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Far crescere lo spirito imprenditivo

In rappresentanza del Direttore Generale Carmela Palumbo, che purtroppo oggi non è potuta essere presente per ragioni istituzionali,  ringrazio per l’invito gli organizzatori di questa manifestazione. 

Ho apprezzato e ascoltato con molto interesse gli interventi dei relatori che mi hanno preceduto, e devo dire che anche il titolo dato a questa sessione risulta essere molto appropriato, in quanto unisce orientamento e alternanza scuola lavoro in un unico progetto. 

Devo fare una premessa: la Legge 107, a mio avviso, è una vera riforma del sistema dell’istruzione perché introduce numerosi aspetti di carattere innovativo. Non mi riferisco solo all’alternanza: ci sono dei princìpi dentro la 107 che fanno sì che questa legge sia una vera e propria rivoluzione culturale. Tra le varie innovazioni all’interno della legge 107, abbiamo anche l’introduzione dell’alternanza scuola lavoro come misura strutturale e pienamente curricolare, che contribuisce a far entrare nelle scuole la cultura del lavoro e nelle imprese quella della formazione.

Quello dell’orientamento è un tema già affrontato dal Ministero con varie misure nel passato ed ora registra un “upgrade” perché, se prima veniva inteso dalle scuole esclusivamente come orientamento ai successivi percorsi di studio, oggi la logica viene ribaltata, perché si ragiona in funzione dell’orientamento al lavoro, in base al quale lo studente potrà anche scegliere in futuro il suo percorso di studi. 

In questo, l’alternanza scuola lavoro rappresenta essa stessa un elemento di orientamento del giovane, orientamento direttamente al lavoro, sia che il giovane decida poi di continuare il percorso di studi e di allungare quindi il percorso di formazione, sia che decida di entrare immediatamente nel mondo del lavoro dopo il diploma. Compito dell’alternanza scuola lavoro è quindi innanzitutto di orientarlo e poi di fargli acquisire quelle competenze che possono essere sia specifiche disciplinari, sia trasversali, le cosiddette “soft skills” che oggi sono tanto richieste soprattutto dalle imprese. 

Inoltre, la scelta va verso la direzione da tempo indicata dall’UE per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, con una evoluzione dell’istruzione, includendo, rispetto al passato, elementi di transizione fra scuola e lavoro. È a questo che risponde la legge 107/2015, perché dobbiamo sempre ricordare che tutte le azioni e le risposte dell’Italia, dalla legge 107/2015 allo jobs act, corrispondono alla logica europea e agli obiettivi di Europa 2020, che oggi sono confermati dalla New Skills Agenda for Europe e saranno rafforzati nel futuro programma Europa 2030. 

Vediamo, quindi, che cos’è l’alternanza in termini di orientamento. L’alternanza oggi la possiamo concepire come una serie di esperienze a cui i ragazzi hanno l’opportunità di partecipare. In queste esperienze riconosciamo innanzitutto una fase orientativa che li prepara ad affrontare il mondo del lavoro, dopo la quale i ragazzi partecipano ad uno stage: ricordiamoci che si parla di alternanza scuola lavoro e quindi, il ragazzo deve vivere una esperienza lavorativa, respirare l’aria del lavoro e acquisire quelle competenze che afferiscono alla cosiddetta etica del lavoro. 

L’etica del lavoro è rappresentata da quella capacità di spirito “imprenditivo”, che non vuol dire necessariamente imprenditorialità, ma un atteggiamento pro-attivo davanti ai problemi che gli si pongono davanti: saper lavorare in team, sapersi proporre anche con i colleghi, possedere anche una certa abilità nella mediazione nei conflitti: e sappiamo bene che nel mondo del lavoro è molto importante  saper comporre i conflitti che spesso si creano tra colleghi. 

Sotto questi punti di vista, l’alternanza cerca di fornire i ragazzi di tutte queste competenze, oltre a poter far loro apprendere anche competenze disciplinari che la programmazione didattica prevede nell’esperienza di alternanza. 

In merito alle azioni di governance del sistema, dobbiamo preliminarmente osservare che questo è il secondo anno di monitoraggio quantitativo dell’alternanza con il quale, grazie ai report periodici annuali del MIUR, riusciamo a disporre dei numeri dell’alternanza. 

È inoltre in fase di conclusione il monitoraggio qualitativo, svolto in collaborazione con INDIRE, per trovare i punti di criticità e i punti di qualità che possono essere presenti nei percorsi di alternanza. 

Quest’ultimo contribuisce anche al salto qualitativo dell’alternanza, considerando che quello quantitativo ormai l’abbiamo fatto: nell’anno scolastico che si sta concludendo abbiamo avuto più di 1.100.000 studenti in alternanza e nel prossimo anno ne avremo circa 1.500.000. Da questo punto di vista, stiamo cercando di sviluppare una piattaforma di governance che ci permetta di erogare la formazione per la sicurezza nel luogo di lavoro agli studenti, in completa libertà e autonomia per le scuole e in modo del tutto gratuito per gli studenti. 

I contenuti sono elaborati dall’INAIL, uno degli enti più  qualificati da questo punto di vista. Le scuole potranno, attraverso la piattaforma, rilasciare le certificazioni di avvenuta formazione in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, certificata in esito al superamento dell’esame finale del percorso. Sotto il profilo assicurativo antinfortunistico, abbiamo sollecitato l’INAIL ad emanare dei chiarimenti sulla gestione dell’alternanza, poi confluiti nella circolare uscita nel novembre 2016, in cui sono stati chiariti tutti gli aspetti dell’alternanza sotto il profilo assicurativo antinfortunistico. 

Il MIUR è attualmente al lavoro per la definizione di una piattaforma nazionale per la gestione dell’alternanza, che innanzitutto possa aiutare le scuole ad espletare gli adempimenti amministrativi, attingendo i dati anagrafici dal SIDI e dal sistema delle Camere di Commercio. Dall’unione di queste due fonti, potranno essere completate le Convenzioni tra le scuole e le strutture ospitanti ed i patti formativi per ciascuno studente. 

Per il futuro, si prevede che la piattaforma possa elaborare le certificazioni delle competenze nei percorsi di alternanza, ma dovrà soprattutto essere in grado di mettere in relazione le scuole con il mondo del lavoro. Non dobbiamo mai dimenticare che, se la legge 107/2015 ha introdotto la “curricolarità” per 400 o 200 ore nelle scuole, non ha obbligato però le aziende ad ospitare studenti in alternanza. 

Grazie anche alla riforma che ha ampliato i compiti delle Camere di Commercio, queste ultime si faranno parte promotrice per far incontrare le aziende con le scuole e per diffondere la cultura dell’alternanza scuola lavoro anche nelle imprese e in generale nel mondo del lavoro. Siamo entrati ormai in una fase di sviluppo e perfezionamento, che vedrà anche l’affinamento delle competenze dei docenti nel campo dell’alternanza con il Piano Nazionale di Formazione, cercando di coinvolgere sempre di più l’organico di potenziamento, che potrà rivestire ruoli sempre più attivi e propositivi, attraverso la figura di “responsabile dell’alternanza”.

 

 (*) Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

 

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