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Desertum fecerunt et pacem appellaverunt

Israele si prepara a reagire duramente al riconoscimento dello stato Palestinese che alcuni Paesi, tra i quali Francia e Gran Bretagna, annunceranno a New York a margine dell’assemblea generale dell’Onu di domani. 

Ci sono, è vero, le esitazioni di Italia e Germania che non ritengono che ci siano le condizioni per il riconoscimento, ma oltre 150 Paesi lo hanno fatto e ricorrere a sotterfugi diplomatici per ritardare una dichiarazione che al momento ha un forte valore politico equivale a nascondersi dietro un dito. 

Netanyahu ha dichiarato che non vi sarà mai uno Stato Palestinese e fa di tutto per eliminarne ogni parvenza. Per questo, all’occupazione di Gaza seguirà l’annessione di parti della Cisgiordania, in violazione di tutte le risoluzioni ONU e delle norme internazionali. 

L’attuale governo israeliano sostiene che il riconoscimento della Palestina è un assist ad Hamas e fin quando il movimento non sarà debellato definitivamente le operazioni di guerra continueranno. 

Ma se l’obbiettivo principale è eliminare completamente Hamas, appare sempre più evidente che l’attuale politica israeliana  ha ormai trasformato tutti i palestinesi di Gaza e non solo, in simpatizzanti di Hamas, che è si un’organizzazione terroristica, ma è anche un partito politico che va sconfitto con le armi della politica. 

Agire solo militarmente porta alla conclusione che è necessario uccidere o deportare quasi l’intera popolazione Gazawi. Non c’è famiglia palestinese che non pianga morti e   non covi vendetta contro Netanyahu e la sua compagine ultraortodossa.

Con la politica dei massacri sistematici, Israele pagherà prezzi altissimi, poiché la sua sicurezza continuerà ad essere a repentaglio. Circondato da Paesi le cui opinioni pubbliche saranno sempre più ostili con una massa di sfollati pronti a trasformarsi in terroristi e schegge impazzite, Israele appare destinato a vivere senza tregua in uno stato di allerta perenne. 

Netanyahu riuscirà probabilmente a spianare Gaza e dichiarerà la pace (Desertum fecerunt et pacem appellaverunt afferma il re dei Caledoni nel “de agricola” di Tacito), ma sarà una mera illusione e gli israeliani saranno in guerra permanente. Nonostante i bombardamenti indiscriminati e le uccisioni mirate, Hamas rimane saldo in sella. Continua a rappresentare l’interlocutore politico con il quale bene o male bisogna confrontarsi. 

Il Governo israeliano non persegue altre strade se non lo sterminio e la distruzione sistematica: è come accecato dalla furia devastatrice e con l’occupazione coloniale della Cisgiordania mette in soffitta l’unica alternativa possibile ad Hamas, ovvero puntare su un’Autorità Palestinese rinnovata e politicamente affidabile, come si ripropone di fare la Conferenza sulla Palestina che si riunirà a New York sotto Presidenza franco-saudita.

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