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Ai lavoratori agricoli un contratto per la produttivita’

Dopo oltre 20 ore di trattativa, la Uila, assieme a Fai e Flai ha sottoscritto lo scorso 22 ottobre 2014 l’accordo di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti, con Confagricoltura, Coldiretti e Cia.

Il contratto, scaduto il 31 dicembre 2013, ha durata quadriennale e interessa oltre un milione di lavoratori in un settore centrale per il sistema economico del Paese. 

Il rinnovo è giunto al termine di un percorso durato quasi sei mesi in cui si sono alternati incontri in plenaria e in ristretta tra le delegazioni trattanti.

Molti i contenuti, sia dal punto di vista economico che normativo, con importanti risultati per i lavoratori interessati.

A livello retributivo l’accordo prevede, per il biennio 2014-2015, un incremento salariale mensile del 3,9%, distribuito in due tranche: 2,1% dal 1 novembre 2014; 1,8%, dal 1 maggio 2015 che, su una retribuzione media di 1.300 euro, significa, a regime, circa 50 euro in più per 14 mensilità. I sindacati un anno fa in piattaforma avevano chiesto un +5% ma alla fine ha prevalso il realismo, anche considerando il dato dell’IPCA che, per il 2014-2015, si è attestato al 2,1%.

Nella precedente tornata, i contratti provinciali (Cpl) sono stati rinnovati praticamente in tutte le 100 province, in forza della norma contrattuale nazionale che demanda al livello provinciale la contrattazione di numerose materie, tra cui l’adeguamento delle retribuzioni per il biennio di competenza. In proposito, il contratto nazionale definisce un nuovo meccanismo che disincentiva e contrasta i ritardi nel rinnovo dei Cpl, che non potranno mai scendere al di sotto di minimi di area (aumentati sensibilmente), segno della volontà delle parti di aumentare l’efficienza e la competitività del comparto. 

Di grande importanza anche l’elaborazione di linee guida per fare a livello territoriale accordi sulla produttività, utili sia per la detassazione che per la decontribuzione degli aumenti retributivi, aggiuntivi rispetto a quelli demandati dal Ccnl ai Cpl per il secondo biennio, relativi al recupero del costo della vita.

Sotto il profilo normativo, le rappresentanze aziendali e dei lavoratori hanno trovato un’intesa anche sulla necessità di innalzare la flessibilità per rendere le imprese più competitive e modellare il lavoro in base anche alle stagioni agricole, sempre più condizionate dagli eventi metereologici. Le ore di flessibilità salgono da 75 a 85 per anno, quelle di straordinario da 250 a 300 annue, per un massimo di 18 ore settimanali (prima erano 12 ore) e di tre giornaliere (precedentemente erano 2).

I limiti contrattuali di ricorso al part-time per gli operai agricoli (riduzioni di orario fittizie) non sono stati modificati, nonostante le pressanti richieste imprenditoriali, per cui l’orario di lavoro può essere organizzato solo per 6,5 ore al giorno per 6 giorni settimanali o per 8 ore al giorno per 5 giorni settimanali, con la possibilità di ridurlo solo in caso di eventi particolari da documentare.

Per armonizzare le classificazioni professionali individuate nei vari Cpl, agli osservatori regionali è attribuito il compito di verificarne la coerenza con le declaratorie di area previste dal Ccnl.

Attenzione, poi, anche alla bilateralità: al fine di incentivare la trasformazione delle vecchie casse extra-legem (casse mutualistiche per integrare le indennità di malattia e infortunio erogate da Inps e Inail) in Ebat (enti bilaterali territoriali), è stato previsto l’inserimento delle linee guida e dello statuto tipo definiti nel 2012.

Si è cercato anche di irrobustire gli strumenti di welfare: in tema di conciliazione dei tempi di vita-lavoro, l’intesa prevede un ulteriore giorno retribuito per i lavoratori padri a tempo indeterminato in caso di nascita di un figlio. Ottenuto anche un periodo di aspettativa di 6 mesi, oltre quello di comporto, per i lavoratori affetti da patologie oncologiche.

Il rinnovo vede anche l’inclusione nel Ccnl dei dipendenti delle imprese di manutenzione, sistemazione e creazione del verde pubblico e privato per la parte relativa ai lavoratori con la qualifica di operaio. 

Infine, come già accaduto per il settore dell’industria alimentare, le parti hanno deciso di definire un accordo specifico sulla rappresentanza e rappresentatività che tenga conto delle specificità del settore agricolo e del sistema della rappresentanza sindacale.

Complessivamente, possiamo dirci senz’altro soddisfatti per il risultato raggiunto, tenuto conto anche della particolare situazione economica che investe il nostro Paese e che non ha lasciato immune il settore agricolo. Con la sottoscrizione del Ccnl, si è garantito un significativo adeguamento delle retribuzioni, un miglioramento delle tutele normative ed è stata posta la premessa per un ulteriore sviluppo della contrattazione e della bilateralità nelle realtà territoriali. Questo rinnovo, valorizzando il lavoro e la produttività delle aziende all’insegna di un sistema di buone relazioni sindacali, assume una valenza ancora maggiore alla luce del prossimo appuntamento di Expo 2015, in cui il sistema agroalimentare italiano sarà al centro dell’attenzione mondiale.

 

 

*Segretario nazionale Uila-Uil

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