Nove mesi di mercato mondiale dell’auto sono un buon punto per capire come è andato il 2025. In Italia, nei primi nove mesi del 2025, le immatricolazioni complessive ammontano a 1.167.995 unità, con un calo del 2,9% rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2024. Nella UE+Efta+UK (in Europa d’ora in poi) la crescita è del 1,5% sullo stesso periodo del ‘24, con 9,9 mln di immatricolazioni contro i 9,7 mln del ‘24.
In calo tre dei principali mercati: Germania -0,3%, Francia -6,3% e Italia -2,9%. Crescono UK del 4,2% e Spagna oltre il 14%, anchela Polonia del 7,3%. Nei primi dieci costruttori i tedeschi sono in recupero con Vw a +4,4%, Bmw +5,6% e Mercedes a +0,4%. Anche Renault segna un +6,9% e poi tutti in perdita con crollo di Volvo -11,6% seguita da Toyota a -5,7% e poi Stellantis con -5,6%.
Da segnalare che una ripartenza dei produttori tedeschi è certamente un buon segnale per il nostro indotto automotive che ha la Germania come prima esportatrice ed escludendo la Stellantis francese anche il segno positivo di Renault è confortante sotto questo aspetto.
Quali sono i brand che vendono di più in questo scenario europeo? La Cupra di Vw segna un +39% (sempre nei primi nove mesi 2025), seguita da Skoda (+10,5%) e crolla Seat con -21%. In Stellantis crolla Lancia con -70% frutto della scellerata scelta di non produrre più la Lancia Ypsilon e cambiarne totalmente il modello, passa da 30 mila vetture a 8.700. Scende notevolmente DS con -20,7% e infatti Filosa ha stoppato la programmazione del marchio e anche Fiat lascia un -17% anche qui frutto del modello inappropriato della Grande Panda. Molto bene Alfa Romeo con +39% ma un numero irrisorio di vendite circa 40 mila vetture. Renault è tutto positivo con i tre brand Renault, Dacia e Alpine. Dei cinesi da segnalare Byd che passa da 30 mila vetture a 120 mila e campagne aggressive verso il mercato europeo. Anche Saic fa un +25% da 180 mila a 226 mila e male tutte le giapponesi e coreane oltre a Tesla con -28%.
Fuori dall’Europa abbiamo la Russia in cui il mercato delle immatricolazioni scende del 23% da 1,2 mln a 900 mila e invece in Turchia cresce del 10% ma in termini assoluti sono solo 65 milavetture immatricolate in più rispetto al 2024.
Gli Stati Uniti crescono del 4,8% che significa passare da 11,6 mln a 12,2 (ricordo che tuttal’Europa immatricola 9,9 mln). Canada cresce del 5,6% e Brasile del 3,1% ma non significativi in termini numerici così come l’Argentina con un +4,6%. Scende anche la Cina con un -7,6% ma un volume impressionante che passa da oltre 16,1 mln a 14,9 mln di autoveicoli immatricolati. Calano India -9% da 3,5 a 3,2 mln e Giappone -8,4% da 2,7 mln a 2,5 mln.
Dove va il mercato è però chiaro nonostante il calo dei Paesi asiatici (Cina, Giappone e India) che detengono oltre 20 mln di immatricolazioni. L’Europa è a 9,9 e i Paesi Nafta a 14,7 mln, con gli Usa che immatricolano 12,2 mln dei 14,7. Rispetto alle case costruttrici se Toyota arretra in Europa rimane al top come modelli più venduti piazzandone ben quattro tra i primi dieci a livello mondiale nei primi otto mesi del 2025. Prima assoluta la Toyota Rav4, al secondo posto la Toyota Corolla, la Camry settima e il pickup al nono posto. Ci sono poi due Kia e la HondaCR-V. I Paesi asiatici che non hanno buone prestazioni nei loro Paesi sono però al top mondiale.
D’altra parte, se la Toyota complessivamente vende in Europa 668 mila autovetture, negli Usa del solo Toyota RAV4 (terzo come modello di vendite) ne sono stati venduti 239 mila e del Toyota Camry 155 mila (al settimo posto) e al 10º posto il pickup Toyota Tacoma con 130 mila vetture vendute.
Negli USA con tre modelli Toyota vende come l’80% di tutto il mercato europeo. E sempre per restare agli asiatici troviamo la Honda CR-V con 212 mila vetture. Di europeo troviamo il Ram pickup, al sesto posto, di Stellantis, che in realtà di europeo non ha nulla! Questi dati per fare capire che i volumi di vendite negli Usa sono determinanti sul successo complessivo di una casa costruttrice.
Infatti, se Toyota in Europa è il sesto costruttore, negli Usa sbaraglia tutti a partire da Volkswagen e nella classifica generale mondiale giapponesi e coreani la fanno da padrone insieme alle case cinesi che hanno a disposizione un mercato casalingo sarà attorno ai 20 mln nel 2025.
Possiamo quindi dire che i marchi cinesi dominano in casa e stanno accelerando nel mercato europeo, mentre gli europei sono forti in casa ma accerchiati da tutti e negli Usa, delle tre sorelle, brilla Ford seguita da Chevrolet ma domina Toyota. Se analizziamo dove sono prodotte le auto con più immatricolazioni vediamo che Toyota ha 14 stabilimenti negli Usa con 64 mila dipendenti e due in Messico. Tutti i maggiori produttori hanno stabilimenti in Messico e Usa; sono infatti ben 21 gli stabilimenti produttivi in Messico.
In questo scenario la scelta del nuovo ceo di Stellantis di investire primariamente negli Usa è una scelta industriale corretta, insieme agli affidamenti nell’assegnare le mission produttive agli stabilimenti italiani e a Mirafiori e Melfi in particolare. Ma se, noi italiani, non riusciamo a capire che Stellantis ha bisogno per sopravvivere e competere tra i primi cinque produttori mondiali si deve avere una visione globale dell’azienda compresa l’importanza degli investimenti in Usa come in Marocco.
Perché, tra l’altro, è solo creando lavoro in loco che crescerà l’economia locale insieme ai processi democratici e alla riduzione della migrazione. L’Africa è un continente di 1,5 miliardi di abitanti con potenzialità di sviluppo enormi e dove i primi cinque produttori di auto non comprendono Stellantis ma al primo e secondo posto i soliti Toyota e Volkswagen seguiti da Hyundai, Renault e Ford.
Gli stabilimenti italiani si difendono se Stellantis è forte, ovunque.
