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Entrata a regime dell’assegno di ricollocamento

L’Anpal rilancia l’assegno di ricollocazione, quale misura di politica attiva del lavoro, prevista dall’art. 23 del D.Lgs. 14/09/2018 n. 150.

L’entrata a regime decorre dal 3 aprile 2018, preceduta dalla fase di sperimentazione, che ha visto la propria conclusione nel mese di dicembre u.s. (cfr. per i dettagli la News letter N.L. n. 191/2017). Il campione interessato ha riguardato 27.000 disoccupati, mentre il percorso a regime ne prevede, secondo stime all’interno dell’Anpal, oltre 60.000. E’ attribuita, quindi, una certa affidabilità allo strumento di ausilio alla ricerca – proprio del tipo di assegno previsto – attendibilmente grazie anche alle novità introdotte.

Le regole riferite alle modalità operative sono contenute nella delibera del CdA ANPAL n. 3/2018, mentre l’apposito Avviso pubblico dell’Agenzia del 7 marzo 2018, pubblicato sul proprio sito, ne esplicita il percorso applicativo.

Avviso pubblico ANPAL del 7 marzo 2108

Salvo ulteriori istruzioni operative preannunciate, l’ampio documento tocca tutti i profili del processo, che vanno, per richiamare il percorso essenziale, dai destinatari, ai soggetti erogatori del servizio, all’aggiornamento del programma di ricerca occupazionale intensiva, all’erogazione del contributo, ai controlli.

Le categorie dei destinatari comprendono:

-i percettori della Naspi per la durata di più di quattro mesi:

-i beneficiari del reddito di inclusione, con patto di servizio, la cui identificazione è rimessa ad un successivo provvedimento da definire con il Ministero del lavoro

-i lavoratori coinvolti nell’accordo di ricollocazione previsto nella legge di bilancio 2018, anche qui con modalità riferite alla richiesta anticipata dell’assegno da definire con il Ministero del lavoro.

Rimangono esclusi i lavoratori che usufruiscono di misure di politica attiva regionali ovvero di attività formativa mirata allo stesso scopo dell’assegno, finanziata da un ente pubblico.

Gli erogatori del servizio sono i Centri per l’impiego e i soggetti accreditati ai servizi del lavoro a livello nazionale e regionale a seguito di inserimento nel sistema informativo unitario.

Assume rilievo il programma di ricerca intensiva, ai fini del procedimento di indagine, di offerta di lavoro, dei controlli.

Altro aspetto importante è l’ammontare dell’assegno di ricollocazione; premesso che l’erogazione avviene a favore dell’ente fornitore del servizio e non già del soggetto destinatario, l’importo varia da 250 a 5.000 euro, secondo l’esito del profiling in relazione alle difficoltà occupazionali, al tipo di contratto di riassunzione, con valutazioni diversificate(part time non inferiore al 50%, tempo indeterminato, tempo determinato di durata pari o inferiore a sei mesi; Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia anche contratti a termine di durata compresa tra tre e sei mesi).

Anche nell’ipotesi di mancato conseguimento dell’obiettivo occupazionale, è riconosciuta una quota fissa(Fee4Services) di euro 106,50 corrispondente ad una stima di tempo pari a tre ore (primo colloquio e stipula del programma di ricerca intensiva).

E’ attribuito, infine, grande spazio all’attività relativa ai controlli, che vengono attuati secondo una duplice modalità mirata a promuovere l’effettiva osservanza delle procedere e il conseguimento degli obiettivi. Abbiamo così:

-i controlli on desk, consistenti nella verifica dell’effettivo raggiungimento degli obiettivi attraverso la documentazione. Si aggiunge la verifica per il riconoscimento del” fee4service” sempre di tipo documentale;

-i controlli in loco a campione in itinere o ex post circa il reale svolgimento delle attività con la corretta erogazione del servizio.

Sono dettate disposizioni anche circa la corretta tenuta della documentazione da conservare per 10 anni, mentre non manca, con valore deterrente, un sistema sanzionatorio, che agisce sul recupero degli importi indebitamente percepiti.

Da una valutazione, sia pure sommaria, circa l’impostazione della messa a regime dell’importante misura di politica attiva all’esame, appare significativa l’estensione del servizio ai soggetti privati accreditati, mentre è auspicabile un puntuale monitoraggio in itinere, che potrebbe contribuire a meglio finalizzare l’impiego delle risorse. Non è da sottacere, poi, che una parallela politica di investimenti sarebbe di notevole sostegno all’iniziativa.    

 

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