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Il carbone va in pensione, senza fretta

Scusami, ma a chi ci legge devo una spiegazione, come ante fatto. Quando ti telefonai per l’intervista fosti così sospettoso che quasi mi rifiutasti il saluto. Riuscii a dire che il mio obiettivo non era criminalizzarti e così, dopo poco, dal lei siamo passati al tu. Ovviamente, tono amicale ma non confidenziale. Una certa riservatezza la mantenesti. 

Detto questo, veniamo al perché ti intervisto. Sei uno dei motivi per cui il clima è a rischio e con lui la sopravvivenza dell’uomo. C’è troppa anidride carbonica in giro e il sistema vegetale esistente non riesce ad assorbirlo. Ne sei consapevole?

Facile puntare il dito contro di me. So benissimo che sono considerato un problema per l’umanità in questo momento. Ma è la cattiva coscienza dell’uomo a creare questa opinione. Le cose, però, non stanno così. Io sarei rimasto tranquillamente sotto terra. Mi sono formato fra i 280 e i 345 milioni di anni fa e soltanto nel Medioevo fui costretto a uscire dalle viscere della terra per soddisfare le esigenze di riscaldamento delle persone. Da allora, mi hanno cercato sempre più in basso. Vicende epiche e tragiche (Marcinelle non è colpa mia, ma dell’incendio innescato da una scintilla elettrica) hanno raccontato come milioni di minatori hanno sgobbato per estrarmi. Ma non perché gliel’ho chiesto io, ma per soddisfare le crescenti richieste degli abitanti della terra che ne avevano bisogno, dalle esigenze domestiche a quelle industriali.

Ciò che dici non fa una grinza. Resta il fatto che se non la smettiamo di utilizzarti, il riscaldamento della terra scombussola pericolosamente il sistema ecologico.…

Ti interrompo. Premesso che se viene interrotto il mio utilizzo, me ne sto tranquillamente nel mio habitat; non darvi fastidio, per me è motivo di tranquillità e di vitalità. Non credere che sia contento di continuare a bruciare perché possiate fare gli arrosticini in giardino, alimentare le centrali elettriche, essere H24 dentro le vostre fonderie e acciaierie e mal visto dalla gente che abita nelle vicinanze per i fumi che si diffondono nell’aria. Per me è morte atroce, ma per secoli mi avete detto che ero il toccasana per il vostro benessere. Un po’ ci ho pure creduto, ma se mi fate andare in pensione non ne soffrirò. Temo però, che non sarà facile liberarvi di me.

Cioè? Quasi tutti i Paesi si sono impegnati a raggiungere il pieno disimpiego di te tra il 2030 e il 2050 e fonti alternative e rinnovabili saranno in quel momento sufficienti per pensionarti. 

Innanzitutto, c’è un problema di transizione enorme, specie in termini di lavoro. Ricordati che sono ancora tra i pochi settori ad essere labour intensive e la riqualificazione di milioni di estrattori è processo che fa tremare i polsi a chiunque. Il Presidente dell’India Narendra Modi alla COP26 di Glasgow del 2021 l’ha detto in modo esplicito: non è credibile per quel Paese riuscire a chiudere tutte le miniere entro i prossimi 30 anni, senza creare pesanti ripercussioni sociali. Vi lavorano poco meno di un milione di persone. Inoltre, gas e petrolio hanno forti lobbies ed enormi interessi per essere sicuri che cederanno, senza colpo ferire, il passo alle fonti rinnovabili, dall’eolico all’idrogeno green. E’ bastato il rimbalzo dell’economia dopo la pandemia e la insensata guerra di Putin contro l’Ucraina per chiarire al mondo che di noi tre non potete farne a meno nell’immediato e in prospettiva.

Ti stai illudendo. I popoli hanno capito ormai che devono fare a meno di voi e tu sarai il primo a uscire dal mercato. Ne va di mezzo il futuro delle giovani generazioni, che sono l’avanguardia di una coscienza crescente della necessità di uno sviluppo molto diverso da quello conosciuto.

A me farebbe piacere, come ti ho detto. Quello che potevo dare come contributo al benessere dell’umanità l’ho dato. E poi, quella giovanotta svedese, GretaThunberg a me fa tenerezza, Dice la verità. E’ stata l’ingordigia dei potenti della terra a farmi catalogare tra le esagerazioni insopportabili. Quasi, quasi andrei a tutti i Fryday for future. Ma se veramente la consapevolezza dei popoli è cresciuta, l’ammetterò soltanto quando investiranno sui mille miliardi di alberi che pure si sono impegnati a piantare. Soltanto se cresceranno nelle città, nelle campagne e nei monti di tutto il mondo una vegetazione che assorbirà la CO2 stagnante nell’atmosfera, sarà possibile governare una transizione ragionevole e vincente. Senza uno sforzo, che ancora non si vede, in questa direzione non potrete liberarvi di me.

Lanci una sfida pesante, ma ammetto, in modo costruttivo. Hai altro da aggiungere?

Sì, un piccolo favore. E’ una vita che ho una immagine distorta tra i bambini. Non potete dire alla Befana che sarebbe ora di non portarmi più, al posto dei regali, in un sacchetto, ai bambini che non si sono comportati bene nel corso dell’anno? A parte che a me sembra poco efficace e molto diseducativo, ma che ragione c’è di associarmi al castigo? 

 

 

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