Newsletter

Il tempo sta per scadere, evitiamo un’altra dittatura in Asia.

Questa settimana è iniziata con un ulteriore bombardamento della giunta birmana nella zona di Sagaing colpita a fine marzo dal violento terremoto. Un aereo da caccia ha sganciato una bomba di 240 kg.  contro una scuola, in un’area sotto il controllo della resistenza. Risultato 17 morti per lo più studenti e 30 feriti di cui alcuni molto gravi.  Dal giorno del terribile terremoto del 28 marzo al 29 aprile, si contano almeno 421 bombardamenti e attacchi di artiglieria che hanno causato la morte di 323 persone, nonostante l’annuncio da parte della giunta di un cessate il fuoco.

ITALIA-BIRMANIA.INSIEME insieme alla Confederazione sindacale birmana CTUM sta sostenendo le popolazioni che non ricevono aiuti dalla giunta. Sei gruppi di attivisti e attiviste stanno fornendo aiuti di emergenza e sostegno alla costruzione di case temporanee, nelle aree che sono  tutt’ora senza alcun supporto internazionale. 

Ora che il terremoto è sparito dalle prime pagine dei giornali, mentre qualcuno si concentra sulle controversie territoriali nel Mar Cinese Meridionale, nessuno parla degli sviluppi, più ampi e insidiosi che stanno emergendo in Myanmar, paese preso dal fuoco incrociato della rivalità tra le grandi potenze come Cina e Russia. 

Questo nonostante, nell’ultimo decennio, il Sud-est asiatico e la Birmania siano diventati sempre più un campo di battaglia tra le grandi potenze per il controllo della regione. 

.

I porti e le rotte di transito in fase di sviluppo – come il porto profondo cinese di Kyaukpyu nello Stato di Rakhine e il porto profondo russo di Dawei – non sono solo corridoi economici; sono potenziali avamposti militari. Queste strutture potrebbero essere trasformate in basi navali o hub logistici, consentendo a Cina e Russia di proiettare la propria potenza militare nell’Oceano Indiano.

Ancora più allarmante è che questa collaborazione potrebbe consentire al Myanmar di diventare un trampolino di lancio per operazioni militari, spionaggio o attività informatiche che prendono di mira il Mar Cinese Meridionale e oltre, mettendo a repentaglio la libertà di navigazione, la stabilità regionale e il diritto internazionale.

Cina e Russia stanno svolgendo un ruolo chiave nel controllo di quell’area.

Lo scorso ottobre Myanmar e Cina hanno condotto esercitazioni navali congiunte, mentre lo scorso novembre, in conflitto con l’Occidente, si sono svolte esercitazioni navali congiunte tra Russia e Myanmar. La Russia è diventata il principale partner di difesa del Myanmar, superando la Cina.

Agli inizi di maggio, l’ambasciatore del Myanmar alle Nazioni Unite, U Kyaw Moe Tun, ha denunciato che la giunta militare avrebbe usato a scopi militari una centrale nucleare che l’agenzia atomica russa Rosatom sta progettando di costruire a Naypyidaw.

In conclusione, l’alleanza tra Cina e Russia con la giunta militare non riguarda solo i ritorni economici o il sostegno diplomatico; si tratta per queste potene di costruire un polo di potere regionale, che potrebbe minacciare la sovranità dei paesi confinanti, destabilizzare la sicurezza regionale e sfidare il già debole ordine internazionale basato sulle regole.

Fallimento della comunità internazionale

Per essere chiari, in questi quattro anni, nonostante le numerose risoluzioni e dichiarazioni, comprese quelle del Consiglio di sicurezza ONU, e alcune importanti sanzioni mirate,  sia l’ONU che l’UE hanno ignorato la richiesta di sostegno delle forze democratiche del Myanmar, delegando la gestione della crisi all’ASEAN, un’organizzazione che ha ripetutamente riconosciuto la legittimità della giunta, ha fornito addestramento all’esercito della giunta e ha permesso a  quei criminali di guerra di presiedere una serie di importanti vertici.

Ecco alcuni esempi dell’ipocrita strategia dell’ASEAN: Il 19 marzo 2025 si è tenuta a Nuova Delhi la 14ª riunione del Gruppo di Lavoro di Esperti dei ministri della difesa dell’ASEAN, sull’Antiterrorismo. La Birmania era presente. Questo mentre il 2 febbraio 2025, il GAFI (Gruppo di Azione Finanziaria) aveva nuovamente classificato il Myanmar, insieme a Iran e Corea del Nord, tra le tre giurisdizioni a più alto rischio con significative carenze strategiche nei loro regimi per contrastare il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e il finanziamento della proliferazione. A quanto pare nessuno ha obiettato alla partecipazione dei generali a questi incontri. Senza contare che dal 2021 al 2023, la giunta birmana ha guidato con la Russia il gruppo di lavoro antiterrorismo dell’Asean e che il 25 ottobre 2022, una delegazione del Myanmar, con il Viceministro degli Interni, il Capo della Polizia del Myanmar, hanno partecipato alla 90ª Sessione dell’Assemblea Generale dell’Interpol a Nuova Delhi, in India, su invito dell’Interpol. 

In questi 4 anni, la comunità internazionale, per giustificare la propria inazione e il mancato sostegno dell’opposizione democratica, ha usato la scusa che quest’ultima è divisa e persegue obiettivi diversi. Tutte argomentazioni pretestuose. Se le forze rivoluzionarie non avessero avuto un solido coordinamento e una comprensione reciproca, non avrebbero potuto condurre una lotta eroica, liberando oltre il 60% del territorio. Oggi la giunta militare non vuole e non può fare un passo indietro dalla sua guerra del terrore contro l’intera popolazione.

Ciò è confermato dal fatto che, a un mese dal devastante terremoto, che ha causato la distruzione della nuova capitale e dell’80% degli edifici della seconda città del paese oltre che dei villaggi del lago Inle, luogo iconico e centro turistico chiave per il paese,  la giunta sta bloccando, militarizzando e sperperando aiuti e fondi, aggravando le già gravi sofferenze del popolo del Myanmar. Oltre 50.000 operatori sanitari sono stati licenziati in questi quattro anni, quasi 900 sono in carcere e i restanti si trovano ad affrontare una minaccia urgente e crescente: i droni armati che prendono di mira ospedali, cliniche mobili e centri di soccorso. Questi attacchi mettono a repentaglio vite umane e l’accesso alle cure soprattutto nelle zone del terremoto. I gravissimi ritardi negli aiuti sono stati infatti determinati dall’aver smantellato tutti i gruppi di emergenza sismica e dall’aver cacciato migliaia di operatori pubblici.  Tra l’altro tutte le zone colpite dal terremoto, che non sono sotto il controllo della giunta sono state tagliate fuori dagli aiuti e c’è un uso militare degli aiuti umanitari.

La perdita dell’autorità centrale da parte della giunta ha creato però nuove opportunità per i vari gruppi etnici che combattono contro il governo militare che stanno intensificando la costruzione dell’unità e di azione contro i militari.

ELEZIONI

L’ultima preoccupazione riguarda l’annuncio ufficiale delle prossime elezioni illegali, con cui la giunta cerca di riconquistare legittimità internazionale. Nonostante abbia perso il controllo di gran parte del territorio del paese, e possa indire elezioni solo in una piccola parte del territorio, la giunta fa affidamento sulla Costituzione Militare del 2008, che prevede che il quorum del Parlamento richieda solo il 33% dei legislatori. e poiché la Costituzione riserva il 25% dei seggi ai militari, il regime ha bisogno solo dell’8% dei legislatori eletti per convocare il nuovo Parlamento e dichiarare valide le elezioni.

Questa strategia deve essere contrastata con fermezza e con un’importante azione diplomatica. Ma la finestra temporale per evitare un consolidamento della giunta rischia di chiudersi fra  sette mesi. Poi vi sarà  il consolidamento di un’altra dittatura, in un’area cruciale dello scacchiere internazionale.

Cosa dovrebbe fare l’UE:

La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Nuova Commissione, nuovo approccio”, sottolineando la necessità di rafforzare l’impegno dell’UE con i partner nella regione dell’Indo-pacifico e di sviluppare una nuova agenda strategica UE-India.

L’Alta Rappresentante UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Kaja Kallas, ha promesso di “guidare una politica estera e di sicurezza più strategica e assertiva, che consenta all’UE di perseguire meglio i propri interessi strategici e plasmare il sistema globale”.

Nel novembre 2024, ha definito la Cina il Paese che “più segretamente” cerca di “cambiare l’ordine internazionale basato sulle regole” con il sostegno di Russia e Iran e ha invitato l’Unione a rispondere a questa minaccia. “La Cina”, ha sottolineato, “si è trasformata in un concorrente e in un rivale sistemico”. Per questo motivo, è fondamentale che l’UE sviluppi una solida strategia diplomatica e politica per:

1) Chiedere conto a Cina e Russia del loro sostegno strategico alla giunta militare del Myanmar e impedire che la loro influenza si approfondisca.

2) Cambiare il percorso delle relazioni dell’UE con l’ASEAN. Rifiutare le imperfette soluzioni politiche dell’ASEAN e chiedere che quest’ultima ponga fine alla sua complicità escludendo i rappresentanti della giunta da tutte le riunioni e interrompendo il supporto militare, tecnico, finanziario e di intelligence. Sembra che finora l’ambasciatore dell’UE presso l’ASEAN si sia perso nella traduzione…

3) Rafforzare le alleanze con India, Bangladesh e paesi a maggioranza musulmana per costruire una coalizione a sostegno della lotta del Myanmar per la democrazia, poiché solo un Myanmar senza controllo militare potrebbe consentire un ritorno sicuro e dignitoso dei rifugiati Rohingya.

Oltre all’impegno diplomatico, l’UE dovrebbe stanziare urgentemente fondi significativi per consentire all’opposizione democratica di condurre una campagna nazionale contro le elezioni illegali, promuovere massicce diserzioni dall’esercito e sostenere le migliaia di giovani in fuga dalla coscrizione forzata. Tanti soldi, grandi risultati.

Infine, l’UE dovrebbe decidere alcune azioni politiche a costo zero:

1) interrompere i flussi finanziari verso la giunta imponendo sanzioni alle principali banche del Myanmar, come la Myanmar Economic Bank e la Myanmar Agriculture Development Bank, come richiesto dal Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui Diritti Umani in Myanmar, Tom Andrews;

2) sostenere una Risoluzione forte e non ambigua alla Conferenza Internazionale dell’OIL di giugno, fondata sull’articolo 33 della Costituzione dell’OIL, per ritenere la giunta militare responsabile delle continue e profonde violazioni dei diritti fondamentali dei lavoratori.

3) Come hanno fatto gli Stati Uniti con l’Ucraina, la UE dovrebbe discutere con le organizzazioni etniche, potenziali accordi sull’esportazione delle terre rare estratte in Myanmar.

Solo una chiara opposizione a qualsiasi tentativo di mediazione proposto da Cina e ASEAN, per riportare il Paese a una coesistenza inaccettabile con l’esercito, potrebbe portare a un Myanmar democratico, guidato e di proprietà del popolo del Myanmar.

Cecilia Brighi

Segretaria Generale

ITALIA-BIRMANIA.INSIEME

ROMA 12.5.25

Condividi su:

Scarica PDF:

image_pdf
Cerca

Altri post

Iscriviti alla newsletter

E ricevi gli aggiornamenti periodici

NEWSLETTER NUOVI LAVORI – DIRETTORE RESPONSABILE: PierLuigi Mele – COMITATO DI REDAZIONE: Maurizio BENETTI, Cecilia BRIGHI, Giuseppantonio CELA, Mario CONCLAVE, Luigi DELLE CAVE, Andrea GANDINI, Erika HANKO, Marino LIZZA, Vittorio MARTONE, Pier Luigi MELE, Raffaele MORESE, Gabriele OLINI, Antonio TURSILLI – Lucia VALENTE – Manlio VENDITTELLI – EDITORE: Associazione Nuovi Lavori – PERIODICO QUINDICINALE, registrazione del Tribunale di Roma n.228 del 16.06.2008

Iscriviti alla newsletter di nuovi lavori

E ricevi gli aggiornamenti periodici