L’adempimento delle mie funzioni, dopo il voto di fiducia, inizia stamane con un fiore.
Un fiore alla storia di un ragazzo nato in un paesino di poche centinaia di abitanti dell’Appennino abruzzese (San Pio delle Camere), primogenito di sette fratelli di un’umile famiglia operaia. Arrivato a ricoprire, da uomo del popolo e allo stesso tempo delle Istituzioni, la seconda carica dello Stato. Questa vita di riscatto, a servizio del lavoro e del Paese, è stata possibile grazie alle sue straordinarie doti, ma anche grazie a un grande sindacato come la CISL che ha potuto scalare partendo da un semplice ufficio contratti e vertenze e arrivando fino al suo vertice.
Un fiore al leader politico che nel 1995 dal Partito Popolare aprì la strada alla nascita dell’Ulivo e del Partito Democratico. La forza politica di cui è stato padre fondatore, senza la fondamentale radice culturale del cattolicesimo democratico, non avrebbe avuto senso. Non avrebbe senso, e nemmeno futuro, anche oggi.
Un fiore a chi è stato mio predecessore, Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale nominato esattamente trent’anni fa, nell’aprile del 1991, e che per me è stato per tanti anni un punto di riferimento. Per tutti è stato sempre un maestro solido e vigile dei valori di solidarietà e partecipazione nell’azione politica, sempre dalla parte delle ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori.
Inizio questo mio lavoro profondamente consapevole di salire sulle spalle di giganti come Franco Marini.
*Ministro del Lavoro, dichiarazione dopo la visita alla tomba di Marini, al cimitero di S.Pio delle camere il 20/02/2021