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Contraddizioni occupazionali: il caso dei neolaureati

Durante un consiglio di facoltà appare all’improvviso un angelo che dice al preside del dipartimento di filosofia: “Ti concederò uno di questi tre doni: saggezza, bellezza o dieci milioni di euro. A te la scelta”.

D’impulso, il professore sceglie la saggezza.

C’è un lampo di luce e il professore sembra trasformato, ma se ne sta lì, a fissare il tavolo.

Uno dei colleghi gli sussurra: “Dì qualcosa”.

Il professore: “Avrei dovuto scegliere i soldi”.

Ieri mi è capitato di leggere l’ultimo Rapporto Excelsior Unioncamere sull’andamento del mercato del lavoro.  Sono 359 mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di marzo 2022, 41mila in più (+13,0%) rispetto a febbraio e 67mila in più (22,9%) rispetto a un anno fa. Tiene quindi la domanda di lavoro, sebbene in un quadro di crescente incertezza per le conseguenze della guerra in Ucraina e la preoccupante crescita dei costi energetici e delle materie prime, fattori che stanno mettendo a forte rischio la ripresa economica. 

Nella percezione delle imprese è aumentata ulteriormente la difficoltà di reperimento di candidati adeguati, che si attesta al 41,1% delle entrate programmate, in aumento di quasi 9 punti percentuali rispetto a marzo 2021 quando erano difficili da trovare il 32,2% dei profili ricercati. Una percentuale davvero enorme.

I laureati di più difficile reperimento sono nel settore medico (52,8%) e ospedaliero (47%). A tal riguardo, segnalo che il numero chiuso a medicina è stato appena riconfermato anche per il 2022. Dopo i medici e gli ospedalieri, i laureati più introvabili sono in ambito farmaceutico(40,3%), informatico (39,7%) e di ingegneria elettronica(34,2%).

Guardando poi la tabella sulle retribuzioni iniziali dei laureati si scopre però che spesse volte i laureati più difficili da trovare guadagnano in ingresso meno dei neolaureati in altre discipline. Ad esempio, secondo i dati Inps, i neolaureati in ingegneria guadagnano mediamente meno che i laureati in giurisprudenza, i medici e gli ospedalieri molto meno dei laureati in economia, gli ingegneri elettronici in alcuni casi meno dei laureati in scienze motorie. 

Forse queste contraddizioni possono spiegare almeno in parte le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali. Perché, ad esempio, sono in costante incremento i laureati che decidono, subito dopo la laurea, di cercare miglior fortuna all’estero, dove trovano stipendi superiori e maggior possibilità di crescita professionale. Tra questi spiccano, tra gli altri, gli ingegneri e gli informatici di cui tutti lamentano la penuria. 

Il mismatch professionale è uno dei più grandi problemi del nostro sistema economico, forse il maggiore in ambito hr per il suo impatto sulla tenuta industriale del nostro Paese. Manca l’orientamento, la programmazione e una coerente scala di valori economici. Chi, però, è senza peccato scagli la prima pietra.

 

*HRonlinen. 7 anno 2022

 

 

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