Il mercoledì prima di Natale, al termine dell’udienza generale, assieme ai pescatori del Medinea e dell’Antartide di Mazara del Vallo, ho incontrato Papa Francesco. Con noi mons. Domenico Mogavero.
Al Papa ho consegnato una copia del docufilm Centootto. Francesco lo ha ricevuto, con quel sorriso che esprime la gioia e la soddisfazione che tutti abbiamo quando le preoccupazioni (in questo caso quelle del sequestro) si risolvono nel bene .
Poi gli ho dato il libretto con la storia di Hope, la giovane donna africana morta nel rogo di Borgo Mezzanone a Manfredonia due anni fa .Quando gli ho raccontato che Hope, Speranza, era il nome che le avevamo dato noi perché di lei non era rimasto nulla, se non il solo corpo martoriato dalle fiamme, ho visto il volto di Francesco cambiare espressione, come se avesse ricevuto un pugno sullo stomaco.
Sono rimasto molto colpito dal fatto che quest’uomo di 85anni, che di drammi e dolori ne ha sicuramente incontrati tanti nella sua vita, abbia dimostrato nei confronti dei pescatori di Mazara e di Hope cosi tanta compassione.
Una compassione che lui stesso ha spiegato:”non è un sentimento di pena”, ma è “il coinvolgersi nel problema degli altri, è giocarsi la vita lì. Ed è questo coinvolgimento, questa compartecipazione, che ci “salva dalla chiusura in noi stessi e ci porta sulla via della vera giustizia”. Quella giustizia sociale che è anche la nostra missione sindacale .
Da questo breve, ma intenso incontro con Papa Francesco, credo di aver capito, ancora di più e ancora meglio, quanto sia entusiasmante essere un sindacalista che si fa coinvolgere nei problemi degli altri, specie dei più deboli, di coloro cioè su cui il peso delle ingiustizie e pari alla mancanza di voce, fino alla assenza di nome.Ho capito che rappresentare gli ultimi è un grande compito e una grande fortuna, anche per noi della FAI Cisl .
Ed e questo l’augurio che faccio a tutti per il Nuovo Anno.
* Segretario Generale FAI CISL