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Chi chiude un occhio sull’evasione danneggia il cittadino

Sono ormai troppi anni che continuiamo a ripetere che il clamoroso livello di evasione fiscale del nostro paese non ha eguali nel mondo sviluppato.

Sono troppi anni che sembriamo essere rassegnati ad un clima di tolleranza e assuefazione ad una realtà che non può essere modificata.

Occorre invece restituire alla collettività quello che le è stato tolto, che le è stato rubato, e restituirle specialmente quel senso di equità e giustizia senza il quale non ci può essere futuro.

Questo mio incipit così duro e così chiaro potrebbe dare l’impressione che questo libro di Ruffini fosse l’ennesima astratta formulazione della necessità di un mutamento etico nei rapporti fra lo Stato e i cittadini in materia fiscale.

E’ invece qualcosa di più e di diverso: il dialogo con il contribuente riluttante è infatti un dialogo appassionato, con argomentazioni che diventano sempre più stringenti con il procedere della lettura.

Alla fine l’obbligo fiscale emerge come unanecessitàcollettiva, fondato non solo sull’etica ma sul buon senso, semplicemente per evitare la catastrofe.

In questa missione pedagogica non vengono certo messe in secondo piano le mancanze dell’apparato fiscale (Equitalia compresa) ma tali mancanze (riguardo alle quali vengono intelligentemente indicati i rimedi) non diventano lo strumento per scardinare il necessario rapporto costruttivo fra Stato e contribuente.

Anche la burocrazia è messa sotto accusa per tutte le sue mancanze e i suoi abusi: questo non è un libro a difesa della burocrazia ma di noi stessi e del nostro futuro.

Anzi la lotta all’evasione diventa lo strumento principe di difesa del cittadino, che ha oggi la possibilità di essere maggiormente protetto anche per effetto del progresso degli strumenti tecnologici a nostra disposizione.

Non voglio illudere il lettore che questo sia un compito facile. Anch’io ci ho provato e non ho certo ricevuto in cambio lodi o carezze. Solo chi promette di chiudere un occhio sul fronte delle imposte riceve di solito un’immediata remunerazione da parte dell’elettore.

Ed è certo per questo motivo che quell’esperienza interrotta non è stata concretamente ripresa negli anni successivi. A volte gli strumenti di controllo sono stati anche smantellati, salvo essere, in alcuni casi, recuperati quando la crisi economica e l’emergenza finanziaria hanno bussato alle nostre porte, richiamandoci bruscamente alla realtà.

Ora è arrivato il momento di riprendere quella storia in modo ordinato e sistematico, con le idee che nel frattempo sono maturate e i mezzi tecnologici che sono stati introdotti e migliorati: fatture e scontrini elettronici, moneta elettronica e tracciabilità dei pagamenti, banche dati interconnesse a servizio del contribuente e non solo del fisco, precompilazione delle dichiarazioni dei redditi da parte dell’Agenzia delle entrate.

 

* Prefazione al libro ”L’evasione spiegata a un evasore” (Ediesse editore, 160 pagine, 12 euro) scritto da Ernesto Maria Ruffini

 

 

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