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Puntare sulle riforme previdenziali che non costano

CGIL, CISL e UIL hanno sintetizzato in un documento unitario i temi di previdenza sociale più significativi da affrontare nella fase 2 del confronto con il Governo.

Si tratta di 11 punti e significativamente il primo riguarda sostanzialmente la definizione della età pensionabile per conseguire la pensione di vecchiaia, quell’età che consente al datore di lavoro privato o pubblico, di poter risolvere ad nutum il rapporto di lavoro.

In realtà le leggi e le sentenze parlano dell’età e degli altri requisiti, cosicchè il potere del datore di lavoro è elastico. Già questo consiglierebbe per evitare ingiustificate discriminazioni di attestarsi sull’età conseguenza della speranza di vita escludendo per un elementare coerenza di sistema di superarlo, immaginando il raggiungimento dell’età pensionabile dopo aver superato il limite della speranza di vita!

Occorre casomai lavorare sulle deroghe. Il che fa il punto 2 delle proposte sindacali intitolato “Superamento delle disparità di genere delle donne e valorizzazione del lavoro di cura” in particolare nei primi capoversi riservati alle deroghe in favore delle donne lavoratrici che abbiano figli.

Poiché è facile prevedere l’obiezione governativa dei vincoli di bilancio, sarebbe questo il momento di dedicarsi alle proposte che non costano, anzi che non devono costare, magari semplificando il ricorso alla solita commissione di studiosi.

Se si riuscisse dopo tanti tentativi a raggiungere la Fata Morgana della separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale (§ 5) si sarebbe fatto un passo fondamentale per una effettiva riforma del sistema di welfare e per poter calcolare senza strumentalizzazioni il costo del lavoro, anzi quello che dovrebbe essere il costo del lavoro.

I Sindacati Confederali propongono un metodo che, giustamente, vuole coinvolgere le strutture istituzionali europee, se non altro per omogeneizzare i metodi di raffronto delle misure nazionali, ma non solo, anche per stabilire chi deve pagare e che cosa.

Sicuramente questa esigenza è il presupposto per affrontare correttamente ora un’altra riforma che non deve costare, anzi deve far risparmiare, attraverso una legge di riforma della governance degli Enti previdenziali (§ 11). E su questo punto gli archivi della Commissione bicamerale di controllo degli Enti gestori della Previdenza obbligatoria sono pieni di studi, pareri e proposte.

Poiché i Sindacati ribadiscono solennemente che la loro piattaforma “rimane il riferimento del sindacato per una riforma organica del sistema previdenziale del nostro Paese”, deve ritenersi scontato il coinvolgimento delle Amministrazioni pubbliche e dei dipendenti pubblici nelle proposte sintetizzate nel documento di cui diamo notizia, anche se le avventate proposte di maxi concorsi per favorire i giovani (sic!) meriterebbero una presa di posizione esplicita.

 

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