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Deve essere possibile una prospettiva di pace in Ucraina

La guerra in Ucraina continua con i suoi quotidiani annunci di bombardamenti, uccisioni di civili (quelle dei militari sono segrete oppure i dati hanno un carattere prevalentemente propagandistico), atrocità, esodi e sofferenze infinite.

Ascoltando i resoconti televisivi si parla di armi, di sanzioni, di truppe in movimento, di discorsi di condanna dellaggressione: lunica parola che si sente poco pronunciare è la parola pace.

I russi sembrano oggi decisi a continuare la guerra almeno sino alla conquista dellintero Donbass, per annetterlo definitivamente. Daltra parte, Zelensky afferma che gli ucraini combattono per la vittoria e che non si può trattare con un aggressore criminale.

Anche lAmerica e la Nato sembrano sulla stessa linea, parlando anche loro di guerra per la vittoria e che la guerra sarà lunga; la recente decisione della Finlandia e della Svezia di chiedere ladesione alla Nato ha lulteriore effetto di gettare benzina sul fuoco del conflitto ( e forse poteva essere evitata, almeno temporaneamente).

Nel caso dellAmerica è chiaro linteresse e la volontà che la guerra si trasformi in una sconfitta della Russia, non tanto e non solo sul piano militare, quanto sul piano di un ridimensionamento in quanto potenza.

Da qui anche le ripetute posizioni di Zelensky che tendono a coinvolgere il più possibile il mondo occidentale in una guerra che, a suo parere, non riguarda solo lUcraina, ma lintero mondo democratico.

Se lOccidente non partecipasse decisamente e domani lUcraina fosse sconfitta, sarebbero enormi i problemi che si creerebbero per lEuropa e lOccidente stesso. In base a queste convinzioni Zelensky spinge i suoi discorsi al limite della provocazione chiedendo cose che lui stesso sa bene che sono impossibili e forse tendono a creare almeno un senso di colpa per avere di più e subito: così la non-fly zone, la richiesta di una rinuncia totale al gas russo, linutilità dellONU, la richiesta di tagliare ogni rapporto coi russi anche sul piano culturale e umano (impressionante a questo riguardo lintervento relativo alla partecipazione di una donna ucraina e di una russa alla via crucis di Roma: nemmeno la preghiera piò essere fatta insieme).

Se le cose stanno così e ognuno combatte sino al raggiungimento della vittoria, ogni discorso di pace è chiaramente inutile.

E infatti al di là degli appelli inascoltati del Papa, solo il turco Erdogan ha preso uniniziativa in proposito; Macron, senza poteri, aveva cercato di prendere un contatto, ma poi è stato assorbito dalle elezioni presidenziali.

Ora certamente la pace non può venire dalla vittoria delluno o dellaltro; può solo scaturire da una mediazione in cui ognuno rinuncia a qualcosa.

Sembra che sulla neutralità internazionale dellUcraina si siano fatti seri passi avanti (e mi si lasci dire che se si fosse dichiarata subito questa disponibilità, le cose avrebbero potuto andare diversamente), mentre le difficoltà maggiori provengono dalle questioni territoriali.

La Crimea è da tempo nelle mani dei russi (e infatti non è un territorio in cui sono in corso combattimenti) e forse questa situazione di fatto potrebbe essere accettata anche da parte ucraina. Lalternativa è che la Crimea rimanga ai russi senza un riconoscimento e quindi materia di contesa anche per il futuro. Ne vale la pena?

Per il Donbass, realtà molto complessa e problematica, si potrebbe individuare una soluzione provvisoria e rinviare quella definita a un referendum entro alcuni anni: sia la transizione che le elezioni potrebbero avvenire sotto la regia e la gestione dellONU, che in questo caso sarebbe chiamato a svolgere un ruolo effettivo determinante.

Naturalmente è solo unopinione e non certo da esperto, ma che serve a sostenere che una soluzione può essere trovata.

Ciò che mi preme sostenere – nel confermare il nostro pieno appoggio allUcraina – è che si dovrebbe non solo e non tanto parlare di armi e sanzioni, ma decisamente di più di come sia possibile fermare la guerra e arrivare alla pace.

A riguardo sono necessari uno o più soggetti che si assumano questo obiettivo; data per scontata limpossibilità di un intervento dellONU, il cui Consiglio di Sicurezza è evidente bloccato, e data la posizione di neutralità della Cina, il soggetto più interessato è chiaramente lEuropa.

Se lUnione Europea non ritenesse di assumere questo compito, potrebbero essere alcuni stati significativi (Francia, Germania, Italia, Spagna) a prendere liniziativa, con la chiara intenzione di realizzare una trattativa decisiva che porti alla soluzione.

E’ questo limpegno più significativo e più urgente da affrontare oggi, anche per evitare uno squilibrio che va estendendosi a livello mondiale e non certo a favore dellOccidente

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