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Il lato oscuro di Facebook. Intervista a Federico Mello

Facebook, il grande social network “inventato” da Mark Zuckemberg, è stato, nei mesi scorsi, al centro di una polemica “planetaria” a causa di gravissime accuse di violazioni di milioni profili. Si parla dello scandalo, dell’ormai defunta società, di “Cambrigde Analatyca”. Ma non c’è solo questo. Il “social” è messo sotto accusa anche da neuroscienziati, psicologi, studiosi di comunicazione per le sue tecniche manipolatorie in grado di influenzare la volontà dei suoi utenti. Tanto da far affermare a Sean Parker, ex Presidente di Facebook, un pensiero assai inquietante: “solo Dio sa cosa Facebook sta facendo al cervello dei nostri figli”.

Ma qual è il lato oscuro di Facebook? Per quale scopo usa le tecniche manipolatorie? Proviamo a rispondere a queste domande, in questa intervista, con Federico Mello, autore del saggio, uscito da poco,  “Il lato oscuro di Facebook” (Ed. Imprimatur). Mello è giornalista professionista, autore Rai e studioso di comunicazione.  

Federico, partiamo dalla domanda, che ti poni all’inizio del tuo interessante libro: Quando andiamo su Facebook siamo noi che ci andiamo, con la nostra volontà, oppure, in un qualche modo, è Facebook che si collega al nostro cervello? il meccanismo è ben diverso.. 

La tecnologia non è mai neutra. E tanto meno lo sono i software. Facebook non è neutro: è progettato, migliorato, e aggiornato di continuo, per spingerci in direzioni ben precise: stare più collegati possibile, ed essere il più attivi possibile. Questo è il modello di business di Mark Zuckerberg. 

Sulla scia, di documentati studi di neuroscienziati ed esperti di comunicazione, affermi che il social network agisce sul neurotrasmettitore chiamata dopamina. Una sostanza, che viene rilasciata in una zona determinata del cervello, associata alle attività di ricompense. Insomma è legata al “piacere”.  E’ un bel trappolone per gli utenti… Spiegaci un poco…

Le notifiche di Facebook sono progettate nello stesso modo in cui sono progettati i giochi d’azzardo o i giochi compulsivi per cellulare: dare il massimo piacere possibile, e la dopamina è esattamente il “neuro-trasmettitore del piacere”. Il nostro telefono, con l’applicazione di Facebook installata, è una sorta di piccola slot machine, io la chiamo una “social slot machine”: apriamo l’app e vediamo se abbiamo “vinto” una notifica, un messaggio, una richiesta di amicizia. Negli anni Facebook ha aumentato il più possibile il numero di notifiche, e quindi di piacere, per aumentare la nostra dipendenza. 

Tu vedi lo stesso meccanismo, quindi, la stessa dipendenza dall’alcol e dal gioco d’azzardo, è così?

Sì esatto il meccanismo è uguale. Le vecchie slot machine, nei casinò di Las Vegas, offrivano solo tre vincite ogni cento puntate. Ora quelle vincite sono salite al 40 per cento delle puntate. Si vince meno ma si vince più spesso. Questo è deleterio per la dipendenza che genera: tutto è progettato con lo scopo di spremere il giocatore il più possibile. Facebook fa la stessa cosa, con la differenza che non gli interessano i nostri soldi, ma il nostro tempo, che poi monetizza con la pubblicità. 

Parli di tecniche manipolatorie messe in atto dai “geni” di Facebook per catturare la nostra attenzione. E qui c’è il “lato oscuro della forza”, per usare un termine mutuato da “Star War”, dove “forza”, qui, sta per Facebook: ovvero fare soldi… Puoi spiegarci meglio? 

Sì esattamente questo: lo scopo di Facebook non è quello di “rendere il mondo un posto connesso”, ma di avere utenti il più tossici possibile. Non mette l’utente al centro delle sue scelte, ma il profitto, anche a scapito dell’utente. 

A quanto ammonta il giro plurimiliardario di Facebook?

Parliamo ormai di un’azienda che ha una delle più alte capitalizzazioni al mondo. Siamo oltre i 40 miliardi.

Come Pensi che abbia reagito Mark Zuckerberg al recente scandalo di Cambrigde Analytica? Basta aver sospeso applicazioni? Insomma sta reagendo all’altezza delle gravi responsabilità?

No, come al solito ha fatto il pesce in barile nascondendosi dietro motivazioni tecniche. Però finalmente è emerso in modo evidente e incontestabile, quando sia enorme e autocratico il suo potere: nelle sue audizioni al congresso, era evidente come fosse più potente di tutti i deputati e senatori che lo interrogavano messi insieme. Ha più soldi di loro, e decidendo cosa deve mostrarci l’algoritmo di Facebook, un potere enorme in tutto il mondo. 

Eppure, lo dico da innamorato di questo social network (come lo sei anche tu), nonostante queste tecniche manipolatorie, Facebook resta un grande opportunità. Condividi la proposta di obiezione di coscienza nei confronti del social? Non ti sembra una forma aggiornata di “luddismo”?

No, non la condivido. La risposta non può essere individuale. Facebook va regolato, e va obbligato a rendere trasparenti tutte le sue scelte. Io dico che, visto quando è importante ormai nelle nostre vite, andrebbe tolto dalle mani di Zuckerberg, e dato ad un ente con finalità pubbliche come la fondazione Wikipedia. Non è impossibile pensare che si arrivi a qualcosa del genere: la battaglia è appena cominciata. 

Dal sito : http://confini.blog.rainews.it/2018/05/17/il-lato-oscuro-di-facebook-intervista-a-federico-mello/

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