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NEWSLETTER APPROFONDIMENTI n.271 del 23 FEBBRAIO 2021 


 MARINI, IL SOCIALE E LA POLITICA: UNICA PASSIONE 

 

Era per ''un di più'' di responsabilita'

di Raffaele Morese

Per Franco Marini sono state espresse molte belle e sincere parole. Quasi nessuna di circostanza. Le avrebbe sicuramente gradite, anche se era poco portato ad accettarle e a fare complimenti. Non sarò io a venir meno a questo stile. Ma sicuramente mi riconosco in quelle che hanno riguardato sul suo contributo, dato senza risparmio di energie, per il riscatto sociale e di dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e per il consolidamento della democrazia nel nostro Paese, in tempi difficili.  

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Un impegno politico onesto e autentico

di  Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«La morte di Franco Marini mi addolora profondamente. Rivolgo un pensiero di grande vicinanza ai familiari e a quanti hanno condiviso con lui percorsi di vita e ideali.
Franco Marini è stato un eminente esponente della Repubblica. Espressione del mondo del lavoro portò le istanze dei lavoratori italiani sino alla più alta carica alla quale venne eletto, quella di Presidente del Senato.

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Un sindacalista, un maestro di vita

di Anna Maria Furlan

Franco Marini con la sua storia limpida, la sua anima sociale, frutto delle radici profonde nel cattolicesimo popolare, il suo noto pragmatismo da vecchio alpino abruzzese, è stato certamente uno dei "padri nobili" del nostro paese. Nella Cisl, il nostro sindacato dove ha trascorso gran parte della sua vita, ha rappresentato un esempio di specchiata moralità', un baluardo dei valori democratici ed un fiero sostenitore del ruolo autonomo e riformista del sindacato e della sua necessaria unità, per guidare le trasformazioni della società. 

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Siamo tutti figli e il pane e' per tutti

di Domenico Pompili

Il Signore disse: non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda”(Gen 2,18-25; Sl 127; Mc 7,24-30). La solitudine non è cosa buona, l’uomo è fatto per la socievolezza. Franco, primo dei sette figli di Loreto, questa esperienza l’aveva appresa sin da quando la sua famiglia da San Pio delle Camere si era trasferita a Rieti, per motivi di lavoro.

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Un uomo di poche parole, un politico appassionato

di Maria Grazia Casellati

Senatori, è con profonda commozione che invito questa Assemblea a stringersi nel ricordo del Presidente Franco Marini.
Abruzzese di origini, reatino di adozione, primogenito di sette fratelli in una famiglia di modeste condizioni economiche, Franco Marini è stato un vero uomo del popolo, per tutta la vita al servizio dei cittadini.
Un sindacalista di razza. Sempre pronto al confronto, anche duro quando necessario, ma comunque volto a costruire, mai ad alimentare conflitti.
Un uomo di poche parole, ma ogni volta concrete, autorevoli, incisive.

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Quando idealismo e pragmatismo convivono bene

di Tiziano Treu

Il mio percorso di vita, pur in molti aspetti diverso per origini e per formazione da quello di Franco Marini, ha avuto con lui molti momenti di vicinanza. Così i miei ricordi si accompagnano con quelli di tanti amici, impegnati nel sindacato e nella vita parlamentare, che hanno detto e scritto di Franco dopo la sua morte. Una morte che ci ha colto di sorpresa, anche se sapevamo che stava male, perché lo ricordiamo tutti, fino agli ultimi incontri, pieno di energia nelle sue parole e azioni. 

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Sulle spalle di un gigante

di Andrea Orlando

L’adempimento delle mie funzioni, dopo il voto di fiducia, inizia stamane con un fiore.
Un fiore alla storia di un ragazzo nato in un paesino di poche centinaia di abitanti dell’Appennino abruzzese (San Pio delle Camere), primogenito di sette fratelli di un’umile famiglia operaia. Arrivato a ricoprire, da uomo del popolo e allo stesso tempo delle Istituzioni, la seconda carica dello Stato. Questa vita di riscatto, a servizio del lavoro e del Paese, è stata possibile grazie alle sue straordinarie doti, ma anche grazie a un grande sindacato come la CISL che ha potuto scalare partendo da un semplice ufficio contratti e vertenze e arrivando fino al suo vertice.

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Chi era per me, Franco

di Sandro Marini

Franco era mio fratello. Fra lui e me c’erano 24 anni di differenza. Lui era il primo, io l’ultimo di sette figli. In mezzo cinque sorelle. Io sono stato sempre il “piccolo” della famiglia. Per la grande differenza di età, Franco per me è stato più di un fratello. Quasi un secondo padre. Per me è stato una guida. Da piccolo mi portava nella piscina comunale di Rieti dove ho imparato a nuotare. Poi a Terminillo dove mi ha insegnato a sciare. I ricordi di quegli anni sono tantissimi. A casa la domenica aspettavamo il suo arrivo. Passava sempre intorno all’ora di pranzo per salutare mamma e papà. E mio padre attendeva quel momento come se fosse una cerimonia religiosa. 

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Il sindacato, casa comune e passione solidale

di Giorgio Benvenuto

Quella con Franco Marini è stata una delle amicizie più vere della mia esperienza nel sindacato. Ci siamo conosciuti fin dagli anni '60 ed ho apprezzato sempre la sua decisione, la sua concretezza, il considerare il sindacato una casa comune ed una passione solidale. Era convinto della necessità di rinnovare il sindacato. Quando ci battemmo, alla fine degli anni' 60, per l'unità sindacale, Franco preferì il passo graduale della Federazione unitaria anche per l'attaccamento forte che aveva alla identità della Cisl.

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Sindacalista e politico di grande valore

di Sergio Cofferati

Franco Marini è stato prima un sindacalista e poi un uomo politico di grande valore in entrambe le esperienze, molto rigoroso e determinato nell’aggressività. Aveva fama di essere burbero, di carattere chiuso. Ma non lo era affatto. 
La sua attenzione per il merito delle cose che affrontava e il rispetto per i suoi interlocutori venivano scambiati ( o strumentalmente interpretati) per asprezza del carattere. Franco era invece un uomo simpatico, in grado di sdrammatizzare anche situazioni difficili e complesse. 

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Quando mi schierai con lui

di Giuliano Cazzola

Ho conosciuto Franco Marini durante la mia attività sindacale. Dal 1985 al 1991 Franco Marini fu segretario della Cisl. Io ho fatto parte della segreteria confederale della Cgil dal 1987 al 1993. Ci incontravamo nelle riunioni unitarie, anche se un segretario generale gioca in un campionato diverso di quello di un semplice segretario. Ma occupandomi di welfare, pensioni, sanità avevo sempre un piccolo momento di gloria in occasione dei confronti con il governo sulle leggi finanziarie. Marini succedette a Pierre Carniti, di cui era stato “aggiunto”.

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Una bella esperienza di equilibrio e tenacia

di Franco Aloia 

Caro Raffaele, la morte di Franco Marini mi sommerge di ricordi.

Quando frequentai il Centro Studi di Firenze, nel ‘65, Vito Scalia voleva che facessi la mia sperimentazione, a Roma, in Federpubblici. La Fim di Torino e quella nazionale si opposero e restai a Torino. Marini, proprio nel '65, arrivo alla Federpubblici e divenne subito Segretario generale aggiunto. Ci sfiorammo e non ci incontrammo. In quegli anni era in corso un forte e radicale confronto nella Cisl tra conservatori e innovatori. Tra Storti, segretario generale della Cisl, e Macario, che arrivò dalla segreteria confederale a guidare la Fim. La dialettica era serrata e la contrapposizione dura, esplicita e pubblica.

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Uomo consapevole della complessità della realtà

di Fausto Tortora 

Ogni volta che viene a mancare una persona “pubblica” e tu hai avuto l’avventura di conoscerla, ti viene naturale di ripensare alle occasioni che hai avuto di incrociarla, alle interlocuzioni che sono capitate; e tutto questo per verificare quanto le immagini e il racconto pubblico, spesso viziati di agiografia, corrispondano al ritratto che di quella persona ti sei fatta tu, pur nel corso di una frequentazione lunga anche se intermittente e, certamente, non privilegiata.

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Sapeva ascoltare, rispettava le diversità

di Mario Colombo, Raffaele Morese

La morte di Franco Marini scatena tanti sentimenti. Il sindacalismo confederale è stato un approdo naturale per la sua vocazione all’impegno politico, per cultura familiare ispirata al cattolicesimo democratico e per scelta esistenziale. Iniziò in tempi in cui il sindacato era diviso e poco rappresentativo. Ma frequentando il Centro studi della CISL a Firenze, irrobustì la sua attitudine assieme all’altro cavallo di razza della CISL, Pierre Carniti e tanti altri indimenticabili giovani vogliosi. Assieme divennero l’ossatura portante della trasformazione in sindacato di massa della CISL, voluta da Pastore.

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"Marini, un combattente". Il ricordo di Castagnetti

di Federica Fantozzi

“Un grande organizzatore, un combattente della politica che alla stesura di manifesti preferiva la lotta per raggiungere l’obiettivo, un uomo intransigente che sapeva superare anche le sconfitte”. Pierluigi Castagnetti ha condiviso con Franco Marini cinquant’anni di vita politica – prima nella Dc, poi nel Ppi, infine nella Margherita e nel Pd – e di amicizia personale. “I suoi limiti derivavano dal carattere pugnace, la sua popolarità pertiniana era dovuta al forte ancoraggio con il mondo degli alpini, di cui non perdeva né un’adunata né la visita a una sezione”.

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Tra noi, neanche il minimo screzio

di Concetto Vecchio

Fausto Bertinotti, lei e Franco Marini eravate molto diversi? 
«All’apparenza non avevamo nulla in comune: lui un democristiano moderato, centrista, che nella Cisl si batteva contro il sindacato unitario, io nella Cgil e iperunitario. Invece diventammo amici».

Come lo spiega?
«Vallo a sapere. Forse ci accomunava una certa nettezza di posizioni, un tratto del carattere».

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Un forte legame, al di la' delle diverse visioni

di Gianfranco Morando

Riflettevo, quando Raffaele Morese mi ha chiesto questo piccolo contributo, che la mia esperienza politica nazionale di parlamentare e dirigente di partito si è sempre intrecciata con la presenza di Franco Marini. Quasi sempre in consonanza, talvolta in dissenso o con angoli di visuale differenti. Ma sempre con un legame forte. 

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Una bussola per i cattolici

di Giorgio Merlo

Con la scomparsa di Franco Marini se ne va un pezzo, ancorché significativo e di grande qualità, della storica tradizione del cattolicesimo sociale nel nostro Paese. Un filone ideale che ha accompagnato e arricchito la crescita e il consolidamento della democrazia nel nostro Paese e che ha partecipato attivamente, attraverso i suoi leader, ad affrontare e a sciogliere i nodi politici più difficili che si affacciavano di volta in volta all’attenzione dell’agenda politica italiana.

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Una vita intensa ed esemplare

di Michele Dau

La scomparsa improvvisa e inattesa di Franco Marini mi colpisce profondamente sul piano personale. Non sono in grado di scrivere una commemorazione formale; l’interessato mi avrebbe ruvidamente sconsigliato. D’altra parte tutta la stampa italiana lo ha fatto ampiamente ed egregiamente. L’emozione intima mi porta tuttavia a reagire con una testimonianza pubblica della mia esperienza politica con Marini, segnalando subito la ben diversa proporzione della sua rispetto alla mia. Mi impegna a riconoscerne la lucida visione e la realistica concretezza che lo hanno sempre caratterizzato. 

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All’altezza dei tempi

di 

Quanti ricordi!  L'avevo conosciuto da giovane universitario, ai tempi dei convegni della sinistra Dc di Forze Nuove a Saint-Vincent. Quando entrai in Cisl nazionale nel 1991, nella redazione di Conquiste del Lavoro, era stato nominato da poco, alla morte di Donat Cattin, Ministro del lavoro. Divenne così leader di quella corrente. Da sindacalista era un mediatore (caratteristica che portò anche in politica), grande contrattualista. Sapeva togliere le spigolature, pur essendo lui  uomo dal carattere forte,  in ogni rapporto umano, uomo non fazioso .

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