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NEWSLETTER n.212 del 20 MARZO 2018

 IL REDDITO DELLA DISCORDIA

 

Il grido di dolore del Sud va ascoltato non comprato

di Raffaele Morese 

Veramente dobbiamo credere a quanto si legge, a proposito del successo per il m5s nel Mezzogiorno, che dipende dalla promessa di dare
a tutti i disoccupati un Reddito di Cittadinanza di 780 euro al mese? Veramente dobbiamo credere che esso sia una genialità inedita che è stata accolta da una moltitudine di creduloni come la panacea dei loro mali? Sono giorni e giorni che impazza sui media una discussione tutta politica intorno a questo argomento, presentandolo come un oggetto divisivo, enfatizzando le ragioni e le conseguenze, come se la campagna elettorale fosse ancora in corso.

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Il lavoro resti centrale, più dei sussidi

di Gigi Petteni

I netti esiti della prova elettorale che l'Italia ha affrontato 2 settimane fa stanno rimescolando l'agenda delle priorità e delle politiche al centro del dibattito, soprattutto sulla scorta dei successi realizzati dalle due forze politiche che più hanno saputo intercettare il voto degli italiani (M5S e Lega).Quello del reddito di cittadinanza e della sua possibile realizzazione costituisce, tra i tanti, il tema che sembra creare maggiori attese e aspettative. Se non altro perché, al contrario di altri provvedimenti “annunciati” come l'abolizione della legge Fornero sulle pensioni o addirittura l'ipotetica abolizione del Jobs act (tutto o in parte non si capisce), in questo caso non siamo di fronte alla voglia di tornare a regole del passato ma siamo in presenza di una nuova misura di intervento.

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L’antenato del Reddito di cittadinanza. Che dice P. van Parijs

di Riccardo Staglianò

Il professor Philippe van Parijs, sessantacinque anni atleticamente portati, parla da circa quattro decenni della stessa cosa. Sarà che nel ‘91, in polemica con John Rawls sulla teoria della giustizia, scrisse un articolo sul perché anche i surfisti avevano diritto a essere sfamati (con i soldi dei contribuenti), ma più che in cattedra all’Università cattolica di Lovanio te lo immagini sulla cresta di un’onda a Malibù, appunto. Al centro dei suoi interessi accademici c’è il reddito di base incondizionale.

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Non buttare a mare il poco che si è fatto

di Chiara Saraceno

Interpretazioni fantasiose.

Sul reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 stelle circolano molte interpretazioni false, alimentate dallo stesso nome utilizzato. Stranamente i Cinque stelle non si sono curati di smentirle. Come se ci fosse un simmetrico interesse tra loro e i loro oppositori a lasciar credere qualche cosa di falso, ovvero che il reddito di cittadinanza verrebbe dato a tutti, o almeno a tutti i “disoccupati”, indipendentemente dal reddito e senza condizioni. Lo ha sostenuto, in chiave di denuncia, Matteo Renzi lungo tutto la campagna elettorale. 

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Riformare la riforma sarebbe fatale. Intervista a Cristiano Gori

di Sara De Carli 

In questi giorni si è parlato moltissimo di reddito di cittadinanza. Il tema della povertà è entrato prepotentemente nel primo piano del dibattito, non solo politico o tecnico. Cristiano Gori, professore di politica sociale all'Università di Trento, nel 2013 è stato l’ideatore dell’Alleanza contro la povertà, di cui è coordinatore scientifico, un insieme di soggetti sociali che hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta nel nostro Paese.  

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Il REI non cancellerà la povertà, ma e' un primo passo

di Maurizio Ferrera

Oggi [1° dicembre 2017 – n.d.r.] entra in vigore il Reddito d’inclusione (REI). Si tratta di una nuova prestazione rivolta alle persone in condizione di povertà. A seconda della situazione economica e familiare, si potrà ricevere un trasferimento (massimo) di 485 euro al mese. I comuni predisporranno “progetti di attivazione” sociale e lavorativa. Non sarà quindi un semplice sussidio, ma un pacchetto di misure personalizzate che cercherà di accompagnare i beneficiari verso l’autonomia.

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Reddito di cittadinanza: come farlo funzionare

di Stefano Feltri


Finora tutto il dibattito sul reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5Stelle ha riguardato le coperture - tra i 15 e i 29 miliardi annui - e la condizionalita' abbinata al sussidio (formazione e possibilità di rifiutare non più di due offerte di lavoro).
La domanda principale rimane sullo sfondo: può riuscire a sradicare la povertà' garantendo a tutti almeno 780 euro al mese?
Le questioni sui soldi vengono dopo, si può' partire con quelli che ci sono e poi si aumenta la dotazione man mano che riformano gli altri ammortizzatori sociali.


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Non è la soluzione ma uno strumento di inclusione sociale

di Don Luigi Ciotti

Ci ha fatto piacere incontrare oggi, come Libera, Beppe Grillo e la delegazione di parlamentari del M5S presso la nostra sede nazionale. Abbiamo accolto volentieri la loro richiesta d’incontro perché condividiamo la preoccupazione sulla gravità di una crisi economica e sociale che sta moltiplicando nel Paese sofferenze, povertà, disuguaglianze e che alimenta mafie e corruzione. Lo sperimentiamo ogni giorno attraverso le tante realtà sociali che aderiscono a Libera.


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Contro la deriva della privatizzazione del welfare

di Elena Monticelli

In queste ore si è riacceso improvvisamente il dibattito sul tema del reddito di cittadinanza, addirittura si sono diffuse notizie non vere rispetto a possibili code davanti ai CAF per richiederlo in regioni come Puglia e Basilicata sebbene diversi CAF abbiano segnalato come in effetti qualche cittadino abbia realmente telefonato per chiedere informazioni. Al netto della polemica sul peso che la proposta del reddito di cittadinanza avrebbe avuto o meno rispetto al risultato elettorale del Movimento Cinque Stelle (certamente non è il principale motivo della loro vittoria), senza dubbio è importante comprendere perché questo tema abbia raccolto consenso nel nostro Paese più che in passato.

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Le posizioni dei principali partiti

Redazionale

Stralcio dai programmi elettorali 2018 del Movimento 5 stelle, del PD, di Forza Italia. La Lega, come quasi tutti gli altri partiti, ne parla nell’ambito della loro riforma fiscale o non ne parlano affatto.

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