In questo articolo vogliamo esaminare come il cinema abbia documentato le evoluzioni economiche, le dinamiche politiche e sociali e la situazione del lavoro e dei lavoratori negli ultimi trent’anni (1983 – 2014).
Per le nostre riflessioni, prendiamo infatti a riferimento due importanti lavori: il primo “Wall Street” di Oliver Stone del 1987 e l’ultimo quello di Martin Scorsese, nelle sale nel 2014 con il titolo “The Wolf of Wall Street”.
Tra i due film che abbiamo scelto ce ne sono altri 18 sul tema della Finanza – la nuova Finanza – che sempre meno ha da spartire con l’economia reale. Le pellicole esaminate sono, in stragrande maggioranza americane, con l’eccezione di due lavori italiani, uno dell’UK, uno USA-UK e uno Franco-Canadese. Come d’altronde americana è Wall Street – il simbolo della finanza mondiale – è il liberismo di Milton Friedman, è la Scuola di Chicago, è l’avvio della globalizzazione e della delocalizzazione, è il superamento del Taylorismo, è la finanziarizzazione dell’economia, sonoi mutui subprime e gli svariati strumenti finanziari che hanno portato alla crisi che dal 2008 ha investito tutto il mondo, e che in gran parte dura ancora oggi.
Sono americane le più grandi banche mondiali, come le agenzie di rating che rappresentano il più colossale conflitto di interesse. La tripla A ai titoli spazzatura, confezionati con quelli dei mutui subprime e l’occultamento della vera realtà del debito greco sono solo due esempi di questo conflitto di interesse e di come si realizzano profitti sulla pelle dei risparmiatori e dell’economia reale.
Come Chaplin ed altri registi ci descrissero negli anni trenta la catena di montaggio, il conflitto sociale, e la Grande Depressione, molti registi, quasi tutti americani ci parlano oggi di finanza virtuale, di economia speculativa, di politici finanzieri e brokers senza morale né scrupoli, del desiderio di potere e di ricchezza, dei guasti del capitalismo selvaggio e senza regole, del dramma della disoccupazione, non solo più operaia ma anche impiegatizia.
Se “Wall Street” descriveva la generazione yuppie e la deriva speculativa del capitalismo, con “The Wolf of Wall Street”, che riprende la storia vera di Jordan Belfort – il più famoso broker di New York – il racconto si fa più duro e pericoloso perché si racconta l’ebbrezza e la bramosia del denaro, il legame del mondo della finanza con le droghe, con le orge, con metodi e comportamenti criminali, con la derisione verso le regole e i rappresentanti della legge.
Un mondo che potrebbe essere molto attrattivo verso milioni di ragazzi e giovani che possono vedere il “cattivo” come simpatico, con le sue otto Ferrari, lo yacht e l’elicottero, mentre il “buono” e incorruttibile agente dell’FBI che indaga su di lui appare come un perdente, che prende la metropolitana per tornare a casa dopo l’orario di ufficio.
In tutti i venti film che presenteremo, gli autori e i registi ci descrivono il mondo della nuova finanza, i meccanismi del potere, della truffa e dell’inganno che stanno dietro una politica asservita all’economia e spesso corrotta, dietro la Borsa e i suoi strumenti e le agenzie di rating.
E’ prevalente l’intenzione di denunciare una realtà, più che di indicare come spesso fanno alcuni film, degli spazi e dei percorsi per immaginare e per ragionare su una società e su un’economia “vera”, con spazi di partecipazione per gli individui, siano essi lavoratori, consumatori e cittadini.
Torneremo nella seconda parte di questo articolo sui temi più complessivi del rapporto cinema e mondo della finanza.
In questa prima parte ci occupiamo, se pur sommariamente, di illustrare le venti pellicole che abbiamo scelto:
Una poltrona per due USA 1983 regia di John Landis e con gli attori Dan Aykroyd, Eddie Murphy, Ralph Bellamy, Don Ameche, Jamie Lee Curtis, Paul Gleason, James Belushi.
Per scommessa due ricchi finanzieri di Filadelfia mettono, al posto di un loro importante manager, un nero mezzo vagabondo e mezzo ladruncolo. Il paradosso qui è che è la Borsa che fa il broker e non il contrario: il nuovo arrivato farà molto meglio del manager sostituito, pur non conoscendo nulla di quel mondo.
Wall Street USA 1987 regia di Oliver Stone e con gli attori Charlie Sheen, Martin Sheen, Michael Douglas, Daryl Hannah, Hal Halbrook, Terence Stamp, James Spader, Sean Young.
Gordon Gekko, ricco finanziere, (interpretato da Michael Douglas che ebbe l’Oscar come migliore attore protagonista) fa realizzare da agenti di Borsa prestanome e sprovveduti, rischiose speculazioni truffaldine. Il film è una pietra miliare per la denuncia degli aspetti speculativi e illegali di certo capitalismo. E’ il manuale per lo yuppismo degli anni ’80, del reaganismo, del liberismo senza regole, delle bolle speculative. Nel film il padre dice al figlio agente di Borsa:”Smetti di andare per dollari facili, e produci qualche cosa nella vita! Costruisci, invece di vivere sulla compravendita degli altri.” E’ l’allarme contro una finanza drogata, speculativa e nemica dell’economia reale.
La formula USA 1998 regia di David Mamet e con gli attori Campbell Scott, Steve Martin, Rebecca Pidgeon, Ben Gazzara, Ricky Jay, Ed O’Neill, Felicity Huffman.
Un intraprendente e giovane dipendente inventa un programma enormemente profittevole per la sua impresa. Teme però di non essere ricompensato adeguatamente. Il protagonista dice una frase che è la filosofia della finanza e della politica degli anni ’80: “Quando due parti si siedono per un accordo, ciascuna di esse si aspetta che l’altra parte cerchi di imbrogliarla”.
I soldi degli altri USA 1991 regia di Norman Jewison e con gli attori Danny DeVito, Penelope Ann Miller, Gregory Peck, Piper Laurie, Dean Jones, R.D. Call.
Dice lo speculatore protagonista: “ Ai soldi non frega niente se io sono buono o no”. Siamo di fronte ad un film simile a “Wall Street” nel rappresentare la realtà: l’uno è una forte denuncia, l’altro è un film comico, ma alla fine anch’esso di denuncia. Siamo di fronte ad un classico degli anni ’90: comprare aziende, speculare, vendere tutto o a pezzi, chiudere le aziende e che i lavoratori si arrangino e vadano a casa!
Mister Hula Hoop USA 1994 regia di Joel e Ethan Coen con gli attori Tim Robbins, Paul Newman, Jennifer Jason Leigh, Charles Durning, John Mahoney, Jim True, Steve Buscemi, Bruce Campbell.
Questo film ci documenta un’altra tipica speculazione degli anni ’90. In una società si assume come Direttore un giovane ingegnere sprovveduto come prestanome, dietro il quale si realizza un piano di aggiotaggio. Ma un’invenzione del Direttore, l’Hula Hoop, ridà all’azienda un nuovo slancio e un nuovo mercato.
Funny Money – Come fare i soldi senza lavorare USA 1996 regia di Donald Petrie e con gli attori Whoopi Goldberg, Dianne Wiest, Eli Wallach, Tim Daly, Bebe Neuwirth.
Un problema di genere nel mondo della finanza: si racconta infatti di una bravissima ed esperta consulente finanziaria che non fa carriera perché donna. Si deve inventare un inesistente socio maschio in affari, cui attribuire i meriti del suo lavoro.
Rogue Trader UK 1999 regia di James Dearden con gli attori: Ewan McGregor e Anna Friel.
Il film è basato sul romanzo Rogue Trader: How I Brought Down Barings Bank and Shook the Financial World di Nick Leeson, che racconta il collasso della banca multinazionale britannica Barings Bank. Leeson, broker specializzato in derivati, realizzò nel 1995 una perdita di più di un miliardo di sterline e il conseguente fallimento e chiusura della banca.
1 km da Wall Street USA 2000 regia di Ben Younger e con gli attori Giovanni Ribisi, Vin Diesel, Nia Long, Nicky Katt, Scott Caan, Ron Rifkin, Ben Affleck.
Agli apprendisti broker alla J.T. Marlin di New York, finanziaria di dubbia moralità, l’istruttore dice: “Se ci siete tagliati e imparerete bene, nel giro di tre anni avrete il vostro primo milione di dollari”. Ci prova il protagonista e ci riesce, salvo poi ripensarci, perché non vuole far perdere con gli inganni i risparmi ai clienti. Arretra nel giovane il cinismo e prevale l’atteggiamento di rifiuto nei confronti di una cattiva finanza.
In Good Company USA 2004 regia di Paul Weitz e con gli attori Dennis Quaid, Topher Grace, Scarlett Johansson, Marg Helgenberger, David Paymer, Clark Gregg, Philip Baker Hall, Malcolm McDowell.
Crisi di un 50enne che ha due figlie già adulte e con in arrivo un terzo figlio. Dove lavora viene assunto un nuovo Direttore venticinquenne che vuole svecchiare il personale per aumentare produttività e profitti. Nel frattempo la sua figlia primogenita incontra e comincia a uscire con il giovane Direttore.
Enron – L’economia della truffa Documentario USA 2005 regia di Alex Gibney |
|
E’ la storia di uno dei più grandi scandali finanziari di tutti i tempi: un miliardo di dollari sottratti (ai danni di investitori e impiegati) dai dirigenti di una delle principali aziende degli Stati Uniti, il transnazionale colosso energetico Enron. In questo film vediamo i legami tra falso in bilancio, connivenza con la politica e il modo bancario, l’arricchimento dei manager con le stock options, i conflitti di interesse.
Capitalism: A Love Story Documentario USA 2009 scritto, prodotto e diretto da Michael Moore
Michael Moore ci spiega la crisi finanziaria e il disastro che ha provocato ai lavoratori e ai piccoli risparmiatori. Moore sostiene che la ricerca sfrenata del guadagno non può mai (in nessuna occasione e per nessun pseudo motivo di ‘interesse generale’) calpestare i diritti basilari dei cittadini e dei lavoratori.
Inside job USA 2010 regia di Charles Ferguson con Matt Damon
Inside Job è un film del 2010 prodotto, scritto e diretto da Charles Ferguson, che indaga le cause della crisi economica del 2008 (ha vinto l’Oscar come migliore documentario nel 2011). Per l’autore il film mette a nudo «la corruzione sistemica negli Stati Uniti attuata dall’industria dei servizi finanziari e le conseguenze di questa corruzione sistemica». Ferguson indica perfettamente le conseguenze della bolla speculativa, dalla bancarotta di Lehman Brothers alle “nefandezze bancarie” nel campo dell’immobiliare.
Wall Street – Il denaro non dorme mai USA 2010 regia di Oliver Stone e con gli attori Michael Douglas, Shia LaBoeuf, Josh Brolin, Carey Mulligan, Eli Wallach, Susan Sarandon, Frank Langella, Charlie Sheen.
Nel 2001 il finanziere d’assalto Gordon Gekko, squalo della finanza d’assalto, esce dal carcere. Non lo aspetta nessuno. E’solo, vuole rifarsi e aspetta l’occasione per ridiventare ricco. Dopo 27 anni dal primo, il secondo Wall Street è stato definito da alcuni critici come il peggio di Oliver Stone.
The Company Men GB-USA 2010 regia di John Wells e con gli attori Ben Affleck, Tommy Lee Jones, Chris Cooper, Kent Shocknek, Maria Bello.
Tre dirigenti di un cantiere navale alle prese con la crisi e con una proprietà dell’impresa che pensa solo agli utili e non agli investimenti. Si legge con chiarezza sullo sfondo la crisi dei mutui subprime, la crisi del mercato immobiliare e la recessione.
Margin Call USA 2011 regia di J.C. Chandor e con gli attori Jeremy Irons, Kevin Spacey, Paul Bettany, Demi Moore, Zachary Quinto, Stanley Tucci.
Una frase dal film: “Ci sono tre modi per andare avanti in questo campo: essere i primi, essere i più furbi o imbrogliare” Troviamo la ricostruzione dei fatti che precedono il fallimento della Lehman Brothers.
Too Big To Fail – Il Crollo dei Giganti USA 2011 regia diCurtis Hansone e con gli attori William Hurt, Edward Asner, Billy Crudup, Paul Giamatti, Topher Grace. |
|
Troppo grande per poter fallire è un film per la televisione del 2011 diretto da Curtis Hanson, basato sull’omonimo best seller di Andrew Ross Sorkin, giornalista ed economista del New York Times. Il film si focalizza sulla crisi economica del 2008, sulla crisi dei mutui subprime e sul del crack della Lehman Brothers che trascinò Wall Street nel crollo finanziario che colpì l’intera economia mondiale. E’ una denuncia verso certe classi al potere, che hanno goduto di impunità e hanno perseguito il profitto ad ogni costo.
Il gioiellino It. 2011 regia di Andrea Molaioli con gli attori Toni Servillo, Remo Girone, Sarah Felberbaum, Lino Guanciale, Fausto Maria Sciarappa, Renato Carpentieri.
Si ripercorre la vicenda Parmalat, con la ricostruzione dei sistemi di alcuni manager per arricchirsi, ricorrendo a modalità spesso illecite, evidenziandone avidità ed eccessi.
Cosmopolis Fr.-Can. 2012 regia di David Cronenberg con gli attori Robert Pattinson, Juliette Binoche, Sarah Gadon, Mathieu Amalric, Paul Giamatti.
Il film è tratto dal romanzo dell’italoamericano Don DeLillo che ha contenuti quasi profetici. E’ un film “allucinante, apparentemente realistico e asettico, sul potere del denaro e sui modi in cui influenza il mondo, si fantastica su un’unità monetaria col topo al posto del dollaro (e lo si vede gigantesco). “Uno spettro si aggira per l’Europa” scrisse nell’800 Karl Marx, parlando del comunismo. Qui lo spettro è quello del capitalismo”. (Morandini) “E’ una profetica realizzazione di una finanza estrema e immateriale, proiettata in un futuro nel quale la componente umana è in via di irreversibile estinzione”.
L’industriale It. 2012 regia di Giuliano Montaldo e con gli attori Pierfrancesco Favino, Carolina Crescentini, Eduard Gabia, Elena Di Cioccio, Elisabetta Piccolomini, Andrea Tidona.
E’ la storia di un industriale che sta per fallire; ma ha fallito anche nel rapporto familiare. Accusa banche ed assicurazioni, la recessione e la crisi per la sua situazione. Nasconde la verità ai suoi operai, mentre non li può più pagare.
The Wolf of Wall Street USA 2013 regia di Martin Scorsese e con gli attori Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler, Rob Reiner, Jon Bernthal.
The Wolf of Wall Street è un film del 2013, uscito nelle sale nel 2014, diretto e prodotto da Martin Scorsese con protagonista Leonardo DiCaprio nei panni di Jordan Belfort, uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall Street. Tratto dall’omonimo libro autobiografico di Jordan Belfort, il film narra la parabola del broker, dalla ricchezza sfrenata fino alla rovinosa caduta. Il Lupo di Wall Street ha già fatto storia, sia per la durata record di 3 ore e sia per la quantità industriale di parole oscene. La critica si è spaccata in due metà tra giudizi entusiasti e stroncature. Riportiamo il giudizio di Marzia Gandolfi di MyMovies: ” Martin Scorsese si spinge daccapo oltre e questa volta negli angoli oscuri dove vivono le cose (molto) cattive e dove ingaggia una battaglia ad alto volume con gli avvoltoi di Wall Street, immorali gangster ma socialmente più accettabili di un gangster. […] Scorsese introduce in un’ouverture rapida e vorticosa l’universo degli operatori finanziari, un regno delirante e fuori controllo che fa fortuna a colpi di bluff e di transizioni più o meno legali, che pratica il piacere e il cinismo dentro un programma quotidiano di feste decadenti popolate da spogliarelliste, puttane, nani volanti e bestie da fiera. […] Oscillante tra picchi e crisi, ansiolitici ipnotici e droghe stimolanti, The Wolf of Wall Street agisce direttamente sulla chimica cerebrale dello spettatore, che rimane con una penna in mano e la rivelazione di qualcosa di mostruoso e appassionante sulla natura umana. Scorsese ripete la magia, questa volta nera e distruttiva.” Alle critiche ha risposto lo stesso Leonardo DiCaprio in veste di produttore: “È un film difficile che porta me stesso e la pellicola a rischio di molte critiche. È una storia ammonitrice, è un atto di accusa contro quel mondo, non ci piacciono queste persone, ma ci siamo impegnati a isolare il pubblico nella mentalità in cui questa gente viveva, così da capire qualcosa in più della cultura reale in cui viviamo ora.”