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Dopo i dazi, poche domande per grandi questioni

Sta circolando una tesi, condivisa a più livelli, che le sanzioni facciano bene, che stimoleranno la domanda interna, producendo beni e servizi che tradizionalmente erano offerti dall’importazione e dagli scambi nel tentativo di tenere in equilibrio la bilancia commerciale. 

Queste avrebbero anche la funzione di sviluppare l’occupazione interna, con una contraddizione temporanea nei tempi dell’avvio della produzione interna, che incapace di rispondere subito alla domanda farebbe ripartire l’inflazione e la mancanza di uova…con grave nocumento per le colazioni. 

Ma è proprio così? Intanto la prima vittima è il sistema degli scambi internazionali e della libera circolazione della merci, il cui corteo sarebbe di perdita di confronto/ arricchimento tecnologico per effetto di una sorta di autarchia di pensiero, di ricerca, di innovazione sperimentale . 

Il secondo porterebbe alla fine del sistema multipolare (degli scambi ma soprattutto del pensiero multipolare) dove ci potrebbero anche essere enclave di relativo benessere a scapito di larga parte di popoli e paesi che si impoverirebbero e tenderebbero all’ evoluzione manu militari in luogo della sfida culturale e scientifica.

Terzo, il sistema attuale delle relazioni politiche derivante anche dagli interessi economici che fine fa?  Il Nord Italia che vota prevalentemente Lega, che ha interesse a mercati aperti, continuerà a scegliere leaders che tifano per Trump? Anche Meloni tifa Trump, ma ha altri riferimenti nel mondo degli interessi. Ma questi, pensano di usare la strada dell’orto per arrivare negli USA   e tralasciano la strada europea. 

Di contro, se abbiamo a cuore i nostri destini e quelli dei nostri figli, la main stream è il piccolo grande pertugio che si è aperto con piazza del Popolo dove superando ostacoli, rigidità dei gruppi dirigenti, vecchie bandiere e slogan vetusti è emerso prepotentemente: YES, WE CAN.

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