L’ Associazione Nuovi Lavori in qualità di RTI attuatore del Progetto S.P.E.S.Lab, ha preso parte al terzo tavolo di lavoro nazionale, previsto nell’ambito delle attività del progetto, tenutosi al FORUM PA il 29 maggio 2014 nella sede del palazzo dei congressi di Roma.
La mattinata è stata dedicata al tema delle politiche attive del lavoro e FSE, all’interno del quale ANL è intervenuta con una relazione di Vittorio Martone sulle politiche attive e passive del lavoro e FSE nell’ambito della nuova programmazione 2014-2020. Il progetto S.P.E.S LAB (Servizi per le Parti Economiche e Sociali di tipo Laboratoriale), realizzato grazie al PON GAS FSE 2007-2013 a titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, quale Azione di Sistema per il rafforzamento del ruolo delle parti economiche e sociali, giunto ormai al terzo anno di attività,nasce dall’esigenza di condurre un’Azione di Sistema centrata sul rafforzamento del processo partenariale e strutturata per offrire alle PES strumenti e supporti alla programmazione e alla governance del FSE. Tale progetto intende accompagnare e sostenere le PES lungo un percorso contrassegnato da attività di diversa natura, tutte orientate ad accrescere la loro capacity building nel contribuire alla governance del FSE, sia per migliorarne le performance nel periodo discendente della programmazione 2007-2013, ma anche e in particolare per attrezzarsi adeguatamente nelle fasi della nuova Politica di Coesione 2014-2020.
Gli argomenti trattati all’ordine del giorno, correlati alle politiche attive, sono stati orientati verso temi diversi dai giovani e riferiti sia a dispositivi (anche gli strumenti di incentivazione e la connessione con le politiche passive) da erogare, sia alle strutture di erogazione di tali dispositivi, ovvero ai servizi per l’impiego pubblici e privati.
I lavori sono stati presentati da Sergio Vistarini (Censis), in rappresentanza del RTI attuatore del Progetto S.P.E.S.Lab il quale ha illustrato il tema del tavolo di lavoro in linea con gli obiettivi del progetto stesso: Politiche attive del lavoro e Fondo Sociale Europeo, ponendo maggiormente l’attenzione sul fatto che l’Italia destina a tali politiche soltanto l’1,7 % del Pil contro una media europea del 2%. Ciò che ne consegue è la crescita della disoccupazione -soprattutto quella giovanile – che negli ultimi 5 anni non ha mostrato margini di rallentamento, anzi è raddoppiata passando dal 21,3% al 42,4%.
Analizzando quelli che sono gli Obiettivi tematici dell’accordo di partenariato si può affermare che essi potranno sostenere la politica dedicata al Mercato del Lavoro, come ad esempio “promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori”, ma anche come “migliorare la capacità istituzionale e un’efficiente amministrazione pubblica”. Viene illustrato inoltre il rilevante ruolo delle PES, auspicato anche da parte della Commissione Europea nell’ultimo comitato di sorveglianza del 22 maggio, soprattutto in riferimento alla nuova programmazione del FSE.
L’introduzione agli interventi principali è stata affidata a Luigi Veltro (UIL) Coordinatore del Comitato di Pilotaggio nazionale del Progetto SPES Lab, il quale ha analizzato le competenze delle PES nell’utilizzo delle risorse dei fondi strutturali sostenendo che i fondi europei sono le risorse più certe che la PA dispone. Uno degli obiettivi principali della nuova programmazione è il potenziamento dei CPI; Veltro ha sottolineato come l’Italia abbia speso solamente 500 milioni di euro per CPI utilizzando solamente 100 mila addetti a fronte dei 900 mila impiegati della Germania. Il tema di maggior peso rimane il comprendere come incentrare e spendere le risorse previste nella nuova programmazione per il potenziamento degli stessi. Attualmente la governance dei CPI è quanto mai discussa; ciò è dovuta all’abolizione delle Province che ha fatto venir meno la gestione dei CPI in capo alle stesse, e al job act, che con la previsione dell’istituzione di un’Agenzia Nazionale ha riportato le politiche attive al centro della riforma.
L’intervento di Vittorio Martone (Associazione Nuovi Lavori) ha evidenziato una ricostruzione delle politiche del lavoro in Italia nell’ultimo settennio di programmazione dei fondi comunitari, in particolare:
-le politiche del lavoro nel quadro comunitario (1993 – 2010)
– i dati sulla spesa per le politiche del lavoro in Italia (2008-2012),
-i dati sul profilo dei beneficiari di politiche attive del lavoro (2006-2013),
– alcune recenti evoluzioni nel quadro normativo e regolamentare nazionale,
– I target di Europa 2020 e le prime indicazioni dall’AdP per l’OT8.
Tutti i dati sono consultabili sulle slide allegate agli atti del convegno, disponibili sul portale di progetto www.speslab.it
Al riguardo bisogna tener conto della spesa in politiche attive e passive. Per politiche attive si intende l’adozione di strumenti di policy che permettano l’attivazione dell’offerta di lavoro con l’obiettivo di renderla maggiormente compatibile alla domanda, aumentando la competitività dei sistemi e raggiungendo la piena occupabilità. Policy che a livello comunitario, sono il frutto di tre passaggi fondamentali; il primo riguarda la Strategia Europea per l’Occupazione di Prima Generazione: enfasi sul Workfare State (Essen1994/Lisbona 2000): i cui obiettivi riguardavano l’occupabilità, l’imprenditorialità, l’adattabilità e le pari opportunità; il secondo, circa la Strategia Europea di Seconda Generazione: enfasi sulla Flexsecurity (Lisbona 2005): ovvero la piena occupazione, qualità e produttività;, coesione sociale ed inclusione; ultimo passaggio sarà Europa 2020 concernente l’enfasi sulla Smart, sustainable and inclusive growth.
Maurizio Sorcioni, Responsabile Staff di Statistica, Studi e Ricerche di Italia Lavoro, ha analizzato la spesa sostenuta dall’Italia per le politiche attive e il ruolo dei servizi per il lavoro, soffermandosi su tre argomenti principali, ovvero:
- 1)la spesa per i servizi per il lavoro in Europa, dove questa risulta essere tra le più basse d’Europa (1,7% del Pil);
- 2) I servizi per il lavoro in Italia, facendo riferimento al censimento in riferimento agli individui che hanno effettuato la DID per Genere e Regione nell’anno 2012, e sull’incidenza percentuale del numero di operatori a tempo indeterminato sul totale degli operatori dei CPI per Regioni.
- 3)Il rapporto pubblico privato sottolineandocome l’Italia risulti tra i Paesi con una minore tendenza a far riferimento alla rete dei Servizi per l’Impiego.
Semprein riferimento al tema dei CPI Claudio Andreani, Responsabile FP e gestione FSE Provincia di Pesaro, ha introdotto un ulteriore aspetto riguardante il forte rapporto del CPI con le imprese. Viene illustrata una panoramica dei SPI nella Provincia di Pesaro e Urbino, la quale si caratterizza come territorio a forte vocazione artigiana; infatti il 90 % delle imprese hanno 3-4 dipendenti, e non si registra una forte presenza di grandi imprese.
In materia di organizzazione dei CPI, il relatore ha raccontato come in un primo momento non fossero disponibili risorse umane sufficienti, in seguito l’amministrazione provinciale ha avuto necessità di investire con risorse provenienti dal FSE, con l’obiettivo di far operare i CPI in strutture idonee. In seguito, si è provveduto a snellire la struttura con una maggiore autonomia gestionale e amministrativa. Nel 2000 è avvenuta l’ integrazione dei Servizi per l’Impiego con l’orientamento e la formazione.
Andrea Fusco, Direttore Dip. Servizi per la Formazione, il Lavoro e la Qualità della Vita Provincia di Roma, ha sottolineato, a seguito di una definizione tecnica di politiche attive e passive, l’importanza del lavoro integrato alla formazione per il mantenimento e la crescita del lavoratore. Sono state illustrate inoltre le misure intraprese dalla Provincia di Roma per progetti volti a trasformare e ristrutturare l’ambiente lavorativo dei CPI e il servizio di accoglienza per i clienti, quali la creazione di una rete integrata di servizi per l’occupazione (a favore di una sinergia pubblico privato), di CPI e di Centri di Formazione Professionale tematici (CPI universitari, Scuola del Cinema, Scuola delle Energie), promozione del contratto di apprendistato come modalità di integrazione tra esperienza professionale e formativa e del tirocinio di inserimento lavorativo come passerella verso il lavoro.
Affiliato all’intervento del Dott. Fusco è quello della Dott.ssa Claudia Foschi, Responsabile Centro per l’Impiego “Porta Futuro” – Provincia di Roma – Uff 3 – Dip III “Servizi per la Formazione, il Lavoro e la promozione della qualità della vita”, la quale ha presentato la missione e le attività di “Porta Futuro”, un progetto innovativo finanziato dalla provincia di Roma e inaugurato il 5 luglio 2011, pensato per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, offrendo attività di orientamento, formazione, attraverso l’utilizzazione di strutture tecnologiche dedicate all’incrocio domanda e offerta. Nato sul modello di Porta 22 a Barcellona e delle Città dei mestieri, Porta futuro mette a disposizione dei cittadini e delle aziende del territorio una struttura open space localizzata a Testaccio, dotata di postazioni per l’auto, consultazione e orientamento.
A conclusione della giornata di lavori, sono interventuti Mauro Boati – responsabile coordinamento politiche attive Asso Lavoro, il quale ha focalizzato l’attenzione sul fatto che bisognerebbe facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, andando ad implementare i servizi informativi. Tema di grande attualità è quello riguardante Garanzia Giovani, politica nata per dare una spinta all’occupazione giovanile, anche se la politica nazionale deve essere concordata e articolata a livello regionale, coinvolgendo tutte le forze pubbliche e private poiché non è più tollerabile una disparità di opportunità a livello territoriale.
A nome del Ministero del Lavoro è intervenuta la Dott.ssa D’Angelo, la quale ha fornito una panoramica delle politiche attive a cavallo dei due cicli di programmazione, sottolineandone un’evoluzione. Per quanto riguarda la programmazione 2014-2020 non si ragionerà più solo in termini di politiche, ma soprattutto di target. L’intervento di Daniela Tebaidi, Confindustria, – Coordinatrice del Comitato di Pilotaggio del Progetto S.P.E.S.Lab, ha concluso i lavori, ribadendo il ruolo di supporto del partenariato economico e sociale nella fase di nuova programmazione.
La giornata del 29 maggio si è svolta nell’ambito del terzo tavolo di lavoro previsto dalle attività del progetto Spes Lab, segnalato di recente come Buona Pratica.