Abbiamo voluto dare voce a dei simboli. Un po’arbitrariamente, abbiamo selezionato interlocutori che si caratterizzano per essere sia in via di obsolescenza nel grande contenitore dello sviluppo passato, sia in via di riadattamento o ingresso nel futuro prossimo. Sempre che lo stato di incertezza, confusione e finanche orrore in cui stiamo vivendo, lasci spazio alla ragione, alla speranza, alla felicità. Tutto è nelle mani delle persone che popolano questa Terra. Nessuno ne è escluso.
Certo, c’è chi si considera “unto dal Signore”, come ci sono milioni e milioni di donne ed uomini che contano niente in politica o in economia. Ma tutti ormai sanno che stiamo sul Titanic che naviga verso un destino di estinzione. L’icesberg che lo aspetta solo i “terrapiattisti” lo disconoscono. Il resto dell’umanità è avvertita che non è una ipotesi catastrofista, ma una realtà che si può materializzare a velocità esponenziale.
Forse anche per questo, si è preso coscienza che la Storia non è finita, che si può finanche ripetere drammaticamente come nella vicenda clamorosa della guerra all’Ucraina in corso da parte della Russia, ma che si palesa da parecchio tempo, come “terza guerra mondiale a pezzi” (copyright di Papa Francesco) in giro per il mondo. L’equilibrio della pace degli ultimi 75 anni è scompaginato, ma la globalizzazione della questione climatica reclama che tutte le popolazioni concorrano a risolverla.
Non essendoci più discussione sul “se” la questione esista e sia urgente, è sul “come” intervenire per realizzare una transizione regolata e vincente, che non c’è ancora omogeneità di intenti e di azione. In particolare, non c’è consapevolezza della complessità dell’operazione. Intervistando i simboli, abbiamo cercato di mettere a fuoco le ragioni, gli ostacoli e le possibili vie d’uscita della complessità. Non si procederà linearmente e in modo indolore, se non si affermerà un sapere convinto delle interconnessioni tra ciò che deve scomparire e ciò che lo può sostituire. Ce la potremo fare, se nel mondo le aspettative delle giovani generazioni riusciranno a smontare le resistenze di chi, fra quelli che li precedo, giocano la carta del rinvio. Ce lo dicono finanche i simboli più condannati all’estinzione che il tempo sta per scadere.