti che lavorano per soggetti diversi dall’Amministrazione penitenziaria è aumentato, seppur di poco, passando dall’11,81% del 1991 al 13,48% del 2017, con percentuali più elevate nel Nord (7,35%) rispetto al Sud e Isole (2,1%) e al Centro (3,7%)[v]. Tra i lavori svolti alle dipendenze di datori di lavoro esterni sono riportati dal rapporto panifici e pasticcerie (ad es. Coop. Pausa Caffè in Piemonte e Pasticceria Giotto a Padova), produzione e vendita di camomilla (Coop. Company in Piemonte), trattamento dei rifiuti (Coop. Ricicla a Rebibbia), riparazione di macchine da caffè (Coop. Ponte coop nel Lazio), automazione industriale (Fare Impresa a Dozza in Emilia Romagna), riparazione di cicli (Liguria), produzione casearia e allevamento (Emilia Romagna), fabbricazione di lampade a Led per le strade (Lombardia), presepi (Emilia Romagna), data entry e servizio in call center (Lombardia). Negli ultimi anni l’Amministrazione penitenziaria sta cercando di incrementare le relazioni lavorative tra carcere e territorio attraverso incentivi economici e protocolli per la realizzazione di attività produttive nelle carceri. Stessa attenzione è rivolta agli enti locali (borse lavoro, impiego nella pulizia della città e nella rimozione di murales dagli spazi pubblici, cura di impianti sportivi). Vi è una richiesta da parte di datori di lavoro non soddisfatta dall’Amministrazione penitenziaria. Le Regioni dove ci sono più posti vacanti sono la Lombardia (83) e la Sicilia (79). Spesso ciò è collegato ad ostacoli burocratici nella contrattualizzazione e alle lungaggini nella selezione della persona adatta per quell’impiego.
Formazione. La formazione, assieme all’inserimento lavorativo, è un altro aspetto del processo di riabilitazione delle persone in stato di detenzione e della possibilità di reinserimento sociale in contrasto con il fenomeno della recidiva. I corsi di formazione coinvolgono solo il 3,8% dei detenuti, sono concentrati soprattutto nel Nord Italia (113 con 1339 partecipanti); nel resto d’Italia sono soltanto 52 e hanno 845 iscritti. Tra i tipi di corsi con più iscritti nel secondo semestre 2017 ci sono quelli di arte e cultura (267), cucina e ristorazione (411), edilizia (137), elettrica (134), agricoltura e giardinaggio (172), informatica (201), igiene e ambiente (109). Tra i corsi di altro tipo (304) troviamo corsi per costruire bastoni, gestire imprese di pulizie, sartoria, lavorazione del cuoio e calzoleria, addetti alla produzione casearia, riparazione cicli, magazziniere, care-giver, operatore di call center, allevatori, turismo, pubblicista.
Criticità riscontrata in molti casi è la non certificazione delle competenze, anche per l’esistenza di vincoli alti alla frequenza.
Radicalizzazione. Il 31 dicembre 2017 il 55,75 % dei detenuti si dichiarava cattolico (32.119). A ottobre 2017 all’interno della popolazione straniera (il 34,4% della popolazione, 19.859, su un totale di 57.737), il più consistente gruppo si è dichiarato musulmano. Riscontrata una certa reticenza alla dichiarazione, l’Amministrazione penitenziaria ha calcolato la provenienza da paesi musulmani: 12.567 nel 2017. Seguono in quantità i cristiani ortodossi (nel 2017 erano 2.481, il 4,3% del totale). Al di sotto dell’uno per cento: evangelisti, avventisti del settimo giorno, testimoni di Geova, hindu e altri.
Tutti gli istituti di pena hanno almeno una cappella. Ma su 86 istituti visitati da Antigone, solo in 20 erano presenti spazi per culti i non cattolici il 23%). Gli imam autorizzati sono 25. A questi si sommano 41 assistenti volontari. I detenuti che fanno da imam sono 97.
A riguardo nel 2015 l’Amministrazione aveva siglato un protocollo d’intesa con l’Unione delle Comunità islamiche italiane (UCOII), col quale prevedeva l’ingresso di imam autorizzati in 8 istituti. Il protocollo doveva essere esteso a tutto il territorio nazionale.
L’Amministrazione penitenziaria si preoccupa di monitorare il fenomeno della radicalizzazione[vi]attraverso tre categorie analitiche e correlati livelli di allerta. La prima categoria, con il livello alto di allerta, comprende chi è in carcere per reati connessi al terrorismo di matrice islamica, senza distinzioni tra condannati, sospettati e imputati; la seconda i detenuti per reati comuni che “condividono un’ideologia estremista e risultano carismatici”; la terza i detenuti comuni giudicati “facilmente influenzabili”, i “followers” (livello di allerta meno alto). Nella prima categoria sono inclusi 506 detenuti, in forte crescita rispetto al 2016. I detenuti del secondo livello di attenzione sono 150. Il terzo livello riguarda 114.
Suicidi e autolesionismo. Vi è stato nel corso del 2017 un incremento del numero dei suicidi rispetto al precedente anno (57)[vii].
Osservazioni. Da esplicitare è innanzitutto l’interpretazione collegata alla delusione per l’inconclusa fase di riforma del trattamento penitenziario. Il rapporto prende atto che il processo legislativo è stato oltremodo lungo ed è incappato, come altre tematiche di attuazione costituzionale, nella fase pre elettorale ed elettorale. Con la necessità di confrontarsi, a proposito della detenzione, con questioni non reali ma largamente percepite perché alimentate oltremodo da sostenitori della sicurezza fatua. Eppure il processo è stato accompagnato dagli ampi approfondimenti degli Stati Generali. La spinta allentata sulla riforma ha indotto alla ripresa del sovraffollamento, certo non omogeneo in tutte le carceri, ma ormai confermato dopo i segnali dell’anno precedente. Con le conseguenze sulla qualità della vita delle persone in detenzione fino ai segnali di suicidi o di autolesionismo e sui processi riabilitativi. Supportati da potenziali finanziamenti ma non da attivazione concreta degli stessi da parte di soggetti qualificati all’interno dell’amministrazione penitenziaria ovvero da dirigenze esterne di enti locali che non riescono a trovare quei canali comunicativi e adattivi dei propri finanziamenti nei confronti dei processi inclusivi della popolazione carceraria. Che lasciano cadere le potenzialità anche provenienti dall’imprenditoria privata, profit e non. E il focus si sposta sui fenomeni di radicalizzazione. E altri paesi già avevano segnalato come le carceri si configurano quale luoghi di congeniale contaminazione. E se non interveniamo con strategie adeguate di contrasto, ma soprattutto di inclusione ci troviamo stretti nell’affrontare le preoccupazioni da migrazione, radicalizzazione, misure di sicurezza.
[i]Sono vent’anni che l’Associazione è autorizzata dal ministero della Giustizia a visitare i 190 Istituti di pena italiani. Oggi sono oltre 70 le osservatrici e gli osservatori di Antigone autorizzati a entrare nelle carceri con prerogative paragonabili a quelle dei parlamentari.
[ii]Detenuti presenti – aggiornamento al 31 marzo 2018
Detenuti presenti e capienza regolamentare degli istituti penitenziari per regione di detenzione |
||||||||
Regione |
Numero |
Capienza |
Detenuti |
di cui |
Detenuti presenti |
|
||
Totale |
Donne |
Totale |
Stranieri |
|
||||
ABRUZZO |
8 |
1.643 |
1.903 |
80 |
356 |
16 |
3 |
|
BASILICATA |
3 |
413 |
506 |
24 |
75 |
1 |
0 |
|
CALABRIA |
12 |
2.734 |
2.659 |
56 |
544 |
21 |
0 |
|
CAMPANIA |
15 |
6.162 |
7.347 |
343 |
990 |
196 |
9 |
|
EMILIA ROMAGNA |
10 |
2.811 |
3.435 |
139 |
1.754 |
62 |
17 |
|
FRIULI VENEZIA GIULIA |
5 |
480 |
675 |
29 |
283 |
15 |
4 |
|
LAZIO |
14 |
5.257 |
6.303 |
369 |
2.612 |
53 |
1 |
|
LIGURIA |
6 |
1.129 |
1.433 |
67 |
751 |
39 |
9 |
|
LOMBARDIA |
18 |
6.226 |
8.574 |
459 |
3.834 |
74 |
13 |
|
MARCHE |
7 |
898 |
911 |
23 |
314 |
14 |
3 |
|
MOLISE |
3 |
263 |
421 |
0 |
127 |
2 |
0 |
|
PIEMONTE |
13 |
3.975 |
4.250 |
155 |
1.888 |
46 |
14 |
|
PUGLIA |
11 |
2.329 |
3.470 |
147 |
488 |
76 |
0 |
|
SARDEGNA |
10 |
2.713 |
2.337 |
36 |
754 |
31 |
1 |
|
SICILIA |
23 |
6.470 |
6.321 |
155 |
1.197 |
90 |
3 |
|
TOSCANA |
16 |
3.145 |
3.311 |
124 |
1.640 |
120 |
25 |
|
TRENTINO ALTO ADIGE |
2 |
506 |
410 |
22 |
285 |
1 |
0 |
|
UMBRIA |
4 |
1.331 |
1.414 |
60 |
524 |
14 |
3 |
|
VALLE D’AOSTA |
1 |
181 |
201 |
0 |
112 |
1 |
0 |
|
VENETO |
9 |
1.947 |
2.342 |
149 |
1.283 |
27 |
10 |
|
Totale nazionale |
190 |
50.613 |
58.223 |
2.437 |
19.811 |
899 |
115 |
|
(*) I posti sono calcolati sulla base del criterio di 9 mq per singolo detenuto + 5 mq per gli altri, lo stesso per cui in Italia viene concessa l’abitabilità alle abitazioni, più favorevole rispetto ai 6 mq + 4 stabiliti dal CPT + servizi sanitari. Il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato.
(**) I detenuti presenti in semilibertà sono compresi nel totale dei detenuti presenti.
Fonte: Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – Ufficio del Capo del Dipartimento – Sezione Statistica
[iii]Detenuti presenti per posizione giuridica.
Detenuti presenti per posizione giuridica |
|||||||||
Regione |
In attesa di |
Condannati non definitivi |
Condannati |
Internati |
Da |
Totale |
|||
Appellanti |
Ricorrenti |
Misti (*) |
Totale |
||||||
Detenuti Italiani + Stranieri |
|||||||||
Abruzzo |
187 |
96 |
57 |
43 |
196 |
1.408 |
111 |
1 |
1.903 |
Basilicata |
76 |
33 |
55 |
8 |
96 |
334 |
0 |
0 |
506 |
Calabria |
689 |
254 |
201 |
69 |
524 |
1.445 |
0 |
1 |
2.659 |
Campania |
1.374 |
839 |
717 |
323 |
1.879 |
4.059 |
8 |
27 |
7.347 |
Emilia Romagna |
454 |
345 |
183 |
72 |
600 |
2.306 |
73 |
2 |
3.435 |
Friuli Venezia Giulia |
166 |
64 |
37 |
16 |
117 |
385 |
6 |
1 |
675 |
Lazio |
1.026 |
719 |
471 |
132 |
1.322 |
3.940 |
11 |
4 |
6.303 |
Liguria |
304 |
105 |
60 |
21 |
186 |
939 |
2 |
2 |
1.433 |
Lombardia |
1.306 |
763 |
611 |
134 |
1.508 |
5.758 |
2 |
0 |
8.574 |
Marche |
191 |
56 |
48 |
7 |
111 |
609 |
0 |
0 |
911 |
Molise |
25 |
24 |
19 |
7 |
50 |
346 |
0 |
0 |
421 |
Piemonte |
563 |
302 |
229 |
48 |
579 |
3.075 |
28 |
5 |
4.250 |
Puglia |
773 |
286 |
185 |
117 |
588 |
2.104 |
2 |
3 |
3.470 |
Sardegna |
250 |
67 |
92 |
20 |
179 |
1.875 |
33 |
0 |
2.337 |
Sicilia |
1.348 |
640 |
373 |
159 |
1.172 |
3.790 |
8 |
3 |
6.321 |
Toscana |
460 |
259 |
141 |
47 |
447 |
2.401 |
0 |
3 |
3.311 |
Trentino Alto Adige |
64 |
31 |
21 |
3 |
55 |
291 |
0 |
0 |
410 |
Umbria |
105 |
84 |
66 |
32 |
182 |
1.126 |
1 |
0 |
1.414 |
Valle d’Aosta |
15 |
11 |
14 |
0 |
25 |
161 |
0 |
0 |
201 |
Veneto |
336 |
207 |
113 |
28 |
348 |
1.651 |
7 |
0 |
2.342 |
Totale detenuti |
9.712 |
5.185 |
3.693 |
1.286 |
10.164 |
38.003 |
292 |
52 |
58.223 |
[iv]Detenuti alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria
|
||||||
Regione |
Lavorazioni |
Colonie |
Servizi |
Manutenzione |
Servizi |
Totale |
Abruzzo |
102 |
0 |
472 |
24 |
26 |
624 |
Basilicata |
0 |
0 |
128 |
6 |
5 |
139 |
Calabria |
4 |
0 |
633 |
45 |
86 |
768 |
Campania |
86 |
0 |
1.582 |
170 |
43 |
1.881 |
Emilia Romagna |
12 |
0 |
828 |
65 |
61 |
966 |
Friuli Venezia Giulia |
0 |
0 |
138 |
13 |
4 |
155 |
Lazio |
79 |
0 |
1.106 |
89 |
57 |
1.331 |
Liguria |
0 |
0 |
272 |
30 |
44 |
346 |
Lombardia |
10 |
0 |
1.750 |
124 |
78 |
1.962 |
Marche |
6 |
0 |
216 |
14 |
19 |
255 |
Molise |
0 |
0 |
79 |
8 |
29 |
116 |
Piemonte |
44 |
0 |
977 |
72 |
59 |
1.152 |
Puglia |
11 |
0 |
865 |
46 |
34 |
956 |
Sardegna |
3 |
198 |
729 |
67 |
40 |
1.037 |
Sicilia |
87 |
0 |
1.238 |
176 |
104 |
1.605 |
Toscana |
153 |
18 |
965 |
136 |
71 |
1.343 |
Trentino Alto Adige |
0 |
0 |
164 |
10 |
8 |
182 |
Umbria |
58 |
0 |
457 |
24 |
14 |
553 |
Valle d’Aosta |
0 |
0 |
30 |
2 |
4 |
36 |
Veneto |
0 |
0 |
454 |
31 |
32 |
517 |
Totale |
655 |
216 |
13.083 |
1.152 |
818 |
15.924 |
[v]Detenuti non alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria
|
|||||||
Regione |
Semiliberi (*) |
Lavoro |
Lavoranti (**) in istituto |
Totale |
|
||
In |
per datori |
Imprese |
Cooperative |
|
|||
Abruzzo |
0 |
14 |
22 |
9 |
0 |
45 |
|
Basilicata |
1 |
1 |
9 |
0 |
0 |
11 |
|
Calabria |
1 |
12 |
14 |
4 |
0 |
31 |
|
Campania |
0 |
181 |
7 |
5 |
9 |
202 |
|
Emilia Romagna |
0 |
59 |
57 |
16 |
33 |
165 |
|
Friuli Venezia Giulia |
0 |
8 |
1 |
0 |
3 |
12 |
|
Lazio |
0 |
53 |
66 |
8 |
70 |
197 |
|
Liguria |
2 |
32 |
36 |
22 |
22 |
114 |
|
Lombardia |
1 |
62 |
286 |
95 |
186 |
630 |
|
Marche |
1 |
9 |
16 |
1 |
0 |
27 |
|
Molise |
1 |
2 |
6 |
0 |
1 |
10 |
|
Piemonte |
2 |
39 |
79 |
0 |
40 |
160 |
|
Puglia |
1 |
27 |
5 |
0 |
15 |
48 |
|
Sardegna |
4 |
30 |
23 |
5 |
4 |
66 |
|
Sicilia |
3 |
81 |
10 |
5 |
10 |
109 |
|
Toscana |
7 |
90 |
69 |
11 |
6 |
183 |
|
Trentino Alto Adige |
0 |
5 |
3 |
1 |
17 |
26 |
|
Umbria |
4 |
7 |
10 |
3 |
5 |
29 |
|
Valle d’Aosta |
0 |
1 |
1 |
0 |
5 |
7 |
|
Veneto |
0 |
25 |
45 |
61 |
277 |
408 |
|
Totale |
28 |
738 |
765 |
246 |
703 |
2.480 |
|
[vi]Per quanto riguarda l’interpretazione del fenomeno della radicalizzazione, il rapporto Antigone fa riferimento alla sociologia francese. “Negli ambienti della sociologia francese si è sottolineato come il non rispetto dei diritti dei detenuti musulmani possa contribuire a creare una visione di sé vittimizzante che in un’estrema minoranza di casi può favorire i processi di radicalizzazione violenta È quanto sostiene Farhad Khosrokhavar in Prisons de France, Editions Robert Laffont, Paris. L’istituzione penitenziaria viene vista come vessatrice, vero volto di una società ingiusta. L’ideologia jihadista consentirebbe allora un’opposizione strutturata, teoricamente salda. L’adesione al jihad permetterebbe inoltre il capovolgimento “magico” dei ruoli: da giudicati si diventa giudici, da condannati giustizieri, oltre che eroi e martiri. Le dinamiche in gioco sono molteplici e complesse”.
[vii]Vedi http://www.ristretti.it/areestudio/disagio/ricerca/index.htm
Anni |
Suicidi |
Totale morti |
2018 |
13 |
34 |
2017 |
52 |
123 |
2016 |
45 |
115 |
2015 |
43 |
123 |
2014 |
44 |
132 |
2013 |
49 |
153 |
2012 |
60 |
154 |
2011 |
66 |
186 |
2010 |
66 |
185 |
2009 |
72 |
177 |
2008 |
46 |
142 |
2007 |
45 |
123 |
2006 |
50 |
134 |
2005 |
57 |
172 |
2004 |
52 |
156 |
2003 |
56 |
157 |
2002 |
52 |
160 |
2001 |
69 |
177 |
2000 |
61 |
165 |
Totale |
998 |
2.768 |
Suicidi e episodi di autolesionismo |
||||||||||||||||||||||
anno |
numero di suicidi realizzati |
tasso di suicidi ogni 10.000 detenuti |
morti naturali in carcere |
tentativi di suicidio |
tentativi di suicidio ogni 10.000 presenti |
Casi di autolesionismo |
Casi di autolesionismo ogni 10.000 detenuti e internati |
|||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||
1992 |
47 |
10,6 |
89 |
531 |
120,31 |
4385 |
993,56 |
|||||||||||||||
1993 |
61 |
11,9 |
111 |
670 |
131,62 |
5441 |
1.068,90 |
|||||||||||||||
1994 |
50 |
9,4 |
86 |
639 |
121,39 |
4893 |
929,50 |
|||||||||||||||
1995 |
50 |
9,9 |
79 |
868 |
172,06 |
4763 |
944,14 |
|||||||||||||||
1996 |
45 |
9,2 |
78 |
709 |
146,10 |
4634 |
954,91 |
|||||||||||||||
1997 |
55 |
11,1 |
67 |
773 |
156,78 |
5706 |
1.157,26 |
|||||||||||||||
1998 |
51 |
10,2 |
78 |
933 |
188,26 |
6342 |
1.279,69 |
|||||||||||||||
1999 |
53 |
10,3 |
83 |
920 |
180,14 |
6536 |
1.279,76 |
|||||||||||||||
2000 |
56 |
10,4 |
104 |
892 |
167,23 |
6788 |
1.272,63 |
|||||||||||||||
2001 |
69 |
12,5 |
108 |
878 |
159,08 |
6353 |
1.151,06 |
|||||||||||||||
2002 |
52 |
9,2 |
108 |
782 |
138,58 |
5988 |
1.061,12 |
|||||||||||||||
2003 |
57 |
10,1 |
100 |
676 |
120,54 |
5804 |
1.034,93 |
|||||||||||||||
2004 |
52 |
9,2 |
104 |
713 |
127,18 |
5939 |
1.059,32 |
|||||||||||||||
2005 |
57 |
9,6 |
115 |
750 |
127,51 |
5481 |
931,87 |
|||||||||||||||
2006 |
50 |
9,6 |
81 |
640 |
123,68 |
4276 |
826,31 |
|||||||||||||||
2007 |
45 |
10,0 |
76 |
610 |
136,81 |
3687 |
826,92 |
|||||||||||||||
2008 |
46 |
8,3 |
96 |
683 |
124,66 |
4928 |
899,45 |
|||||||||||||||
2009 |
58 |
9,1 |
100 |
944 |
149,63 |
5941 |
941,71 |
|||||||||||||||
2010 |
55 |
8,1 |
108 |
1.137 |
167,65 |
5703 |
840,90 |
|||||||||||||||
2011 |
63 |
9,3 |
102 |
1.003 |
148,80 |
5639 |
836,58 |
|||||||||||||||
2012 |
56 |
8,4 |
97 |
1.308 |
196,84 |
7317 |
1.101,14 |
|||||||||||||||
2013 |
42 |
6,4 |
111 |
1.067 |
163,98 |
6902 |
1.060,70 |
|||||||||||||||
2014 |
43 |
7,5 |
48 |
933 |
163,63 |
6919 |
1.213,45 |
|||||||||||||||
2015 |
39 |
7,3 |
69 |
956 |
180,49 |
7029 |
1.327,08 |
|||||||||||||||
2016 |
39 |
7,2 |
64 |
1.011 |
187,28 |
8586 |
1.590,47 |
|||||||||||||||