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Il ”modello Lazio” piace ai giovani

Quando la giunta Zingaretti si è insediata, circa un anno e mezzo fa, le politiche per il lavoro della Regione erano pressoché limitate alla gestione delle crisi aziendali e delle emergenze occupazionali. Tutto ruotava intorno all’ erogazione della cassa integrazione e della mobilità in deroga, mancava una visione organica delle politiche del lavoro e l’impianto normativo regionale appariva molto arretrato rispetto alle esigenze di un mercato del lavoro in forte evoluzione.

L’istituzione regionale, dunque, risultava ripiegata nel ruolo di soggetto preposto all’erogazione di ammortizzatori sociali, priva di programmi di sviluppo e di politiche di sostegno all’occupazione, con un forte sbilanciamento sulle politiche passive gestite in base ad accordi tra lo Stato e le Regioni.

Il territorio della regione Lazio è stato colpito duramente dalla crisi.  Da quando ci siamo insediati abbiamo dovuto affrontare centinaia di vertenze che hanno coinvolto migliaia di lavoratori.  Penso, tra gli altri, ai lavoratori della Videocon e della Marangoni di Frosinone, della Sapa di Fossanova (LT), agli esuberi dell’Alitalia.

Pur in uno scenario particolarmente complesso come quello sommariamente descritto, abbiamo ritenuto necessario caratterizzarci subito con un forte impegno progettuale sulle politiche attive, piuttosto che ripiegare nell’ordinaria gestione di quelle passive.  

Noi riteniamo che le politiche del lavoro non possono essere caratterizzate solo dalla gestione delle emergenze e delle politiche passive. Il nostro obiettivo è stato, sin dall’inizio, quello di riequilibrare le politiche passive con le politiche attive, dando impulso ad iniziative volte alla creazione di nuova occupazione e dotandoci di strumenti innovativi per favorire l’occupabilità.

Muovendoci in questa linea di indirizzo, abbiamo fortemente investito sul programma europeo Garanzia Giovani e caratterizzato la nuova programmazione comunitaria 2014/2020 con progetti volti ad offrire un sostegno attivo alla ricerca e creazione di nuova occupazione invece che mera assistenza passiva alle condizioni di disagio.

Il principio cardine della riforma che abbiamo attuato è quello di garantire servizi per il lavoro nel mercato del lavoro, condizionando fortemente il sostegno economico alla ricerca attiva di una nuova occupazione. Un modello che supera il vecchio sistema di assistenza passiva che, di fatto, affronta la disoccupazione offrendo al cittadino un mero sostegno del reddito, disinteressandosi di tutto il resto. 

Per attuare il programma Garanzia Giovani, abbiamo studiato e osservato il tessuto produttivo e la cornice in cui agire e sulla base di quanto emerso abbiamo iniziato a programmare alcuni significati interventi di riforma del sistema del lavoro regionale, pur in un contesto fortemente critico sul piano occupazionale.

La Garanzia Giovani ci ha dato l’opportunità, di organizzare i servizi per il lavoro. Con la delibera sull’accreditamento abbiamo creato un “modello Lazio” basato sulla cooperazione tra pubblico e privato, rafforzandone e valorizzandone la sinergia attraverso le parole chiave governance pubblica e operatività privata, e abbiamo realizzato la cooperazione tra i centri per l’impiego. 

Il modello cooperativo pubblico-privato è stato creato attraverso l’introduzione  di un sistema per l’accreditamento per gli operatori specializzati nell’accompagnamento attivo nel mercato del lavoro. Gli operatori specializzati non sono in concorrenza con i Cpi perché nel nostro sistema il servizio pubblico realizza la prima parte del percorso che va dall’accoglienza dei giovani all’incontro domanda offerta di lavoro. Invece gli operatori privati sono accreditati per i servizi specialisti (servizi per orientamento mirato alla formazione non generalista, servizi di tutorship e assistenza intensiva per la collocazione e ricollocazione professionale servizi per l’avviamento a un’iniziativa imprenditoriale, servizi di inserimento lavorativo per i soggetti svantaggiati e persone con disabilità; servizi per l’avviamento a un’esperienza di lavoro o di formazione in mobilità anche all’estero).

Prima del nostro arrivo i Centri per l’Impiego non comunicavano tra loro. Con legge regionale n. 7 del 2014, abbiamo istituito la Consulta dei servizi regionali per l’impiego del Lazio quale organismo permanente di consultazione sulle politiche regionali in materia di lavoro al fine di rafforzare la collaborazione istituzionale tra enti e coordinare e monitorare i servizi per lavoro nel mercato del Lazio.

Una piccola rivoluzione, dunque, che si inserisce nei cambiamenti che abbiamo cominciato a imporre al mercato del lavoro di questa Regione. Una piccola rivoluzione che ci ha obbligato a toccare nodi del nostro sistema pubblico, come i Centri per l’impiego, e del nostro sistema privato, attraverso un accreditamento che ha regole precise. Con un’ambizione: lasciare il sistema per il lavoro molto diverso da come l’abbiamo trovato sia nelle regole, sia nella qualità dei servizi, sia negli spazi.

Questo nuovo modello di servizi per il lavoro ha l’obiettivo di prendere in carico il cittadino che perde l’occupazione e accompagnarlo attivamente verso una nuova opportunità. 

Per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro dei giovani abbiamo declinato una misura: il contratto di collocazione stipulato dal giovane con uno dei soggetti accreditati per l’accompagnamento attivo nel mercato del lavoro.

Il contratto consente l’attivazione di un servizio di assistenza intensiva svolto dal soggetto accreditato, per il reperimento di una occupazione il più possibile corrispondente alle capacità professionali e alle aspirazioni della persona interessata, compatibilmente con la domanda espressa dal mercato del lavoro territoriale. Un Tutor, individuato dal soggetto accreditato che ha preso in carico il ragazzo, assiste in modo continuativo il giovane, individuando i percorsi possibili, e concordando con lui quello più opportuno sulla base delle sue capacità, aspirazioni e disponibilità.

Il giovane si impegna ad accettare la proposta di lavoro che gli verrà rivolta che rientri in quelle cui il giovane stesso può aspirare e per le quali esso deve rendersi disponibile, in considerazione del tempo impiegato per raggiungere il luogo di lavoro, delle esperienze pregresse, delle capacità professionali, nonché delle condizioni effettive del mercato del lavoro della zona. Il soggetto accreditato si impegna a svolgere il servizio di assistenza intensiva e a conseguire il risultato occupazionale. Per risultato occupazionale si intende la stipula da parte del giovane di uno o più contratti di lavoro subordinato di durata minima di 2 mesi ciascuno e complessivamente non inferiore a 6 mesi.

Il soggetto accreditato beneficia di un contributo per il servizio svolto a favore del giovane al conseguimento del risultato occupazionale. Il valore del contributo varia in relazione alla “distanza” dal mercato del lavoro del giovane che è stato collocato.

Con un investimento di circa 137 milioni di euro per il 2014 e il 2015 nella nostra Regione, i giovani tra i 15 e i 29 anni potranno ricevere un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, servizio civile o accompagnamento verso l’autoimpiego entro un periodo di 4 mesi dalla firma del Patto di Servizio.  A oggi sono 29.335 gli iscritti a Garanzia Giovani Lazio. Oltre 21mila ragazzi sono stati convocati dai 38 Centri per l’Impiego del Lazio e quasi 13mila si sono presentati per il colloquio. Oltre duemila giovani hanno firmato il Patto di servizio.

Anche i numeri di Garanzia Giovani ci danno un segnale positivo. Ci parlano di Neet usciti dall’inattività per tentare la ricerca di una nuova opportunità di formazione o lavoro.

Nonostante i risultati descritti, questa prima fase di avvio del programma Garanzia Giovani ha messo in evidenza la difficoltà di far conoscere ai giovani le opportunità che ci sono nelle imprese del Lazio. Per questo stiamo sottoscrivendo diversi protocolli con il sistema imprenditoriale per perfezionare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro disponibile e nel far emergere quei posti di lavoro che già esistono ma che rimangono vacanti.

Inoltre, al fine di favorire un sistema di regole certe e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro abbiamo disciplinato: l’apprendistato di primo e di terzo livello e i tirocini extracurriculari (D.G.R. n. 199/2013).

Favorire l’occupabilità dei giovani garantendo loro una opportunità di lavoro o formazione in tempi rapidi è il nostro obiettivo. Per realizzarlo abbiamo voluto potenziare e rendere più efficiente la funzione intermediativa di quanti, a vario titolo, possono svolgere questo compito sia nel pubblico sia nel privato. Considerato lo scenario in cui stiamo lavorando, pensiamo che Garanzia Giovani sia la nostra grande occasione per dimostrare che le Regioni possono svolgere il compito che l’art. 117 comma terzo della Costituzione ci affida nella tutela del lavoro.

 

*Assessore al Lavoro della Regione Lazio

 

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