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Cosa prevede la proposta di legge delle opposizioni

Il salario minimo torna in Parlamento, con le opposizioni alla Camera pronte a riprendere il discorso interrotto in estate, quando la maggioranza aveva sospeso tutto. La proposta di legge unitaria per un salario minimo legale a 9 euro l’ora, infatti, era stata depositata a inizio luglio, con le firme di Movimento 5 stelle, Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, +Europa e Azione. Tra le opposizioni si era tirato fuori solo Italia viva di Matteo Renzi. A metà agosto, dopo un incontro con la minoranza, Giorgia Meloni aveva rimandato la questione al Cnel, che pochi giorni fa ha fatto avere il suo parere negativo. Questo ha permesso anche a Meloni di ribadire che, secondo il governo, il salario minimo non è la soluzione al problema del lavoro povero.

La proposta di legge depositata dalle opposizioni ha in tutto 8 articoli. Il testo stabilisce che tutti i contratti collettivi dovrebbero adattarsi al nuovo Tem (Trattamento economico minimo) di 9 euro l’ora entro il 15 novembre 2024. Questo darebbe tempo a sindacati e datori di lavoro per mettersi d’accordo sulle nuove condizioni di lavoro, partendo da un minimo orario di 9 euro lordi.

L’articolo 2 spiega che “la retribuzione complessiva adeguata e sufficiente dovuta a tutti i lavoratori ai sensi dell’art. 36 della Costituzione è data dal Trattamento economico complessivo (noto come Tec) comprendente non solo il Trattamento economico minimo (Tem)”, cioè la paga che sarebbe fissata a 9 euro l’ora come minimo, “ma anche gli scatti di annualità, le retribuzioni aggiuntive e le indennità contrattuali fisse e continuative, previste dal contratto collettivo, sottoscritto per il settore di effettiva attività aziendale dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative”.

Nella proposta si sottolinea, “per evitare equivoci, che questo trattamento economico complessivo dovuto ai lavoratori non impedisce che vengano stipulati anche contratti collettivi più favorevoli con efficacia limitata agli iscritti”. Insomma, chi viene pagato più di 9 euro l’ora manterrebbe comunque il suo attuale stipendio. Questa misura tutela il ruolo della contrattazione collettiva: spetterebbe comunque ai sindacati, infatti, trattare per tutte le paghe al di sopra dei 9 euro lordi l’ora, oltre che per tutti i benefici citati sopra (scatti di annualità, indennità varie…).

In più, ci sarebbe un aiuto per chi non riesce ad adeguarsi subito alla novità. Infatti, dovrebbe essere creato un “beneficio temporaneo” per “accompagnare l’adeguamento” in quei settori dove la retribuzione è al di sotto dei 9 euro ed è impossibile salire di colpo al di sopra di questa soglia, perché il settore è “meno sviluppato da un punto di vista sociologico”.

*da fanpage.it/news 10/010/2023

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