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Un nuovo web di proprietà delle cooperative *

Bisogna inventare un nuovo Web a servizio di modelli macroeconomici fattibili, piuttosto che sviluppare una rovinosa economia dei dati (116).

Ora come ora, la piattaforma capitalista viene definita da decisioni dall’alto prese nella Silicon Valley e implementate da algoritmi a scatola nera. Ciò di cui abbiamo bisogno è una nuova narrazione della condivisione, aggregazione, apertura e cooperazione, un racconto in cui è possibile credere.

Il movimento cooperativo ha bisogno di fare i conti con le tecnologie del ventunesimo secolo. Bisognerà rimboccarsi le maniche per far diventare il concetto di cooperativa online americano come la torta di mele. Ci sarà bisogno di affrontare discussioni in contesti nazionali e locali, dal Perù, Germania e dall’Italia, al Regno Unito, alla Corea del Sud e all’India.

La piattaforma cooperativa non è importante perché in grado di “uccidere la Morte Nera delle piattaforme” (117).

Non è distruggere i Dart Fener come Uber ma sovrascriverli nella testa della gente, implementando diversi modelli di proprietà e reinserendoli nel mainstream. Alla fine degli anni ’60 e all’inizio dei ’70, gli esponenti delle controculture, formavano comunità utopiche, lasciarono le città per dare forza alla loro idea di futuro che consisteva nel vivere sulle montagne. Spesso esperimenti del genere si rivelavano fallimentari. Letta in termini di una parte integrante della cultura, la piattaforma cooperativa può diventare un attore importante nell’economia.

Per sviluppare piattaforme cooperative di successo, non c’è solo bisogno di saggezza pragmatica e un certo entusiasmo ingenuo. Istanze anti – teoriche e il rifiuto di riflessioni autocritiche sono piuttosto d’ostacolo, come abbiamo visto nella controcultura.

È necessario studiare i successi e i fallimenti del passato. Bisogna identificare le aree in cui le cooperative di piattaforma possano avere più successo. Bisogna diffondere l’ideologia di un mutualismo sentito, di ideali comunitari e della cooperazione che rende tutto ciò possibile. La piattaforma cooperativa può dare nuova forza a una vera economia della condivisione, l’economia della solidarietà. Non darà rimedio agli effetti corrosivi del capitalismo ma può dimostrare che il lavoro può essere una parte dell’esperienza umana dignitosa e non da disprezzare.

La piattaforma cooperativa non riguarda il prossimo dispositivo o “piattaforma”, ma ha a che fare con la visione di una vita che non ha al proprio centro le società per azioni. Attuare il cambiamento non è sempre una festa o facile come scrivere un saggio o tenere una conferenza; non è così comodo: la piattaforma cooperativa riguarda anche il confronto.

Per rafforzare e costruire le piattaforme cooperative, è essenziale che persone con gli stessi interessi si organizzino. Yochai Benkler incoraggia questo movimento: “se puoi immaginarlo, può succedere, se lo fai in tempo puoi catturare un mercato” (118).

Non è più possibile sprecare altro tempo. I politici e i proprietari delle piattaforme hanno promesso protezioni sociali, accesso e privacy, ma noi esigiamo la proprietà. È tempo di capire che non la concederanno mai. Non possono darla. Ma noi dobbiamo prendercela. Attraverso lo sforzo collettivo costruiremo il potere politico per il movimento sociale che fa esistere queste idee.

 

116 “Stiegler on Daesh and ‘The Age of Disruption,” ultimo accesso 29 novembre, 2015, www.samkinsley.com.

117 “How Platform co-ops Can Beat Death Star Platforms to Create a Real Sharing Economy,” Shareable.

118 “Making It Work—Platform Coop 2015: Platform Cooperativism Conference.”

 

*Conclusioni del saggio Il Cooperativismo di piattaforma

**Trebor Scholz ha vissuto e lavorato nelle coop per oltre dieci anni ed è autore diThe Internet as Playground and Factory (2013) e Uberworked and Underpaid: How Workers Are Disrupting the Digital Economy (2016, in corso di pubblicazione). Scholz è professore associato alla New School di New York , dove tiene corsi su Internet e società. Assieme a Nathan Schneider, si è impegnato nella creazione di una campagna contro il sistema di estrazione di valore che alimenta la “sharing economy”.

The New School ha ospitato Platform Cooperativism: The Internet, Ownership, Democracy, una conferenza che ha radunato più di mille persone per piantare i semi di un nuovo tipo di economia online.

 

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