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Il lavoro, le competenze, il nostro futuro

Buongiorno, per me è un piacere aprire questo evento che Fondimpresa ha voluto organizzare proprio nell’anno europeo delle competenze per celebrarlo insieme e nello stesso tempo per aprire un dibattito necessario. 

La discussione sul futuro delle competenze e del lavoro, visti gli imponenti processi di trasformazione tecnologica che caratterizzano la nostra epoca, genera interrogativi e curiosità ed è giusto e logico che sia così, perché il lavoro non è solo mezzo di sostentamento, ma anche fattore di integrazione sociale e forma fondamentale di espressione della persona. 

C’è chi prevede un futuro in cui l’automazione porterà precarietà e disoccupazione. Altri invece, come noi, ritengono che l’innovazione tecnologica possa produrre crescita e nuovo lavoro, com’è accaduto nella storia fino dalla Rivoluzione Industriale. 

Il futuro del lavoro non dipende soltanto dalla tecnologia, sarà condizionato da come sapremo affrontare l’innovazione in un contesto sociale e globale caratterizzato da cambiamenti e trend importanti a livello demografico sociale ed economico. 

Non sappiamo con certezza quali e quante professioni svaniranno da qui al prossimo futuro, ma quello che sappiamo con certezza è che tutti o quasi i lavori si trasformeranno ed avranno bisogno di lavoratori con competenze aggiornate per potere essere svolti. 

Quali saranno i lavori del futuro? 

Molti propongono previsioni, personalmente ritengo che il tema vada affrontato con elasticità mentale, sapendo probabilmente alcuni lavori spariranno altri cambieranno e altri ancora che oggi non esistono diventeranno attuali, lavori che oggi solo in parte possiamo immaginare. 

Anche per questo sarà sempre più necessario acquisire le employability skills, le nuove competenze trasversali necessarie a qualificarsi e riqualificarsi per un mondo del lavoro investito da un incessante cambiamento. 

Di fronte alle profonde trasformazioni che stanno caratterizzando il mondo del lavoro e all’introduzione di nuovi strumenti di Intelligenza Artificiale accessibili a tutti, 

la sfida centrale dei prossimi anni sarà quella di acquisire nuove competenze. 

Quali saranno? In questa giornata ci siamo dati l’obiettivo di tracciare un percorso per aiutarci a comprenderlo. 

Porterà il suo punto di vista e la sua conoscenza ed esperienza la professoressa Ajello, psicologa dell’apprendimento. 

Discuteranno con noi di come la formazione cambia l’azienda? Con quali le ricadute pratiche? 

……………………

Noi pensiamo che se nel futuro che ci aspetta sarà fondamentale acquisire competenze numerose e nuove, gli strumenti disponibili per le imprese che decidono di investire in formazione debbano essere di facile utilizzo e seguire percorsi lineari e continui nell’ interesse collettivo. 

Non dovrebbe essere una corsa ad ostacoli quella da intraprendere. 

In tal senso vorremmo coerenza delle regole, delle scelte, dei riferimenti normativi. 

La formazione continua è necessaria, molti contratti collettivi di lavoro hanno investito su questo principio rendendola un diritto soggettivo dei lavoratori sancito e riconosciuto dalla contrattazione. 

E sempre più spesso la formazione è considerata un diritto e nel contempo un dovere, per esempio quando vengono utilizzati ammortizzatori sociali. 

Appare dunque contraddittorio alla luce di questi elementi considerare il finanziamento della formazione tramite l’apposito contributo dello 0,30 pagato dalle imprese stesse un aiuto di stato . Col rischio che facendo cumulo con altri aiuti di stato una volta arrivata al tetto massimo, l’impresa si trovi a dover per forza fare meno formazione di quella che potrebbe servire e non possa usare le risorse accantonate come sarebbe necessario. 

Non è una strategia vincente in un momento storico in cui il Paese e le imprese hanno bisogno di un sostegno, non certo di un fardello. 

Non priviamo nessuno delle competenze, piuttosto liberiamole per il bene individuale e collettivo. 

Liberiamole da vincoli normativi troppo stretti, ma anche da costrutti sociali controproducenti. 

Questo avverrà se saremo capaci di integrare la formazione continua nella cultura aziendale, promuovendo un ambiente di lavoro che valorizzi l’apprendimento e l’innovazione e se saremo poi capaci di riconoscere e certificare le competenze sviluppate attraverso la formazione continua, favorendo la mobilità lavorativa e la crescita professionale. 

Di tutto questo prevediamo di parlare nel corso delle nostro intenso percorso di lavoro. 

Nella giornata di domani, infatti, in un confronto dialettico al massimo livello tra rappresentanti delle Parti sociali, delle istituzioni e della politica, messi a fuoco temi, opportunità e formuleremo proposte volte a innovare le regole che governano la vita e l’azione dei fondi interprofessionali e la normativa di riferimento della formazione continua, in particolare riguardo agli aiuti di stato e alla certificazione e messa in trasparenza delle competenze con l’intento di rispondere così alle nuove esigenze emerse, valorizzando pienamente gli strumenti efficienti disponibili, a partire da Fondimpresa. 

* Vice presidente Fondimpresa 12 aprile 2023 

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