Intervista ad una coppia uomo – donna. Differenze come qualità.
Ambientazione: valle del Trentino: una coltivazione di meli con alberi colmi di frutti.
Intervistatore: Piacere mi chiamo Set e mi hanno dato il compito di intervistarvi; iniziamo con le reciproche presentazioni. Come vi chiamate?
Adamo ed Eva
Intervistatore: E’ un strano caso di omonimia o dei singolari soprannomi?”-
Eva: No, né omonimia, né tantomeno singolari soprannomi: siamo gli originali discendenti di quella prima coppia; per molti frutto del lavoro settimanale di un Creatore diciamo fantasioso, e per altri, di darwiniana provenienza, prima coppia di Sapiens.
Intervistatore: Vi spiego l’argomento di questa breve conversazione: uomo – donna, diversità e ricchezza. Trovandomi di fronte ai discendenti della coppia primigenia vorrei capire quali le disuguaglianze iniziali, mancando il lavorio della storia. E non voglio scendere (o salire) in analisi sociologiche.
Eva: Credo di poter individuare tra le diversità una prima bubbola nel conteggio delle costole, che ci risultano 24 per entrambi, nonostante quello che dichiarò San Tommaso d’Aquino. Per non parlare poi della mela, frutto di cui è ghiotto Adamo e non certo io, ma evidentemente qualcuno allora si è distratto. Passiamo oltre.
Adamo: Confesso che ai nostri avi primigeni, non fu semplice stabilire un rapporto fra loro: numerose apparivano le differenze, e la socialità, essendo solo in due, molto complessa. Per fortuna ci è venuta in aiuto la natura.
Intervistatore. spiegatevi meglio: differenze? Natura? Socialità?
Eva: Cominciamo dalle differenze. Inizialmente la coppia primordiale per appurarle tentò di mangiarsi a vicenda ed effettivamente dopo i primi morsi verificarono di avere un diverso sapore. Non so dire quale dei due risultò più appetibile, tuttavia il cibo fu il primo approccio, ma in seguito il morso si trasmutò in un atto d’amorosi sensi. D’altra parte il rapporto tra cibo, sesso, arte e religione, quando ancora coppia solitaria, risultava piuttosto confuso.
Adamo: Si, la natura fu d’aiuto ai primi due abitanti della terra, perché a differenza dell’oggi, allora essa comandava e pretendeva rispetto. I nostri avi erano inseriti in una circolarità del paesaggio circostante così virtuosa che mai avrebbero potuto tradirla. Poi dal medioevo in avanti la natura si annoiò di tanta virtù e chiese agli uomini di renderla meno onesta e morigerata. Così li invitò prima a tagliare il maggior numero di alberi e boschi, per poi arrivare sino ai giorni nostri, dove pretese di sniffare stupefacenti gas allucinogeni di varie qualità. –
Intervistatore: Scusate abbandoniamo per un momento la natura, che pure vi ha condizionato, e proseguiamo con le differenze.
Eva: Iniziamo da qualche centinaia di migliaia d’anni addietro, per poi camminare verso i nostri giorni.
Quando si trattò di scegliere una qualche ripartizione dei rispettivi ruoli o meglio delle attitudini, caccia e guerra apparivano le attività più semplici e comunque meno impegnative della coltura, della coltivazione dei campi e del governo di una prole scatenata; così quel correre berciante e feroce dietro ad animali ed umani fu affidata al genere maschile, ed è continuata sino ai giorni nostri.
Adamo: Beh, andiamo avanti, allontaniamoci dal paleolitico ed arriviamo al secolo breve passando per il medioevo, il rinascimento e via via sino a noi. E’ vero della guerra ci siamo sempre occupati noi, dandole addirittura una sua dignità, associandola ad un’arte.
Intervistatore: Quindi mi pare di capire che una prima discriminante tra uomo e donna, passa attraverso due vocaboli: pace e guerra. Ma ora, Adamo ed Eva, parlatemi dei diritti.
Eva: – Io paragono i diritti di tutte le singole Eva che si sono susseguite, sin dalla mia prima antenata, ad un elastico che venne tirato ed allungato da Adamo sempre più e con maggior fatica ed opportunismo, sino a quando nel 20° secolo, all’improvviso, gli sfuggì di mano, ed immediatamente tornò nella iniziale dimensione: femminismo, diritti, divisione del lavoro e tempo libero, da quel momento si ripartì da capo, come se Adamo non avesse ancora colto la prima mela.
Adamo: E’ vero, ad un dato momento del secolo breve compiamo una specie di veloce percorso a ritroso: come se i due sapiens, il maschio e la femmina, uno di fronte all’altra, squadrandosi da capo a piedi, si dicessero “abbiamo sbagliato tutto, ricominciamo da capo: ogni diversità deve essere ricchezza”.
Eva: Scusate, vi voglio sorprendere, e vorrei confessare al nostro gentile intervistatore un segreto mai rivelato nei sacri testi: nel boschetto di meli, dove come vi ho riferito, Adamo, e non io, colse il frutto del disaccordo, non eravamo soli.
Adamo: – Eva, attenta stai rivelando troppo: questo doveva rimanere un segreto tra noi e Lui. –
Intervistatore: Ora sono veramente curioso: non eravate soli? E chi c’era oltre voi due?
Eva: Adamo, scusa se tradisco l’accordo, ma è il momento d’essere sinceri. Non eravamo solo noi due, ma in compagnia di tutte, ma proprio tutte le altre identità di genere, LGBT che ora, al preannuncio di un nuovo inizio, reclamano nella diversità, il loro contributo alla ricchezza dell’umano procedere.
E questa ricchezza di genere precedette la cacciata dal paradiso terrestre: quindi fu cosciente creazione o, per altri, legittima scientifica evoluzione. Le mele andarono a ruba, ma quel ricordo così fecondo venne cancellato da ogni rispettabile tomo.
Intervistatore: Questo cambia completamente la mia immagine dell’Eden, che fantasticavo silenzioso, dove gli unici dialoghi, forse anche noiosi, erano tra voi due. Invece scopro una moltitudine dialogante, ciarliera e curiosa. Io sono laico, nonostante mi chiami Set, e sono pronto ad accettare l’idea di un Architetto Superiore tanto magnanimo da accogliere anche la formula così vicina alla creazione E=mc2, ma questo solo in cambio del riconoscimento di una ricchezza delle dissomiglianze ospitata in ognuno di noi.
Adamo: Si, è vero, allora confesso anch’io: nel giardino delle delizie, siamo stati sempre in compagnia, sin dal primo istante. D’altra parte due è numero imperfetto, e non garantisce tutte le potenzialità delle differenze, che se limitate al solo rapporto uomo-donna, apparirebbero noiose e troppo banali per la complessità delle umane vicende.
Eva: Nel Paradiso Terrestre, che vi abbiamo fatto scoprire così affollato, da oggi per onestà intellettuale dovrete scrivere che eravamo Adamo, Eva e tutti gli altri.
*Scrittore e saggista