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Singolare e plurale nel mondo della ricerca

C’è un mondo, quello della ricerca, in cui i tanti IO e i tanti NOI che vi lavorano sono sinergici e, pur lavorando separatamente, sono in continuità conoscitiva/temporale, come anelli di un’infinita catena. IO e NOI, nella ricerca, sono di volta in volta apripista e/o attuatori di nuove conoscenze, mai in conflitto, sempre in dialettica e assumendo i ruoli che nella ricerca si formano sulle reciproche acquisizioni conoscitive.

Le Ricerche si svolgono in un continuo succedersi di inizi, individuali o collettivi che, individuata la teoria,generano successive azioni individuali o collettive in altre e ulteriori ricerche, approfondimenti, completamenti, contestazioni, che formeranno una più articolata e poliedrica conoscenza destinata a formare una nuova cultura sociale.

Il mondo della ricerca, poggiato sulle basi culturali delle conoscenze disponibili, parte dall’analisi del conosciuto, si sviluppa sulla critica alla conoscenza acquisita, definisce nuove ipotesi e nuovi percorsi di conoscenza. È la critica  il vero presupposto per impostare nuovi saperi ed è dalla critica alle interpretazioni scientifiche e culturali consolidate che partono le esplorazioni dei ricercatori verso i nuovi campi del sapere. 

Nella costruzione delle nuove conoscenze e interpretazioni, IO e NOI diventano le maglie della catena, dove l’IO (individuale o plurimo) garantisce l’inizio; questo inizio, per diventare cultura sociale, deve arricchirsi con la partecipazione dei tanti NOI che ne studiano generalità e aspetti, ma anche la divulgazione e la gestione.

La Ricerca, e in lei tutti i ricercatori, ha un vantaggio: la consapevolezza dei limiti (perenni) del conosciuto e degli errori (perenni) che sottende e contiene.

Nella ricerca l’errore ha un valore fondamentale: è partendo dall’errore  che si possono costruire nuove teorie e azioni. Se si costruisce coerenza tra struttura teorica e azioni, tutto funziona sapendo però che superando o mutando la teoria si devono mutare azioni, organizzazioni sociali, tecnologie.

Questa consapevolezza è il valore sociale della scienza e della coscienza critica che nella ricerca fa da molla per arrivare ai nuovi saperi che i NOI della ricerca e i NOI della cultura sociale accetteranno e ingloberanno nelle nuove conoscenze, nei nuovi comportamenti della società, del mondo delle produzioni, del lavoro.

Il mondo della ricerca, instancabile per sua natura nel cammino verso i nuovi saperi, sa che nella società questi nuovi saperi modificheranno modi e comportamenti consolidati, modificheranno poteri economici e l’equilibrio tra territori e Stati. Ed ecco che il NOI delle ricerche sociali si uniscono ai NOI della ricerca scientifica realizzando quello scambio dialettico, scientifico e culturale proprio del mondo della ricerca. Nel mondo della Ricerca IO e NOI vivono in un continuo succedersi, in una continua lievitazione, in una continua verifica relativa dei dati raggiunti.

Quando parlo di IO e NOI come anelli concatenati che vivono di conseguenze reciproche senza conflitto, parlo della Ricerca, astraendola dai molti luoghi del suo esercizio. In questi mondi la competizione è spesso enorme, tanto che vi troviamo non solo tanti IO e pochi NOI, ma soprattutto tanti LORO e tanti VOI espressi, in toni anche spregiativi, e sempre emarginanti. È qui che i tanti IO vedono la ricerca principalmente come controllo economico sulle risorse disponibili.

Spesso nella vulgata sociale il mondo della ricerca e della formazione della conoscenza è considerato pieno di LORO, dove LORO sono gli intellettuali, individui non pragmatici e lontani dai problemi reali, come se loro, come tutti, non ‘tenessero famiglia’ e non dovessero andare dal panettiere tutti i giorni.

Al contrario è il riduzionismo che non favorisce la formazione di nuova conoscenza così come il pragmatismo non favorisce la considerazione delle differenze e degli errori; ambedue fanno perdere il respiro della diversità, del confronto e della complessità.

L’IO e il NOI – nella loro concatenazione dialettica e culturale – studiano, progettano e costruiscono un’altra storia, poggiata su teorie e azioni, presupposto dello sviluppo e misurata sulla partecipazione culturale. Conoscere significa sia conoscere culture e saperi raggiunti e realizzati, sia superare gli errori delle conoscenze incompiute per le mutate condizioni del sistema Terra.

Nella costruzione delle conoscenze future IO e NOI continuano la loro catena articolata in teorie, politiche, ideologie e morali, capaci di costruire ulteriori culture, conoscenze, diversità.

Nella società, nella politica e nella cronaca tutte le diversità tendono o possono diventare conflitto; nel mondo della ricerca, della conoscenza e della storia del pensiero e della filosofia tutto diventa confronto, dialogo, argomentazione di diversità. Tuttodiventa patrimonio delle diversità.

La differenza è tra cronaca e storia.

La cronaca sociale e politica sposa lo scontro perché l’obiettivo è il predominio misurato sul respiro corto della cronaca, sul predominio dei centri di ricerca, di formazione, di spesa.

La storia del pensiero e delle culture riannoda le filosofie, le scuole, l’evoluzione e la crescita delle discipline, legittima le differenze nella pluralità del sapere. È qui che il NOI della ricerca si contrappone ai tanti LORO della conservazione e della difesa del conosciuto, perché lì sono sedimentati e strutturati gli interessi di parte

Per i NOI della Ricerca le conoscenze e le culture si formano principalmente per evoluzione diretta o per salto conoscitivo determinato da nuove valutazioni della realtà materiale e immateriale.

È fondamentale tuttavia anche Il valore delle differenze, delle diverse culture di base, delle diversità antropologiche, climatiche e ambientali. Le conoscenze racchiuse in queste storie sono patrimoni immensi di culture complesse che fanno delle diversità e dei sentieri tortuosi della conoscenza, un ulteriore valore della ricerca. Sono troppe le culture accantonate che, con la stessa tracotanza con cui si difendono gli errori, le abbiamo collocate nel dimenticatoio della storia e nell’oblio sociale. Con loro abbiamo accantonato le tante verità proprie delle conoscenze passate, sulle quali la cultura del mondo è cresciuta. Alcune le possiamo supplire con l’antropologia strutturale e con la ri-conoscenza di culture pre-tecnologiche. Troppo spesso però non accogliamo queste miniere conoscitive con il tappeto rosso della cultura, anzi li riduciamo a un esercito di LORO.

Nella cultura, nella ricerca, nel generale mondo della conoscenza non possono esserci questi LORO se è vero che la conoscenza si forma e si struttura in una collana con grani successivi di NOI, IO, NOI…ma mai LORO. Nella cultura, ogni soggetto (singolare o plurimo) dà il suo patrimonio di scoperta e di sintesi.

Nella Ricerca l’IO partecipa a far confluire nel grande fiume della conoscenza dinamica (sempre relativa e sempre presupposto di sintesi complesse) le sue intuizioni, elaborazioni e frutti dinamici di questo fiume. Il fiume, ma è più corretto dire il sistema fluviale, li accoglie nei suoi ruscelli, torrenti, affluenti e fiumi, per restituire input e osservazioni ai tanti IO e ai tanti NOI che si godono il suo scorrere e, osservando, iniziano nuovi percorsi. 

Ripeto un vecchio adagio: ‘Quello che conosco mi serve per prepararmi a sapere quello che ancora non conosco indagando nel non conosciuto e/o nel non sistematizzato’.

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